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Visualizzazione dei post da dicembre, 2016

31 dicembre 2016 - Te Deum

Gran parte di questo anno è stato caratterizzato dell’incessante richiamo a vivere la misericordia come esperienza personale e comunitaria del Dio a noi rivelato da Gesù Cristo. Ho pensato allora di rileggere questo anno alla luce delle opere di misericordia spirituale e corporale, temi che in modo singolare abbiamo considerato durante il tempo di quaresima e dopo la Pasqua.  Così mi sono domandato: Come abbiamo vissuto il consigliare i dubbiosi? Ringraziamo il Signore per coloro che hanno dato testimonianza autentica della loro fede non cedendo alla banalità dei luoghi comuni; per coloro che non hanno dato adito al si dice e alle chiacchiere; a quanti non hanno ceduto a pensare male di qualcuno sulla scorta di illazioni e maldicenze. Come abbiamo vissuto l’insegnare agli ignoranti? Ringraziamo il Signore per quanti nella nostra Comunità hanno dedicato tempo alla propria formazione per farsi carico dell’accompagnamento nella fede, in particolare dei più giovani. Ringraz

25 dicembre 2016 - Messa del giorno

Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce. Su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Così il profeta Isaia ci presenta il mistero dell’apparizione della grazia di Dio fra gli uomini: Gesù, Dio con noi. Così la Chiesa oggi ci presenta il mistero che è il Natale: luce che squarcia le tenebre, luce che rifulge sulla terra che è preda dell’oscurità. Così anche il Vangelo ci dice che l'apparizione degli angeli ai pastori è Gloria che li avvolge di luce . Queste parole, luce e tenebre , ci aiutano a riflettere sulle esperienze della nostra vita perché sono capaci di evocare tante realtà che noi viviamo. Per il profeta che parlava agli uomini del suo tempo questo messaggio era invito alla speranza. Un popolo che aveva vissuto il dramma della guerra, la pena dell’esilio, un futuro incerto, fatto più di paure, di tristezza che di possibilità di una vita rinnovata. C’era all’orizzonte ancora la possibilità di una sofferenza dovuta alla guerra,

25 dicembre 2016 - Santo Natale

C’è un canto, un inno che la Chiesa durante il tempo di Avvento trattiene; un grido di gioia che in questo arco di tempo così lungo viene proclamato solamente in occasione della memoria di grandi santi, come Andrea o Ambrogio, o in occasione della solennità dell’Immacolata Concezione. Il canto del gloria viene trattenuto perché la Chiesa vuole usarlo per questo momento, per la notte di Natale, eco di quell’annuncio che gli angeli portarono ai pastori e che loro poi iniziarono a raccontare a tutti quelli che avevano la possibilità, la disponibilità di ascoltarli. Così la Chiesa, dopo questo arco di tempo così lungo di attesa, canta la sua gioia. Cantare è l’espressione di chi lascia che tutto il suo corpo dica una gioia interiore. Così, quando vogliamo esprimere qualcosa dal profondo diventa canto, e non è importante se sia aggraziato o perfetto perché esprime dal profondo quello che noi vogliamo dire. La Chiesa oggi è toccata nel profondo dalla memoria che Dio è con noi , dice

24 dicembre 2016 - Vigiliare Vespertina del Santo Natale: Gesù la luce che illumina ogni uomo

Rimango sempre affascinato dalle persone che dedicano tempo a realizzare il presepio. Anche quest’anno non sono riuscito io a prepararlo e fortunatamente ho la mia Mamma che nella mia casa mette i segni del Natale, e anche il presepio. Camminando per le strade delle nostre Comunità ho pensato a un presepe, a un presepe dove c’è tantissima luce. Innanzitutto nel mio presepe ci sono dei lampioni. I lampioni danno una luce intensa, forte che è capace di spezzare l’oscurità; i lampioni danno sicurezza, soprattutto in quelle sere dove il buio è fitto oppure quando inizia a salire la nebbia. Ho pensato che i lampioni sono i papà . I papà sono capaci di illuminare il cammino, a volte sembrano lontani, distaccati, freddi come un lampione - una luce in alto -, eppure ci accorgiamo quando manca la luce di un lampione e la invochiamo perché il procedere sulla strada diventa meno sicuro. Nel mio presepe ci sono dei lampioni, ci sono tanti papà. Nel mio presepe ci sono delle lucette

