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Visualizzazione dei post da giugno, 2016

26 giugno 2016 - VI domenica di Pentecoste

Dopo aver incontrato la figura di Abramo, l’amico di Dio, il Padre nella fede, colui che coglie l’intuizione profonda che sia un Dio unico da seguire, che attende pazientemente il compimento di una promessa che sembra così lontana da potersi realizzare - sia per la fragilità del suo corpo sia per il tempo in cui questa promessa viene donata ma non compiuta -, oggi ci fermiamo a contemplare un altro tratto del cammino del popolo d’Israele, questo popolo che con la guida di Mosè aveva lasciato l’Egitto per andare verso la terra promessa passando attraverso quel momento di salvezza così grande da diventare Pasqua del popolo d’Israele. Ancora oggi, infatti, essa è memoriale di un evento che ha cambiato la storia di un popolo: il passaggio dalla schiavitù alla libertà, dalla morte alla vita. Una nuova alleanza dopo quella di Abramo, sancita sul Sinai attraverso tre segni: la consegna delle dieci parole - i dieci comandamenti; l’aspersione con il sangue - il sangue che è la vita; il

19 giugno 2016 - V domenica dopo Pentecoste

C’è dunque qualcuno che può essere escluso dalla salvezza? Quando parliamo di “salvezza” che cosa intendiamo? Cosa significa per me essere salvo? Far coincidere la salvezza unicamente con il paradiso ci limita molto, perché il paradiso non è qui, adesso. Ci si potrebbe chiedere il perché di tanta fatica allora… La salvezza è un’esperienza che vivo già qui, ora, che certo mi apre le porte per una felicità eterna ma che non può essere come una sospensione, un’attesa per alcuni lunga, per alcuni tormentata, per altri più lineare… La salvezza non deve essere solo un’esperienza dopo la morte, ma deve riguardare anche questo momento, anche questa celebrazione che sto vivendo.  Qualcuno può rimanerne escluso? La Parola di Dio di oggi ci rivela tre momenti che si legano poi tutti insieme. Innanzitutto, la più grande preghiera di intercessione di Abramo, il padre nella fede, lui intercede per un popolo di pagani. Non sono credenti nel Dio che lui sta imparando a conoscere ma sente

12 giugno 2016 - IV domenica di Pentecoste

Gen 4,1-16; Sal 49; Eb 11,1-6; Mt 5,21-24 « Se agisci bene non essere irritato e tieni alto il tuo volto, ma se non agisci bene lasci che il peccato sia accovacciato alla tua porta. Tu puoi dominarlo». Tutti i giorni siamo a confronto con il bene e con il male. Purtroppo tante volte questo giudizio lo diamo in base al buon senso, a quello che ci viene suggerito più dal pensare comune, dalle convenienze, dalle abitudini e non tanto dall’ascolto della Parola di Dio. Ogni giorno facciamo i conti con il bene e con il male. A volte decidiamo di compiere il bene e lo facciamo anche con fatica, sapendo che non sempre scegliendo questa strada ci ritorna immediatamente un bene. A volte, però, pur sapendo che quell’azione che stiamo per fare è male, la facciamo ugualmente pensando di bastare a noi stessi e che, in fondo, non ci sia una conseguenza. L’esperienza che la Genesi descrive del rapporto tra fratelli è un’esperienza che ogni giorno ci viene raccontata attraverso le storie di uo

11 giugno 1994 - 11 giugno 2016

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«Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore  e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo.  Come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per farsi servire,  ma per servire  e dare la propria vita in riscatto per molti ». (Mt 20, 27-29)

5 giugno 2016 - III domenica dopo Pentecoste

È sempre faticoso scegliere di trovare il tempo o scegliere di andare a chiedere perdono al Signore. Tendiamo sempre a giustificarci, a pensare “ perché dobbiamo chiedere perdono? , in fondo non ammazziamo nessuno, non rubiamo, siamo sempre i migliori di tanti altri che ci vengon opposti nei fatti di cronaca o dalle notizie che ci giungono dal nostro paese o da tutto il mondo” . Quando poi andiamo a confessarci, magari in occasione della Pasqua o del Natale, ci troviamo a dire “ io non ho peccati, non ho fatto niente di male ”… Il motivo per cui non riusciamo a cogliere né l’importanza del sacramento né la valenza che esso può avere per la nostra vita è legato al fatto che ci confrontiamo sempre con noi stessi, con le nostre impressioni, con quello che pensiamo noi sia giusto oppure non sia giusto. L’incontro con la Parola di Dio ci aiuterebbe invece a scoprire che il peccato che genera ogni altro peccato è la sfiducia nei confronti di Dio. Il testo della Genesi ce lo presenta a