Post

Visualizzazione dei post da novembre, 2011

30 novembre 2011

«Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». (Mt 4, 19) Essere pescatore di uomini significa farsi carico anche della fede di altri, riconoscere che l’unica cosa che conta è servire Dio e amare gli altri secondo il cuore di Dio. Qualunque sia la tua vocazione e il tuo carisma nella Chiesa, essere discepolo di Gesù e pescatore di uomini significa vedere tutto nella luce della fede in Lui e nulla anteporre alla Sua chiamata, farsi carico del prossimo come se n’è fatto carico Lui, radunare le pecore perdute come le ha radunate Lui, vivere la passione per la causa del Regno come l’ha vissuta Lui. Perciò la Chiesa avrà sempre bisogno di discepoli così, siano essi ministri ordinati o consacrati o laici impegnati, uomini e donne. Senza di loro la Chiesa si risolve in burocratica e vuota ripetizione di gesti: dove non c’è il primato di Dio riconosciuto, celebrato e testimoniato nella fede viva, nella carità operosa, nell’ardente speranza, tutto rischia di inaridirsi e morire. Ripa

29 novembre 2011

« Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini».            (Mt 15, 8-9)            Essere esteriormente impeccabili è, spesso, un vanto di molte persone che credono, in questo modo, di essere in pace con tutti e con tutto. Ma non è l'aspetto esteriore del nostro comportamento che ci può far sentire al sicuro. Sono invece le azioni dettate dal cuore, è la nostra vera essenza interiore quella che ci fa essere veramente quello che siamo.   Dio in noi cerca la sincerità del cuore, la vera e profonda lealtà della vita, lealtà fatta di parole, opere, pensieri, quindi totale e completa. La legge di Dio è diversa da quella degli uomini, ma è l'unica vera legge a cui deve rispondere il nostro cuore.  (Ermes Ronchi) Ez 10,1-10.12-14.18-19.21-22a; Sal 88;  Ml 3,19-24; Mt 15,1-9

28 novembre 2011

«Un profeta non è disprezzato  se non nella sua patria e in casa sua».  (Mt 13, 57) Molti ascoltandolo ri­manevano stupiti. La prima bella ca­ratteristica del Gesù storico: non lascia indifferente nes­sun ascoltatore, dove lui passa fiorisce lo stupore e molte domande. [...] Il profeta è straniero in pa­tria perché le sue parole ven­gono da un mondo altro. Al­lora si apre il conflitto tra Na­zaret e questo 'altrove', tra il quotidiano e l’oltre. A Na­zaret tutto dice: hai qui il tuo clan, una madre, fratelli e so­relle; questo è il mondo, non ce n’è un altro. Hai un lavo­ro, la sinagoga e il Libro, questo basta a dare senso al­la vita. Cosa vai cercando con il cuore fra le nuvole? E invece il giovane rabbi spiazzava figli e genitori, la­voratori e contabili: amate i vostri nemici; lascia i morti seppellire i loro morti, tu vie­ni e seguimi; felici i poveri, sono i principi del Regno; guardate i fiori del campo e non preoccupatevi; guai a voi farisei che imponete a

27 novembre 2011

«Giovanni  era la lampada che arde e risplende,  e voi solo per un momento  avete voluto rallegrarvi alla sua luce » . (Gv 5,35) Is 51,1-6; Sal 45; 2Cor 2,14-16a; Gv 5,33-39

26 novembre 2011

«Ecco, tua madre e i tuoi fratelli  stanno fuori e cercano di parlarti».  Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse:  «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».  Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse:  «Ecco mia madre e i miei fratelli!  Perché chiunque fa la volontà del Padre mio  che è nei cieli,  egli è per me fratello, sorella e madre». (Mt 12,47-50) Questo brano ci presenta Maria. Non è frequente incontrarla nei testi evangelici. Al contrario di quanto avviene nella teologia, nella devozione, nella storia dell’arte, nel culto e nella preghiera...i testi evangelici su Maria sono molto sobri. Proprio per questo sono in genere testi significativi ma, come in questo caso, talvolta sembrano spiazzarci sulla nostra immagine di Maria. La risposta di Gesù, infatti, ci stupisce: non esce a parlare con sua Madre.   Rimanendo solo al testo di Matteo, Gesù non interrompe la sua missione, la sua evangelizzazione per parlare con Maria. La sua missi

