31 maggio 2012 - Un'esplosione di gioia


VISITAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA 

Beata colei che ha creduto 
nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto.
(Lc 1,45)

Maria conclude questo mese con una riflessione sul servizio: pur essendo preoccupata della sua situazione (porta nel grembo l'assoluto di Dio!) trova il tempo di rendere visita a sua cugina Elisabetta per assicurarsi della sua condizione e, ne sono certo, per verificare se tutto ciò che ha visto e sentito è opera di Dio o frutto di un'allucinazione. E l'incontro tra queste due donne è un'esplosione di gioia, un evento dello Spirito: Zaccaria e Giuseppe assistono divertiti alla danza di due donne gravide (Che mistero inafferrabile quello della gravidanza!) che raccontano e cantano e danzano l'opera che Dio ha fatto nella travagliata storia del suo popolo. Il canto del Magnificat è una splendida conferma di tutte le attese di Israele: allora era vero, allora tutto ciò che si aspettava non erano favole dei vecchi. Maria e Elisabetta vedono nelle pieghe della storia l'immensa volontà di Dio, il grande desiderio di salvezza di Dio. La loro piccola ed eccezionale storia viene riletta nell'immenso e benevolo progetto di bene che Dio ha sull'umanità. Leggete il Magnificat, amici, intessuto di citazioni della Bibbia, leggete il canto dell'intervento di Dio, leggete e gioite. E impariamo a leggere i nostri eventi personali, le piccole o grandi vicissitudini della vita alla luce del grande progetto che Dio ha sull'umanità e che compie attraverso di noi, se lo lasciamo fare…
(Paolo Curtaz)
Ct 2,8-14; Sal 44; Rm 8,3-13; Lc 1,39-56


La Visitazione 
In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna
e raggiunse in fretta una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.
Lc 1,39-45

La composizione della scena è semplice: davanti alla casa di Zaccaria, sono rappresentate Maria ed Elisabetta nel gesto di scambiarsi un abbraccio. “Abbraccio (Aspasmos) della Madre di Dio ed Elisabetta” è, infatti, il titolo che, in genere, porta l’icona.
La dinamicità della scena è resa con il movimento degli abiti, dato per esprimere la forza dell’istante presente. L’icona, fermando l’immagine in un movimento attivo di annuncio, sottolinea il miracolo della reciprocità: l’incontro, che avviene in Dio, è effusione di Spirito Santo. Anche il colore verde del manto di Elisabetta, richiamando la vita e la fecondità, indica, appunto, tale effusione della vita di Dio.

I personaggi

Alcuni segni contraddistinguono Maria: il mantello (maforion) rosso porpora, la stella sulla fronte e sulle spalle (simbolo della verginità) e l’iscrizione Madre di Dio. Maria porta con sé l’effusione dello Spirito Santo ricevuta nell’Annunciazione. Il saluto è denso di pace, di gioia ed esultanza per tutta l’umanità. Il Magnificat, che sgorga dall’animo della Madre di Dio, sigilla quell’incontro che in se stesso è un cantico alla e della misericordia dell’Onnipotente.

Elisabetta, prima testimone dell’evento dell’Incarnazione, percependo di trovarsi dinanzi al mistero del compimento della salvezza, esplode nella lode.

Lo sguardo delle due donne si incontra in una reciproca intesa; dai due volti non traspare né la vecchiaia di Elisabetta, né la giovinezza di Maria.

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