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11 gennaio 2024 - Se vuoi puoi purificarmi

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Marco 1,40-45 40 Venne da lui un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: "Se vuoi, puoi purificarmi!". 41 Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: "Lo voglio, sii purificato!". 42 E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. 43 E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito 44 e gli disse: "Guarda di non dire niente a nessuno; va', invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro". 45 Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte. Nel racconto della guarigione del lebbroso raccontata in Marco 1,40-45 c'è un aspetto che credo possa farci entrare in questa narrazione per farne esperienza. «Venne da lui un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e gli diceva: “Se vuoi, puoi pur

10 gennaio 2024 - Gesù insegnava

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  La conversione è possibile nell'ascolto della Parola, una Parola che è l'insegnamento di Gesù, Egli infatti insegnava. L'imperfetto indica un'azione prolungata e non conclusa. Come allora, così anche adesso Gesù continua ad insegnare. Questo verbo da Marco è praticamente riservato solo a Gesù (una volta sola è riferito anche ai Dodici, inviati in missione come suoi araldi, 6,30). Egli è l'unico Maestro. Noi siamo e restiamo sempre tutti suoi discepoli, che insegnano solo ciò che lui ha detto e fatto. Non si dice che cosa insegna, perché insegna se stesso attraverso il racconto di ciò che fa. Leggendo il vangelo, anche noi ci accostiamo a lui e impariamo a conoscerlo. Infatti la Parola fatta carne, è tornata Parola nel racconto del vangelo, per farsi ascoltare ancora da noi. Ad ogni parola che udiamo con l'orecchio, corrisponde sempre una parola silenziosa del Maestro interiore, che muove il cuore attirandolo a sé. Questa scatena in noi le reazioni delle nostr

9 gennaio 2024 - Il regno di Dio è vicino

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  14 Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15 e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». (Marco 1, 14 - 15) Convertirsi significa cambiare idee e testa, cambiare cuore e direzione ai propri piedi. La proposta di Gesù diventa subito responsabilità di una mia risposta. Il Regno è già venuto per sua iniziativa; ma l'ingresso è riservato alla mia libertà. La conversione è volgersi a lui,  iniziando dietro di lui il suo stesso cammino. La conversione ha un momento iniziale che consiste nell'affidarsi a lui. Ma poi è un fatto che dura tutta l'esistenza, e consiste nell'orientare progressivamente ogni mio passo sui suoi, in un esodo continuo dalla menzogna alla verità, dalla schiavitù alla libertà, dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita, senza mai scoraggiarmi. [...] Il dono di Dio eccede sempre la mia capacità di riceverlo, e inoltre la mia vita non è mai conforme a

8 gennaio 2024 - La Sapienza

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La Sapienza nasce dall’ascolto. Colui che ascolta le domande del proprio cuore, colui che non ha tutte le risposte impara la prudenza nel giudizio e continua a cercare una risposta che non ha la pretesa di allontanare nessuno ma di invitare al dialogo e al confronto. Per questo il sapiente è umile e mite sa che Dio lo attende dentro le pieghe della creazione e i meandri della storia. «Dio dei padri e Signore della misericordia, che tutto hai creato con la tua parola, e con la tua sapienza hai formato l'uomo perché dominasse sulle creature che tu hai fatto, e governasse il mondo con santità e giustizia ed esercitasse il giudizio con animo retto, dammi la sapienza, che siede accanto a te in trono, e non mi escludere dal numero dei tuoi figli, perché io sono tuo schiavo e figlio della tua schiava, uomo debole e dalla vita breve, incapace di comprendere la giustizia e le leggi. Se qualcuno fra gli uomini fosse perfetto, privo della sapienza che viene da te,  sarebbe stimato un nulla».

7 gennaio 2024 - Battesimo di Gesù

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  Quando ero bambino ricordo che c’era un appuntamento importante a casa dei nonni, non si poteva perdere la puntata di Gesù di Nazaret. Per molti aspetti quel film è stato per me e non credo solo per me una forma di catechesi. Ma ogni volta che torna quel nome Nazaret la mente va anche alla casa dei nonni, un casa modesta e accogliente, dove ho imparato l’importanza della preghiera e il timore di Dio, inteso come l’essere sempre alla presenza del Signore.  Gesù venne da Nazaret in Galilea. Nazaret, è un paese piccolo, mai citato nei libri sacri e quando se ne parla nel Vangelo è in forma negativa: “Può mai venire qualcosa di buono da Nazaret?” , domandò Natanaele a Filippo che lo esortava a conoscere Gesù. Eppure a Nazaret Gesù ha vissuto 30 anni. Anni nei quali ha vissuto l'esperienza di ogni uomo: ha imparato ad amare ad essere amato; ha imparato a pregare i salmi in casa con Maria e Giuseppe, si recava alla Sinagoga per l'ascolto della Parola; ha imparato la legge del lav

6 gennaio - Come i Magi

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Come sono diversi i Magi del Vangelo da quelli della tradizione. Il rischio sempre più grande è di ritrovarceli prima o poi nel presepe vestiti da Babbo Natale senza cammelli o cavalli ma in compagnia di maestose renne. In realtà mi è capitato di trovare un Babbo Natale in un presepe e sono stato anche ammonito da una signora contrariata perché parlando del Natale non avessi parlato di Babbo Natale che mi ha detto: "Lei non sa che anche a Gesù Bambino i doni li ha portati Babbo Natale" ... davvero non lo sapevo. Come sono diversi i Magi dagli uomini di Gerusalemme, loro per seguire quella stella hanno lasciato la loro casa, hanno compiuto un viaggio lungo e difficile, hanno coltivato una speranza, hanno viaggiato di notte, hanno sfidato il freddo e il caldo, hanno sopportato la fatica, guidati da una gioia grandissima. Gli uomini di Gerusalemme imitano il loro Re e diventano sordi alle parole della profezia, incapaci di stupore davanti alla possibilità che Dio parli in modo n

5 gennaio - Ecco l'Agnello di Dio

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  Ecco l'Agnello di Dio - William Hatherell “Ecco l'agnello di Dio”, così Giovanni vede Gesù mentre gli viene incontro. ‘Ecco l’agnello di Dio’ diciamo in ogni eucaristia poco prima che Gesù ci venga incontro. Un agnello non può fare paura, genera tenerezza, non è immagine del potere, è indifeso, non sa fare il male, rappresenta il Dio mite e umile, il Dio di cui non si può avere paura perché altrimenti non è il vero Dio. L’umiltà e la mitezza sono le caratteristiche del Dio che si rivela in Gesù, perché Gesù è il Dio che è avvolto in fasce in una mangiatoia, avvolto da un lenzuolo dopo lo strazio della croce.  Non più il volto del Dio degli eserciti, colui al quale offrire sacrifici, ma la vita di Dio che si fa sacrificio. Il Signore non chiede più sacrifici all'uomo ma sacrifica se stesso, non viene per portarci via qualcosa ma per donarsi totalmente. Ma qual è il volto di Dio che abita i nostri cuori? Quale volto di Dio raccontiamo con la nostra vita, con la nostra f