25 novembre 2011

«Una generazione malvagia e adultera  pretende un segno!  Ma non le sarà dato alcun segno,  se non il segno di Giona il profeta.  Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti  nel ventre del pesce,  così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti  nel cuore della terra».  (Mt 12,39-40)      Segni, segni, siamo sempre a chiedere segni! Dio ha una pazienza infinita con noi! Quante volte vedo dei fratelli che non pensano a Dio per la quasi totalità della propria vita salvo, poi, appena accade una qualche disgrazia, rivolgersi a Lui con concitazione e improvvisa devozione, giungendo anche al ricatto: «Dio, se esisti, fa' che accada così e così». Andiamo! Siamo seri e prendiamo sul serio Dio! Abbiamo davvero bisogno di segni eclatanti? Di eventi prodigiosi? Per arrivare a quale conclusione? Il problema è il nostro sguardo: il Signore continua a colmare di segni della sua presenza la vita di ciascuno di noi. Ai suoi contemporanei e a noi Gesù propone un

24 novembre 2011

«La bocca esprime ciò che dal cuore sovrabbonda » . (Mt 12, 34b) Liberaci dalle parole inutili! Ez 6,1.11-14; Sal 26; Ag 2, 1-9; Mt 12,33-37

23 novembre 2011

  «Qualunque  peccato e bestemmia  verrà perdonata agli uomini,  ma la bestemmia contro lo Spirito non verrà perdonata.  A chi parlerà contro il Figlio dell’uomo, sarà perdonato;  ma a chi parlerà contro lo Spirito Santo,  non sarà perdonato,  né in questo mondo né in quello futuro». (Mt 12, 31-32) Senza lo Spirito Santo   Dio è lontano,  Cristo rimane nel passato,  il Vangelo è lettera morta,  la Chiesa è una semplice organizzazione,  l'autorità è una dominazione,  la missione una propaganda,  il culto una evocazione,  e l'agire dell'essere umano una morale da schiavi.  Ma nello Spirito Santo:  il cosmo è sollevato e  geme nella gestazione del Regno,  Cristo risorto è presente,  il Vangelo è potenza di vita,  la Chiesa significa comunione trinitaria,  l'autorità è un servizio liberatore,  la missione è una Pentecoste,  la liturgia è memoriale e anticipazione,  l'agire umano è divinizzato. (Patriarca Atenagora) Ez

22 novembre 2011

«Ecco il mio servo, che io ho scelto;  il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia. Non contesterà né griderà né si udrà nelle piazze la sua voce.  Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le nazioni».       (Mt 12,18-21) Gesù ha appena guarito nella sinagoga – in giorno di sabato – un uomo dalla mano paralizzata. I farisei ormai non hanno più dubbi e si riuniscono per preparare un piano che porti all’uccisione di Gesù; deve essere messo a tacere in ogni modo. Gesù se ne rende conto e si allontana ritirandosi in un luogo appartato. Non lo fa per starsene tranquillo, infatti guarisce tutti i malati che gli vengono portati. Non vuole però apparire. Non è venuto tra gli uomini per essere lodato e ammirato, come talora i discepoli sono tentati di fare, seguendo in questo l’atteggiament

