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Visualizzazione dei post da aprile, 2012

Il diaconato dell'amico JOJIN

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Il mio amico Jojin sarà ordinato diacono tra pochi giorni. Vi invito a pregare per lui perché il suo sorriso, riflesso del suo spirito buono e sincero, risplenda sempre come benedizione di Dio per ogni uomo che la Provvidenza gli consegnerà come compagno di viaggio.

30 aprile 2012 - Dio si fa pane per la vita del mondo

«Io sono il pane della vita». (Gv 6,48) La storia di Elia ci aiuta a interpretare il Vangelo di oggi. Dio stesso si fa pane e vicinanza, angelo e carezza perché noi, profeti troppe volte stanchi, non ci arrendiamo al deserto che ci assedia. Io sono il pane disceso dal cielo. Io sono il Pane della vita. La mia carne è per la vita del mondo. Tre affermazioni che riassumono il brano. Io sono pane: pane indica tutto ciò che ci mantiene in vita, Cristo fa vivere. Fa vivere con la Parola, con le persone, con il giorno che ci dona, con pane e acqua, un’intima luce e angeli che non ci aspettavamo, con se stesso. Pane disceso: il movimento decisivo della storia è discendente, è Lui che si incarna e vuole la comunione con me; è Lui che attraversa deserti e crea sorprese di pa­ne e di carezze, è Lui che invita. È disceso dal cielo perché la terra non basta, perché a nessun figlio prodigo basteranno mai le ghiande contese ai porci. Ogni figlio ha nostalgia del pane di casa: la nostra cas

29 aprile 2012 - Gesù offre all'uomo la vita eterna

«Le mie pecore ascoltano la mia voce  e io le conosco ed esse mi seguono.  Io do loro la vita eterna». (Gv 10, 27-28) Le mie pecore ascolta­no la mia voce. A­scoltare: il primo di tutti i servizi da rendere a Dio e all'uomo è l'ascolto. Il primo strumento per tessere un rapporto. A­scoltare qualcuno è già dirgli: tu sei importante, tu mi interessi. Amare è a­scoltare. Pregare è ascol­tare Dio. Ma perché la Sua voce merita di essere a­scoltata? Gesù risponde: perché io do loro la vita e­terna. Ed è importante, per una volta almeno, fer­mare tutta l'attenzione proprio su quanto Gesù si impegna a fare per noi. Lo si fa così raramente. Tutti sono lì a ricordarci i no­stri doveri, a richiamarci all'impegno, allo sforzo per far fruttare i talenti, per mettere in pratica i comandamenti. Molti cri­stiani rischiano di scorag­giarsi perché non ce la fanno. Ed io con loro.  E allora è bene, è salute dell'anima, respirare la forza che nasce da queste parole di Gesù

28 aprile 2012 - Gesù unica risposta ai nostri desideri

«Io sono il pane della vita;  chi viene a me non avrà fame  e chi crede in me non avrà sete, mai!» (Gv 6,35) Gesù, visto che il miracolo della moltiplicazione dei pani è stato male interpretato, fugge. Dio fugge sempre dalle interpretazioni approssimative che lo riguardano, non si lascia mettere in gabbia. La gente lo cerca perché è stata saziata, vuole un Dio che la metta al riparo dalla fatica, che esiga devozione e rispetto, certo, ma che, in cambio, mantenga i suoi sudditi. Gesù rimprovera la gente, deluso: voi mi state cercando perché vi ho saziati. E noi, per quale ragione cerchiamo il Signore, cosa ci spinge a credere in lui? Forse perché siamo stati saziati nelle nostre preghiere, nei nostri desideri? La folla continua: dacci un altro segno, come Mosé diede la manna. Incredibile: il Signore ha appena sfamato cinquemila capi-famiglia! Povero Gesù! E poveri noi! Di quanti segni abbiamo ancora bisogno, di quante testimonianze per credere, infine? Forse Dio non ci ha col

27 aprile 2012 - Il fondamento della fede è credere in Gesù

«Questa è l’opera di Dio:  che crediate in colui che egli ha mandato». (Gv 6,29) Gesù ha sfamato la folla. Il miracolo più eclatante, quindi, si è compiuto e i risultati sono ambigui, come di fronte ad ogni miracolo. Taluni capiscono, ma i più vedono il risultato immediato: hanno cibo gratis! Gesù fugge il clamore e l'inevitabile pubblicità e l'ambiguità che ne deriva, ma viene raggiunto. Chi non voterebbe un governo che invece di chiedere tasse offrisse dei soldi? Gesù richiama la folla all'essenziale: andate al di là dei segni, guardate il significato di ciò che è accaduto. La domanda, amici, è inquietante: perché credo in Dio? Per il cibo che mi ha saziato? Per ciò che mi ha donato e che ancora mi aspetto da lui? Può essere una ragione, ma è una ragione fragile e ambigua. Può accadere, specialmente se abbiamo vissuto una forte esperienza spirituale in un movimento o durante un pellegrinaggio, di uscirne esaltati, salvo poi restare scottati dalla ricaduta nel quo

