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Visualizzazione dei post da gennaio, 2014

31 gennaio 2014 - Il dono di una fede sempre più salda

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«Non temere, soltanto abbi fede!» (Mc 5,36) […] In questo racconto sono presenti due livelli di lettura; quello puramente fisico: Gesù si china sulla sofferenza umana e guarisce il corpo; e quello spirituale: Gesù è venuto a guarire il cuore dell’uomo, a donare la salvezza e chiede la fede in Lui. Infatti, alla notizia che la figlioletta di Giàiro è morta, Gesù dice al capo della Sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!» (v. 36), lo prende con sé dove stava la bambina ed esclama: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!» (v. 41). Ed essa si alzò e si mise a camminare. San Girolamo commenta queste parole, sottolineando la potenza salvifica di Gesù: «Fanciulla, alzati per me: non per merito tuo, ma per la mia grazia. Alzati dunque per me: il fatto di essere guarita non è dipeso dalle tue virtù» ( Omelie sul Vangelo di Marco , 3). […] Questo racconto di guarigione è per noi un invito a superare una visione puramente orizzontale e materialista della vita. A Dio noi chiediamo tante g

30 gennaio 2014 - Gesù ridona libertà e dignità

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Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. (Mc 5,2) L'indemoniato di Gerasa, Riccardo Tommasi Ferroni, 1965 È furioso, l'indemoniato, sconquassato da una schizofrenia profonda, in lui abita una moltitudine. I suoi concittadini, intimoriti dalle sue intemperanze, lo hanno relegato nel cimitero del paese, lontano dal borgo, dopo avere tentato di incatenarlo. Che vita terribile è quella di quest'uomo! Al tempo di Gesù molte manifestazioni incomprensibili erano legate al demonio, anche eventi patologici come le malattie psichiatriche. E Marco, nei suoi racconti, ci descrive sempre degli indemoniati feroci con loro stessi che si fanno del male, si percuotono, si gettano nelle fiamme. Come a lasciar intendere che chi si fa del male è in preda alla tenebra, così la depressione, la sfiducia di sé, l'autolesionismo. Gesù prende a cuore il destino di questo pover'uomo che abita fra le tombe e lo libera.

29 gennaio 2014 - Un granello di luce nel buio della paura

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Maestro, non t'importa che siamo perduti? (Mc 4,38b) La tempesta sul mare di Galilea, Rembrandt 163 3 La barca sta per affondare e Gesù dorme. Il mondo geme con le vene aperte, lotta contro la malattia e la disperazione e Dio dorme. L’angoscia lo contesta: Non ti importa niente di noi? Perché dormi? Svegliati! I Salmi traboccano di questo grido, lo urla Giobbe, lo ripetono gli apostoli nella paura. Poche cose sono bibliche come questa lite con Dio, che nasce dalla passione per la vita, dall’arroganza di un amore che non accetta di finire. Perché avete così tanta paura? C’è tanto da attraversare, tanta paura motivata. Ma troppo spesso la religione si è ridotta a una gestione della paura. Dio non vuole entrare in questo gioco. Egli non è estraneo e non dorme, sta nel riflesso più profondo delle tue lacrime. Sta nelle braccia dei marinai forti sui remi, sta nella presa sicura del timoniere, nelle mani che svuotano l’acqua, negli occhi che scrutano la riva, che forzano

28 gennaio 2014 - La pazienza di Dio

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Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. (Mc 4,26-27) Si parla di semi, oggi, per parlare di Dio e di Regno, di vita interiore e di dinamiche spirituali. Grande Gesù: di fronte a sé aveva uomini e donne abituati a veder crescere una spiga, un arbusto, che sapevano bene la fatica di arare la dura terra della Giudea o ammirare la terra feconda di Galilea. Più difficile per noi, abituati all'asfalto e al bitume, a timidi e depressi alberi a segnare i grandi viali delle nostre città. E l'invito di Gesù, oggi, è quello, dopo avere accolto il seme della Parola che il seminatore semina a piene mani, a lasciar fare alla Parola il proprio corso, senza ansie, senza fretta, senza eccessive preoccupazioni. Difficile a farsi, in questi nostri giorni segnati dal tempo incalzante. Difficile non cedere alla tentazione di monitorare continuamente la nostra vita,

Benedetto

Al termine della visita alle famiglie nelle mie Comunità ho scritto un testo che vuole riassumere un'iniziale riflessione su questa particolare, intensa, faticosa esperienza. La condivido volentieri chiedendovi di trasformarla in preghiera, perché sappia sempre lasciarmi benedire e perché la mia vita sia sempre più una benedizione. Ripensando a queste lunghe settimane dedicate alla visita alle famiglie mi convinco sempre di più che io sono stato benedetto dall’incontro con molti di voi. Benedetto dai bambini : i loro sorrisi, il lento aprirsi all’accoglienza, il riconoscermi perché visto in Chiesa o all’Asilo. Benedetto dalla semplicità, e dall’innocenza. Le donne in attesa di un bimbo : persone che parlano più che con le parole con i loro corpi di un amore che si dilata e comprende, che trasforma e stupisce. Benedetto dall’amore che plasma le esistenze. I ragazzi e i giovani : i più sprovveduti nell’accogliermi, quasi imbarazzati, come a domandarsi che cosa significhi l