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Visualizzazione dei post da aprile, 2013

30 aprile 2013 - La conversione è un cammino interiore

E in quel luogo molti credettero in lui. (Gv 10,42) Il Vangelo di oggi dovrebbe essere letto alla luce di tutto il capitolo 10, dove emerge mirabilmente la figura di Gesù buon/bel pastore. Allora si comprende facilmente questo ritornare di Gesù proprio dove aveva iniziato la sua predicazione: al di là del Giordano. Un luogo di confine. Dove nessuno era stato capace di oltrepassare. Mosè dovette fermarsi al di qua. Gesù non è solo la via: “Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo” (Gv 10,9). Significativa è la conclusione della pericope: ”E in quel luogo molti credettero in lui” (Gv 10,42). C’è una moltitudine di gente che esce dalla una città fortificata per seguirlo; esce simbolicamente dalle sicurezze della propria vita. Affrontano, non solo fisicamente, un cammino che evidentemente non è solamente spaziale. Per comprendere, per capire una realtà è necessario distaccarsene, allontanarsi dal luogo di ten

29 aprile 2013 - Fedeltà perseverante

Santa Caterina da Siena dottore della Chiesa,  patrona d'Italia e d'Europa «Le sagge insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi». (Mt 25,4) La venuta dello Sposo divino non è prevedibile, non è programmabile. È certo che Egli verrà, ma non si sa quando. Di conseguenza l’attesa non può essere che un  permanente e continuo “essere pronti” per andargli incontro. Se uno conosce l’ora in cui un altro arriva, ha tutto il tempo per programmare la sua preparazione; ma se la venuta è imprevedibile, si deve essere sempre pronti, pena l’essere trovati impreparati. Coloro che attendono sono rappresentati da dieci ragazze. Ma il gruppo è diviso in cinque ragazze sagge e cinque stolte. La saggezza consiste nel fare una scorta di olio che possa durare molto a   lungo, fino alla futura, anche se molto tardiva, venuta dello sposo. L’olio qui evidentemente è un simbolo, indica la fedeltà perseverante. Rimanere senz’olio significa venir meno

28 aprile 2013 - Amare con lo "stile" di Gesù

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«Vi do un comandamento nuovo:  che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi,  così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri». (Gv 13,34-35) Alfredo Pettinari, L'ultima cena - Chiesa Parrocchiale di Tavazzano Vi do un comanda­mento nuovo, che vi amiate gli uni gli al­tri. 
Sì, ma di quale amore? Parola così abusata, parola che a pronunciarla male brucia le labbra, dicevano i rabbini. Noi confondiamo spesso l'amore con un'emo­zione o un'elemosina, con un gesto di solidarietà o un momento di condivisione. 
Amare sovrasta tutto questo, perché contiene il brivido e­mozionante della scoperta dell'altro, che ti appare non più come un oggetto ma co­me un evento, come colui che ti dà il gusto del vivere, che spalanca sogni, che ha la forza dolce delle nascite, che ti fa nascere, con il me­glio di te. Per amare devo guardare u­na persona con gli occhi

27 aprile 2013 - Beate Caterina e Beata Giuliana del sacro Monte di Varese

«Ancora per poco tempo sono con voi;  poi vado da colui che mi ha mandato.  Voi mi cercherete e non mi troverete;  e dove sono io, voi non potete venire». (Gv 7,33-34) At 14,1-7.21-27; Sal 144;  1Cor 15, 29-34b; Gv 7, 32-36 Beata Caterina e Baeta Giuliana, il vostro aiuto ci sostenga affinché vi possiamo imitare nell’amore della contemplazione e nella sequela di Cristo crocifisso. Pregate perché crescano in noi la santa pazienza, la continua perseveranza, la confidenza nella bontà di Dio. Chiedete per noi questi doni che voi stesse lasciaste quale vostro testamento: che abbiamo carità e amore gli uni per gli altri e che sempre cerchiamo di vivere secondo la volontà di Dio.