26 aprile 2012 - Gesù ci raggiunge nel mezzo di ogni tempesta

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«Sono io, non abbiate paura!» (Gv 6,20) Tintoretto (Jacopo Robusti) - Gesù cammina sulle acque del Mare di Galilea  (National Gallery of Art Washington) La moltiplicazione dei pani e dei pesci si è rivelato un fallimento, la gente non ha capito il senso profondo del miracolo e neppure gli apostoli stanno col Maestro: egli sale sulla montagna, loro scendono a pescare... Con il miracolo della moltiplicazione Gesù afferma che condividere anche quel poco che si ha può sfamare la folla. Le gente ha capito che (finalmente!) Dio dona da mangiare gratis… Deluso e amareggiato il Signore si ritira in preghiera, deve decidere come muoversi, ora. Gli apostoli, frastornati, tornano a pescare: quello che doveva essere l'apoteosi del ministero di Gesù si è trasformato in una profonda incomprensione, insanabile, con la folla. Ma allontanarsi dal Maestro, anche quando dice cose scomode, suscita in noi la tempesta e rischiamo di affogare. Allora, il Signore ci raggiunge in mezzo alle dif

25 aprile 2012 - La forza del Vangelo passa di cuore in cuore

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«Pace a questa casa! » « È vicino a voi il regno di Dio». (Lc 10, 5.9) (San Marco evangelista) Partono senza pane, né sacca, né denaro, senza nulla di superfluo, anzi senza nemmeno le cose più utili. Solo un bastone cui appo ggiare la stanchezza e un amico a sorreggere il cuore. Senza cose.   Semplicemente uomini.   Perché l'incisività del messaggio non sta nello spiegamento di forza o di mezzi, ma nel bruciore del cuore dei discepoli, sta in quella forza che ti fa partire, e che ha nome: Dio.  La forza del Vangelo, e del cristianesimo, non sta nell'organizzazione, nei mass-media, nel denaro, nel numero. Ancora oggi passa di cuore in cuore, per un contagio buono.  Partono senza cose, perché risalti il primato dell'amore. L'abbondanza di mezzi forse ha spento la creatività nelle chiese. Il viaggio dei discepoli è come una discesa verso l'uomo essenziale, verso quella radice pura che è prima del denaro, del pane, dei ruoli. Anche per questo saran

24 aprile 2012 - Intelligenti e liberi per scoprire la presenza di Dio

« Ma voi non volete venire a me  per avere vita ». (Gv 5,40) Giovanni concepisce il suo vangelo come un lungo processo tra luce e tenebre e, nell'ennesima discussione di oggi, Gesù afferma due scomode verità. La prima è che l'esperienza di Israele porta verso di lui, che davvero egli è il compimento delle attese e delle promesse ad Israele. Come cristiani siamo chiamati a conoscere l'esperienza di Israele, a rileggerne la storia e le profezie come preparazione alla venuta del Maestro. I cristiani conoscono poco e male l'Antico Testamento e ancora peggio la fede e la costanza dei nostri fratelli maggiori, gli ebrei, cui dobbiamo la Scrittura e il Signore Gesù, ebreo. La seconda verità ci è ancora più scomoda: Gesù dice che non può venire riconosciuto da coloro che prendono gloria gli uni dagli altri. Ah, che dura verità, questa! Se sono tutto coinvolto e assorbito dalla mia esteriorità e da ciò che pensa la gente di me, difficilmente riuscirò ad essere sufficien

23 aprile 2012 - Il male sanato

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« Il Padre gli ha dato il potere di giudicare,  perché è Figlio dell’uomo » . (Gv 5,27) Il giorno della risurrezione dai morti è anche il giorno del Giudizio, cioè della separazione definitiva del bene dal male. Non c'è dubbio che questa sia opera di Dio solo; gli uomini non riescono a vincere il male dentro se stessi, tanto meno il male del mondo intero. Eppure Cristo figlio dell'uomo ha ricevuto questo potere e lo ha trasmesso agli apostoli e ai discepoli, affinché nella storia vincessero il male e preparassero la vittoria del bene. Oggi piacciono le statistiche, con i calcolatori si riesce a sapere quanti interventi chirurgici sono stati effettuati nell'arco di un anno negli ospedali, quanti orfani hanno trovato posto negli istituti, quanti soldi sono stati spesi per le opere di beneficenza. Tutti dati consolanti. Ma c'è un'attività che sfugge ai computer e non può essere calcolata da nessuna statistica umana: quanto male viene sanato con il sacra

22 aprile 2012 - Dio non vuole essere temuto ma amato

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«Io sono la via, la verità e la vita.  Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.  Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio:  fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». (Gv 14,6-7) Mario Bogani, Ultima cena (particolare) - Chiesa dei Salesiani (Brescia) Vi porterò con me, perché siate dove sono io. C'è un luogo in principio a tutto, una casa il cui segreto basta a confortare il cuore. Lì abita Qualcuno che ha desiderio di noi, nostalgia di noi, che non sa immaginarsi senza di noi e ci vuole con sé. Da questo luogo parte l'onda che viene a smuovere la nostra storia. Signore, non sappiamo dov'è, come ci si arriva? Gesù risponde: sono io la via. La strada per l'accesso a Dio è la vita di Cristo, da ripercorre con la mia: compiere i suoi gesti, preferire coloro che lui preferiva, rinnovare le sue scelte, muoversi soltanto in quella direzione, perché altrimenti non arrivi, quella indicata da Gesù stesso: vi do' un comandamento nuovo,