11 dicembre 2016 - V di Avvento

Mi 5,1; Ml 3,1-5a. 6-7b; Sal 145; Gal 3, 23-28; Gv 1, 6-8. 15-18 Nel cammino dell’Avvento abbiamo due guide che ci accompagnano e ci portano alla meta, alternativamente ci vengono proposte nella liturgia della Parola e nella celebrazione. Queste due guide sono da una parte la Madonna , che abbiamo contemplato anche in questi giorni nella sua Immacolata Concezione, e dall’altra Giovanni Battista , il profeta “ precursore ” cioè colui che introduce definitivamente l’ingresso di Gesù nella storia e ci indica Lui come Agnello di Dio, come colui che ci rivela il volto del Padre perché è una realtà unica col Padre, vive nel seno del Padre, vive una comunione così profonda che solamente Lui può farci comprendere, intuire, i tratti del volto di Dio. Fino alla nascita di Gesù la storia della salvezza è caratterizzata dall’esperienza di un popolo piccolo, il popolo d’Israele che purtroppo fin dall’inizio - questo ci assomiglia - non è stato fedele alle parole di Dio. Spesso per superfi

8 dicembre 2016 - Immacolata Concezione

Benedetti, scelti prima della creazione del mondo, predestinati a essere figli adottivi: questo è il disegno buono di Dio sull’umanità. Un disegno talmente buono da mettere nel cuore dell’uomo il desiderio di essere come Dio. Ad un certo punto questo desiderio è diventato una domanda oscura, un tarlo interiore: ma non è che Dio sia un imbroglione? Il limite che mi ha messo non è perché io non possa essere di più, più grande, più importante, eterno…. Questa sfiducia diventa il male che conosciamo, l’uomo pensa “è Dio che mi ha dato il male” e così quel disegno buono nelle mani di Dio sembra frantumarsi. Quell’iniziativa colma d’amore, che descriveva l’uomo a camminare con il suo Dio nel giardino rigoglioso della vita diventa un teatro come quello che noi oggi contempliamo, di un mondo che sembra essere smarrito, oscurato da un male dal quale non riesce più a liberarsi. Fin dall’inizio Dio, di fronte pure alla sfiducia dell’uomo dice « tu, serpente, verrai insidiato dal calcagno d

4 dicembre 2016 - IV di Avvento

Is 40,1-11; Sal 71; Eb 10,5-9a; Mt 21, 1-9 Ma se stiamo aspettando qualcuno, chi stiamo aspettando? Diciamo che l’Avvento è il tempo dell’attesa del Signore. Che Signore stiamo attendendo? I bambini possono raccontarci dei loro sogni di bambini e dei racconti che noi grandi facciamo loro. Noi gli parliamo di Gesù Bambini e facciamo fatica a fargli capire che Gesù è venuto nella storia e che questo Natale è per noi - e per loro - memoria del fatto che Gesù viene sempre, in ogni istante; facciamo fatica a fargli capire che noi prepariamo questo momento con tanta cura perché non vogliamo abituarci al fatto che Lui venga sempre nella nostra storia. Ma ai nostri ragazzi, ai nostri giovani cosa diciamo? Chi stiamo aspettando? Perché vale la pena aspettarlo, dedicare tempo, attenzione, cura, come di ogni attesa? A tanti adulti cosa diciamo? A quelli che incontro ogni giorno nella visita alle famiglie di questo tempo, estranei a un cammino di fede legato alla comunità cristiana: chi