21 novembre 2011

È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve,  e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone,  un amico di pubblicani e di peccatori”.  Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta  per le opere che essa compie » . (Mt 11,18-19) Nello spirito dell'antica tradizione Gesù comincia la sua attività pubblica con un digiuno di quaranta giorni. Ma in seguito vive come un uomo "normale" del suo ambiente. Alcuni se ne meravigliano. La sua predicazione non sarebbe stata più efficace se esternamente si fosse presentato come Giovanni il Battista? Forse. Ma Gesù aveva una valida ragione per scegliere una "vita normale". In lui Dio è divenuto uomo e tutto l'umano è divenuto divino. Quindi non è elevato a Dio solo ciò che è straordinario, inconsueto, estremo, ma tutta la vita umana, in tutte le sue manifestazioni, nella loro banale quotidianità. Per questo più tardi scrive San Paolo ai cristiani: " Sia che mangiate, sia che beviate, sia che facciate qualsi

20 novembre 2011

«Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!.   Fate dunque un frutto degno della conversione. » (Mt 3,2.8) Is 51,7-12a; Sal 47; Rm 15,15-21; Mt 3,1-12

19 novembre 2011

I nomi dei dodici apostoli sono:  primo, Simone, chiamato Pietro,  e Andrea suo fratello;  Giacomo, figlio di Zebedeo,  e Giovanni suo fratello;  Filippo e Bartolomeo;  Tommaso e Matteo il pubblicano;  Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo;  Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota,  colui che poi lo tradì. (Mt 10, 2-4) Ti ho chiamato per nome fin dal principio. Tu sei mio e io sono tuo. Tu sei il mio Amato, in te mi sono compiaciuto. Ti ho modellato nelle profondità della terra e ti ho formato nel grembo di tua madre.  Ti ho scolpito nei palmi delle mie mani e ti ho nascosto nell'ombra del mio abbraccio. Ti guardo con infinita tenerezza e ho cura di te con una sollecitudine più profonda che quella di una madre per il suo bambino. Ho contato ogni capello del tuo capo e ti ho guidato in ogni passo ovunque tu vada, io vengo con te, e ovunque tu riposi, io veglio su di te Ti darò il cibo che soddisferà ogni tua fame e bevande che estingueranno ogni tu

18 novembre 2011

«La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai!  Pregate dunque il signore della messe,  perché mandi operai nella sua messe!». (Mt 9,38) Spirito del Signore,  dono del Risorto agli Apostoli del Cenacolo,  gonfia di passione la vita dei tuoi presbiteri.  Riempi di amicizie discrete la loro solitudine.  Rendili innamorati della Terra,  e capaci di misericordia per tutte le sue debolezze.  Confortali con la gratitudine della gente  con l'olio della comunione fraterna.  Ristora la loro stanchezza,  perché non trovino appoggio più dolce per il loro riposo  se non sulla spalla del Maestro.  Liberali dalla paura di non farcela più.  Dai loro occhi partano inviti a sovrumane trasparenze.  Dal loro cuore si sprigioni audacia mista a tenerezza.  Dalle loro mani grondi il crisma  su tutto ciò che accarezzano.  Fa' risplendere di gioia i loro corpi.  Rivesti loro di abiti nuziali  e cingili con cinture di luce perché,  per essi e per tutti, lo Sposo non tarderà.  (Tonino B

17 novembre 2011

« Non si versa vino nuovo in otri vecchi,  altrimenti si spaccano gli otri  e il vino si spande  e gli otri vanno perduti.  Ma si versa vino nuovo in otri nuovi,  e così l’uno e gli altri si conservano». (Mt 9,17) I l vino nuovo (giovane) è la benedizione della terra promessa, il coronamento del suo frutto. rispetto al cibo rappresenta il lusso, il  «di più » necessario per essere felici. l'uomo non è fatto solo per mangiare come l'animale. E' fatto per amare: solo questo lusso gli dà gioia. Il vino è il simbolo del sangue, della vita, dello Spirito. Gesù ha bevuto il vino acido della nostra morte, per darci alla fine il vino migliore: beve il nostro calice di morte, perché noi beviamo il suo calice di vita. I discepoli di Gesù sono otri nuovi, e vivono nella gioia perché hanno questo vino nuovo: è una gioia che nessun digiuno può oscurare e nessuna potenza rapire, perché nulla ormai li può separare dall'amore che Dio ha per loro in Cristo.  Lo Sp

