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Visualizzazione dei post da settembre, 2016

25 settembre 2016 - IV domenica dopo il Martirio di San Giovanni

Il popolo d’Israele ha vissuto tutta la sua storia guidato da alcune parole, ricevute dai patriarchi, dai giudici, dai re e dai profeti. Parole che hanno accompagnato il cammino del popolo di Dio. Il popolo di Dio si è cibato di queste parole: espressione che ci sembra strana ma che appartiene anche alla nostra quotidianità, pensiamo, ad esempio, quando leggiamo un libro con tanta gioia e impegno diciamo che quasi “lo divoriamo”. Questa immagine ci dice come una realtà, che ovviamente non è un cibo, ci interessa così tanto da diventare nostra. Così anche in questi giorni un libro famoso è andato a ruba perché tutti lo attendevano, perché prima avevano letto i libri precedenti ed era stato per loro un nutrimento. Tutto questo ci ha introdotto al mistero di Gesù che è venuto tra noi e non ci ha consegnato solo delle parole - il Vangelo - ma anche dei segni. Nella sua fantasia, ci ha  proposto di ripetere ogni volta che ci troviamo insieme un segno che ci rimanda al dono della sua s

18 settembre 2016 - Messa della Festa dell'Oratorio

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Logo dell'Anno Oratoriano 2016-2017 La Parola di Dio di oggi ci ripete spesso una parola: “ testimonianza ”. Mi domando e vi domando c he cos’è un testimone? Chi è un testimone per noi? Se io vedo una cosa che accade, capisco cosa sta accadendo e mi viene chiesto di dire qualcosa a riguardo, io sono testimone di quello che ho visto. In ambito poi giudiziario il testimone è una persona importante perché può sostenere un’accusa o una difesa. La nostra lingua italiana usa per lo stesso vocabolo tanti significati. Se qualcuno di voi ha seguito le Olimpiadi saprà che c’è una gara dell’atletica leggera che si chiama “staffetta”: uno corre e tiene in mano un bastoncino che si chiama proprio testimone. Quando uno corre passa all’altro il testimone e quel passaggio deve essere fatto in un certo modo, in un arco di tempo, senza farlo cadere altrimenti si è squalificati. Ieri ho celebrato un matrimonio e c’erano i testimoni, che sono coloro che firmano il fatto che quello che abbiam

11 settembre 2016 - II domenica dopo il martirio di San Giovanni

Sappiamo bene che facciamo più volentieri, con più dedizione e attenzione, cura, fedeltà, le cose che amiamo. Poi siamo chiamati a fare anche tante attività che non amiamo. Ma ci rendiamo conto come questa cosa semplice ci accompagna nella vita. Esserne persuasi o consapevoli ci aiuta perché ci permette di capire come mai a volte altre realtà le tralasciamo, le rimandiamo…. Inoltre, sappiamo bene che siamo disposti a compiere delle attività, dei lavori, delle mansioni e anche delle obbedienze più volentieri se la persona che abbiamo davanti è una persona che amiamo o dalla quale ci sentiamo amati. Questo è importante perché ci aiuta a capire cosa vuole dirci il Signore oggi attraverso questa piccola parabola, chiede il nostro parere: « Cos’è giusto?». Quelli che lo ascoltano rispondono bene perché « è giusto fare quello che il Padre chiede » anche se inizialmente abbiamo mostrato della resistenza, anche il rifiuto. A volte invece ci pare di essere un po’ di più come il secondo figl

8 settembre 2016 - All'inizio di un nuovo anno pastorale

Questo tradizionale appuntamento che vede protagonisti i fedeli delle nostre comunità quest’anno è arricchito da tutti i temi che ci sono stati offerti intorno a questo anno straordinario della misericordia. Ciascuno di noi, in modi diversi, si è lasciato incontrare da questo messaggio. Quando lo scorso anno annunciai la visita alle famiglie, vi proposi un testo nel quale tentavo di declinare cosa significava vivere nella quotidianità la misericordia. Credo che sia bene recuperarlo perché ormai, andando verso la conclusione di questo anno, vorremmo custodire nel cuore il percorso fatto, i passi compiuti, e vorremmo saper cogliere la bellezza e la bontà che sono ancora racchiusi nei prossimi giorni. Erano tre indicazioni che mi sembrano molto semplici ma importanti e preziose, facili. Innanzitutto, salutare tutti . Il saluto dice che io mi accorgo dell’altro, di chi incontro, di chi mi sta accanto. È il primo passo verso il dialogo, è il primo modo per superare la differenza

4 settembre 2016 - I domenica dopo il martirio di San Giovanni

Giovanni nella sua predicazione si era rivolto in modo particolare ai Giudei e, tra loro, ai sommi sacerdoti e agli scribi. Il teatro della sua predicazione era stato il fiume Giordano perché insieme alla parola forte ed esigente della conversione c’era anche il gesto della purificazione con l’acqua. Molti si domandavano se non fosse proprio Giovanni colui che Dio aveva mandato per ridare al suo popolo l’antico splendore nella memoria del grande momento storico che fu il regno di Davide e di Salomone. Appena Giovanni viene arrestato, Gesù inizia la sua predicazione e sceglie come luogo la Galilea, una terra vista dai Giudei con un po’ di sospetto. Se nei confronti dei samaritani avevano un vero e proprio rifiuto in quanto li consideravano degli eretici perché nelle varie dominazioni subite avevano anche colto le proposte delle loro abitudini religiose e di tradizioni, per quanto riguarda la Galilea c’era uno sguardo di sopportazione ma non certo di stima tanto che, vi ricordate,

1 settembre 2016 - Santuario della Madonna della Guardia

Ripetiamo questo gesto di venire qui ormai per il terzo anno. Sta diventando una tradizione quello di venire all’inizio dell’anno pastorale, all’inizio della festa patronale di una delle parrocchie della nostra Unità Pastorale per affidare a Maria il cammino del nostro essere Chiesa, in comunione tra noi per l’amore di Cristo Gesù. Veniamo qui ad affidare a Lei il cammino di comunione tra le nostre tre parrocchie, un cammino che non sempre appare facile a motivo della storia che ciascuno ha, a motivo delle scelte fatte nel passato. Eppure, le esperienze che abbiamo vissuto - anche recentemente durante questa estate - tra persone delle tre comunità ci dicono che è possibile vivere insieme, che è l’Eucaristia che fa comunione, che è Gesù che ci aiuta a superare ogni limite e, anzi, è Lui che ci fa valorizzare il bene che c’è in ciascuno, anche se diverso da me, anche se appartenente a un’altra esperienza, a un’altra realtà. Così noi oggi veniamo qui e chiediamo alla Vergine Ma