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Visualizzazione dei post da aprile, 2018

29 aprile 2018 - V dopo Pasqua

Nel Vangelo non troviamo tante preghiera attribuite a Gesù, ma costantemente ci viene indicato come Gesù pregava: alla sera tardi, nel cuore della notte, al mattino presto, per cercare un’intimità e una solitudine con il Padre. La preghiera nasce dal cuore. In un momento di grande tensione, quando sente che il tradimento è compiuto, quando vede i suoi amici smarriti quella notte, vigilia della sua Passione, Gesù compie il gesto della preghiera e la offre a tutti noi. Proviamo a entrare in questo dialogo intimo tra Gesù e il Padre, cercando di cogliere quello che può dire a noi e al nostro modo di pregare. Innanzitutto, Gesù alza gli occhi al cielo : questo alzare gli occhi che non è uguale a quello di chi a un certo punto, sbuffando alza gli occhi  e pensa “fai qualcosa tu perchè qui non cambia nulla” ma è l’atteggiamento di chi orienta il cuore verso la propria origine e dice “io sono in un profondo legame con te. Tu sei colui che guida i miei pensieri, le mie parole, i miei d

22 aprile 2018 - Anniversari di matrimonio

« Io e il Padre siamo una cosa sola »: così l’uomo lascerà la sua famiglia, si unirà alla sua sposa e saranno una carne sola. In tutta la Scrittura noi troviamo il riferimento all’amore di Dio esemplificato nel rapporto tra Dio e il suo popolo come il rapporto tra uno sposo e una sposa. C’è un intero libro della Scrittura, chiamato Cantico dei Cantici, che narra dell’alleanza tra Dio e il suo popolo usando proprio l’immagine dello sposo e della sposa. Oggi noi siamo qui per dire “ grazie ” in modo singolare per la storia di comunione e di vita nel matrimonio delle coppie che hanno scelto di essere presenti a questa Celebrazione per ringraziare per un percorso, per alcuni solo all’inizio - partiamo dai cinque anni fino al sessant’anni di matrimonio. Ho pensato che queste parole che Gesù dice durante la festa della dedicazione del tempio - momento in cui si presenta in modo autorevole come il vero pastore, quello che pasce le sue pecore con amore arrivando a dare la vita, a differ

22 aprile 2018 - IV dopo Pasqua

Siamo verso la conclusione del capitolo decimo di Giovanni, che conosciamo come il testo del “Buon Pastore”: così Gesù si presenta a coloro che lo ascoltano. Siamo nel contesto della Festa della Dedicazione e Gesù è nel tempio, le sue parole sono molto forti perchè dicono ai giudei che Lui è il nuovo tempio, che Lui è il Buon Pastore, colui che si prende cura realmente delle pecore. Non assomiglia ai pastori del popolo di Israele che Ezechiele aveva descritto come uomini che non sanno pascere coloro che gli sono affidati ma solamente se stessi. Il rapporto che Gesù dichiara di avere con le sue pecore è un rapporto completamente nuovo: non è basato su riti, su benefici, su quello che si ricava dal proprio gregge. Il pastore buono dà la vita per le sue pecore . Proprio perchè è sempre in questo atteggiamento di benevolenza, di accoglienza le pecore ascoltano la sua voce. La voce che ritorna sempre come tema in Giovanni: è la voce di uno che grida nel deserto, Giovanni Battista; è la

15 aprile 2018 - III dopo Pasqua

«Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fiducia». Così preghiamo in ogni Eucaristia quando diciamo, poco prima di ricevere Gesù « liberaci da ogni turbamento ». Il Maestro oggi ci invita ad assumere questi due atteggiamenti fondamentali nella nostra vita: un “no” forte ad ogni forma di paura e, invece, un consenso, un “sì” che si consegna alla fiducia. Sono due atteggiamenti del cuore che sono al fondamento di qualsiasi tipo di rapporto, di qualsiasi relazione che si voglia vivere in armonia, in letizia. Ogni mattina quando ci svegliamo al nuovo giorno il Signore sussurra alle nostre vite “non avere paura, abbi fiducia” e noi diventiamo sempre più noi stessi quando siamo capaci di creare relazioni di fiducia, a partire da chi ci sta attorno, da coloro che condividono con noi la vita ogni giorno. Diventiamo grandi proprio perchè costruiamo rapporti con le persone che ci stanno accanto e questi rapporti sono sempre più autentici quando non sono legati alla paura ma alla fiducia. A

8 aprile 2018 - II dopo Pasqua

Gesù viene. Viene sempre, continuamente, con una tenacia e una costanza che noi non possiamo neanche immaginare. Viene e spesso trova le porte chiuse ma non si arrende, continua a stare lì, ad aspettare che un piccolo varco nel nostro cuore si apra per farci sentire che Lui è venuto perchè il suo cuore è pieno di trepidazione per Maria e per il suo pianto; per le donne che corrono al sepolcro per prendersi cura del suo corpo; per i discepoli di Emmaus che vagano smarriti, senza sapere cosa fare; per Tommaso, con i suoi dubbi e le sue fatiche a credere; infine per loro che ritroverà incapaci persino di fare quello che avevano sempre fatto, pescare. Gesù viene non per parlare di sé ma per incontrare ciascuno di noi, come allora ciascuno di quegli uomini che lo avevano abbandonato, tradito: lui li va a cercare per dire la parola che racchiude tutti i doni del Messia «pace!». Una parola che conosciamo bene - shalom - che non è unicamente l’assenza di conflitti, la cessazione delle guer