16 novembre 2011

«Non sono i sani che hanno bisogno del medico,  ma i malati.  Andate a imparare che cosa vuol dire:  “Misericordia io voglio e non sacrif ici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti,  ma i peccatori». (Mt 9,12-13) La miseria e la misericordia si abbracciano! Non possiamo conoscere  l'incredibile misericordia e l'amore di Dio  se non accettando di scendere  in fondo alla nostra miseria e di là, gridare verso di lui. allora risponderà:  «Eccomi mio amato», ci prenderà tra le sue braccia e ci stringerà a lungo. (Jean Vanier,   Il corpo spezzato ) Ez 2,1-10; Sal 13; Gl 2,10-17; Mt 9,9-13

15 novembre 2011

Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica,  sarà simile a un uomo saggio,  che ha costruito la sua casa sulla roccia.  Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti  e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde,  perché era fondata sulla roccia. (Mt 7,24-25) Il fondamento che ci consente di reggere, che convalida la nostra fede e che la sostiene è il sì concreto della nostra volontà alla volontà di Dio. Certo è l'ascolto della Parola che consente di costruire la fede, perché è la Parola che genera la fede, ma questa fede non si radica se non nell'obbedienza. (Umberto Neri, Il discorso della montagna ) Ez 1,13-28b; Sal 96; Gl 2,1-2; Mt 7,21-29

14 novembre 2011

«Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini».  Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. (Mt 4,19-20) Il massimo della libertà non è il no, ma il sì.  Nel sì a Dio l'uomo diventa veramente libero. (Benedetto XVI) Ez 1,1-12; Sal 10; Gl 1,1.13-15; Mt 4,18-25

Un nuovo inizio

Immagine
16 gennaio 2010 -  Mitzpe Ramon, deserto del Negev (Israele) Il ricordo si fa preghiera: cerco di far passare nella mente i numerosi battesimi, la benedizione del matrimonio di molti giovani e meno giovani, i molti accompagnati nel tempo della malattia e della morte…; e mi convinco sempre più di quanta Grazia il Signore offre attraverso le Azioni Sacramentali, e di come l’incontro con le famiglie avvenga anzitutto dentro il fluire dell’esistenza, nelle vicende liete e tristi che accompagnano le nostre case. (dalla lettera ai Sestesi, 1 novembre 2011) Oggi eravamo davvero in tanti al tuo ingresso ufficiale nella Comunità Pastorale San Carlo in Induno Olona.  Anche noi siamo grati: a Dio per averti donato alla nostra vita, a te  per essere stato per noi e con noi prete.  Ti auguriamo di lasciare entrare Dio nel tuo presente: è il tuo tesoro.   Dio ti benedica in questo nuovo inizio.

13 novembre 2011

«Voi  badate a voi stessi! » «C hi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato » . (Mc 13,9a.13b) Is 24, 16b-23; Sal 79; 1Cor 15,22-28; Mc 13,1-27

12 novembre 2011

« Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!» (Mc 13,37) «Vedo in voi le sentinelle del mattino in questa alba del terzo millennio. Nel corso del secolo che muore giovani come voi venivano convocati in adunate oceaniche per imparare ad odiare, venivano mandati a combattere gli uni contro gli altri; i diversi messianismi secolarizzati che hanno tentato di sostituire la speranza cristiana si sono poi rivelati veri e propri inferni! Oggi, siete qui convenuti… siete qui convenuti per affermare che nel nuovo secolo voi, non vi presterete ad essere strumenti di violenza e distruzione. Difenderete la pace, pagando anche di persona, se necessario. Non vi rassegnerete ad un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro. Difenderete la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno. Vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti! Cari giovani del secolo che inizia dicendo sì a Cristo