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Visualizzazione dei post da febbraio, 2013

24 febbraio 2013 - Diventare sorgente, progetto di vita

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«Viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità». (Gv 4,23) Etienne Parrocel, Gesù e la Samaritana,  Musée des beaux-arts d'Ajaccio Una brocca, un pozzo, una sorgente. Tre immagini d'acqua che si intrecciano come un crescendo musicale, una spirale di vita che sale. «Dammi da bere». Il Signore ha sete d'acqua in quel mezzogiorno accaldato, ma soprattutto ha sete della nostra sete. Ha sete che noi abbiamo sete di Lui. Ha desiderio del nostro desiderio, di questa povera brocca che è il nostro cuore assetato. «Se tu conoscessi il dono di Dio!». Donna, non vivere solo per i tuoi bisogni, fame, sete, amori, un po' di religione, perché quando avrai soddisfatto questi tuoi bisogni fondamentali non avrai che un po' d'acqua in una brocca, presto finita, sempre insufficiente. Non vivere senza mistero. Senza dono. Il dono di Dio è «un'acqua viva che diventa sorgente di vita eterna». Non

21 febbraio 2013 - Un tempo per rimparare ad amare

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« Io vi dico: se la vostra giustizia  non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli». (Mt 5,20)     Liz Lemon Swindle, Chi di voi è senza peccato La quaresima ci porta a conversione, a rag giungere l'essenzialità nella vita di fede, a superare la distanza (a volte un vero e proprio baratro!) fra quello che diciamo di credere e la nostra vita. È pieno il mondo di credenti che usano la propria fede come scudo, che tirano Dio per la giacchetta arrivando a giustificare ogni scempio possibile. Certo, nessuno di noi, oggi, si sognerebbe di combattere una guerra in nome di Dio, ma ho visto, ahimé, all'interno della Chiesa trasgredire i più elementari principi di giustizia umana in nome di un'ipotetica giustizia divina! Gesù è diretto e tagliente: la Parola che Dio ci dona è da prendere estremamente sul serio, da accogliere in tutta la sua destabilizzante provocazione. Non basta non uccidere o non rubare, il Signore

20 febbraio 2013 - Gesù il compimento della Legge

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«Non sono venuto ad abolire la Legge, ma a dare pieno compimento». (Mt 5,17) La fede consiste in un intimo rapporto con Cristo, un rapporto basato sull'amore di Colui che ci ha amati per primo (cfr 1   Gv   4, 11), fino all'offerta totale di se stesso. "Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi" ( Rm   5, 8). Quale altra risposta possiamo dare ad un amore così grande, se non quella di un cuore aperto e pronto ad amare? Ma che vuol dire amare Cristo? Vuol dire fidarsi di Lui anche nell'ora della prova, seguirLo fedelmente anche sulla   Via Crucis , nella speranza che presto verrà il mattino della risurrezione. Affidandoci a Cristo non perdiamo niente, ma acquistiamo tutto. Nelle sue mani la nostra vita acquista il suo vero senso. L'amore per Cristo si esprime nella volontà di sintonizzare la propria vita con i pensieri e i sentimenti del suo Cuore. Questo si realizza mediante

19 febbraio 2013 - L'opera più grande è contemplare Dio

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«Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli». (Mt 5,16) Quali sono le opere buone che potrebbero portare un non credente a rendere gloria a Dio? La coerenza, la credibilità, la carità, l'onestà, la povertà evangelica? Queste sono tutte cose buone, che possono destare ammirazione, ma anche disagio e rifiuto. Sono cose che mi mettono in luce, ma che non portano a rendere gloria a Dio. Una persona perfetta, mi da fastidio, perché la sua semplice esistenza mi fa sentire giudicato e scadente; quindi ho tendenza a evitarla, pur ammirandola, e mi suscita la domanda: "Perché Dio mi ha creato cosi diverso? Dov'è la sua giustizia?". Il sale della terra, la luce del mondo è Gesù. La mia vita sarà luce e sale se parlerà di Lui, e il meno possibile di me che sono contemporaneamente tramite e intralcio. Penso che le uniche opere che posso compiere affinché

18 febbraio 2013 - Felicità, parola chiave delle beatitudini

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Si mise a parlare e insegnava loro. (Mt 5,1) Cosimo Rosselli, Discorso della Montagna, Cappella Sistina - Vaticano Le nove Beatitudini sono il cuore del Vangelo; al cuore del Vangelo c'è per nove volte la parola felicità, c'è un Dio che si prende cura della gioia dell'uomo, tracciandogli i sentieri. Come al solito, inattesi, controcorrente, e restiamo senza fiato, di fronte alla tenerezza e allo splendore di queste parole. Sono la nostalgia prepotente di un tutt'altro modo di essere uomini, il sogno di un mondo fatto di pace, di sincerità, di giustizia, di cuori puri. Queste nove parole sono la bella notizia, l'annuncio gioioso che Dio regala vita a chi produce amore, che se uno si fa carico della felicità di qualcuno il Padre si fa carico della sua felicità. Le beatitudini sono il più grande atto di speranza del cristiano. Quando vengono proclamate sanno ancora affascinarci, poi usciamo di chiesa e ci accorgiamo che per abitare la ter