21 aprile 2012 - Lo Spirito senza misura

« Colui infatti che Dio ha mandato  dice le parole di Dio:  senza misura egli dà lo Spirito » . (Gv 3,34) Dio ha dato a Cristo lo Spirito Santo “senza misura”, proclama Giovanni Battista, secondo il IV Vangelo. E san Tommaso d’Aquino spiega nel suo limpido commento che i profeti ricevevano lo Spirito “con misura”, e perciò “parzialmente” profetizzavano.  Cristo invece ha lo Spirito Santo “senza misura” : sia come Dio, in quanto il Padre mediante l’eterna generazione, gli dà di spirare lo Spirito all’infinito; sia come uomo, in quanto, mediante la pienezza della grazia, Dio lo ha colmato di Spirito Santo, perché lo effonda in ogni credente (san Tommaso, Super Evang. S. Ioannis Lectura , c. III, 1. 6, n. 541-544). Il Dottore Angelico si riferisce al testa di Giovanni ( Gv  3, 34): “Infatti colui che Dio ha mandato proferisce le parole di Dio che  dà (a lui) lo Spirito senza misura ” (secondo la traduzione proposta da illustri biblisti). Veramente possiamo esclamare con intima

20 aprile 2012 - La gioia dell'amico dello Sposo

«Egli deve crescere e io diminuire»  (Gv 3,30) Il quarto evangelista ritorna a parlare del Battista alla fine del cap. 3 quando – dopo l’episodio delle nozze di Cana, la cacciata dei trafficanti dal tempio e il dialogo notturno con Nicodemo – racconta ancora del ministero di Giovanni. È l’ultima occasione in cui compare il Battista: 3, 22 Dopo queste cose, Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea; e là si tratteneva con loro e battezzava. 23 Anche Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché là c’era molta acqua; Anche questi nomi, strani e di difficile identificazione, indicano comunque sempre quella zona presso il guado del Giordano. e la gente andava a farsi battezzare. 24 Giovanni, infatti, non era ancora stato gettato in prigione. Giovanni continua la sua opera anche dopo che Gesù ha iniziato il suo ministero; l’ultima  cosa che ha fatto  non è  quella di presentare Gesù, non gli ha passato semplicemente il testimone, Giovanni ha indi

19 aprile 2012 - Non basta conoscere, occorre credere

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 «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto,  così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo,  perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».    (Gv 3,15)  Monte Nebo, Giordania - Asta con il serpente di rame innalzato da Mosè Nicodemo è Maestro, conosce le Scritture. Ha studiato, ha fatto un master, è un dirigente di spicco nel suo ambito, è rispettato e lodato. Eppure gli manca l'essenziale: il capire ciò che viene dall'alto. Grande Nicodemo! Quante volte ti incontro nel volto di amici realizzati, preparati, competenti, attivi, eppure smarriti nel loro cuore, incapaci e analfabeti nelle Parole del Rabbì, timorosi e infantili nel loro approccio a Dio. Dedichiamo tempo ed energia e studio al "dentro", all'essenziale, per essere e diventare capaci di luce, per capire le fitte trame di luce che Dio intesse nelle pieghe dell'umanità. Capaci di leggere e di rinascere. Non basta conoscere, occorre credere, fidarsi, schierarsi, aderire, donar

18 aprile 2012 - Rinascere per vedere il Regno di Dio

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«In verità, in verità io ti dico,  se uno non nasce dall’alto,  non può vedere il regno di Dio». (Gv 3,3) James Tissot, Gesù e Nicodemo Gesù è risorto, ma la nostra fatica nel credergli è tanta, le nostre resistenze, come quelle degli apostoli, dure da scalfire. Siamo onesti: credere è impegnativo, abbandonare la croce non sempre facile. Sembra paradossale, eppure rischiamo di restare legati al dolore, di non riuscire a superarlo, come gli apostoli. Non c'è che un modo per superare il dolore: non amarlo, lasciarlo perdere. Così la figura di Nicodemo ci accompagna oggi: questo fariseo alla ricerca, che Giovanni contrappone al Battista, è il simbolo di colui che crede ma non vuole perdere la faccia, le proprie posizioni sociali. Di notte cerca Gesù, timoroso di essere scoperto. E Gesù lo sprona: bisogna rinascere, amico Nicodemo. Rinascere, cioè cambiare, convertirsi, abbandonare il passato e le sue seduzioni (e povertà). Finché restiamo legati alle nostre paure, alle no

17 aprile 2012 - Dio guarda al cuore

«Perché ti ho detto che ti avevo visto  sotto l’albero di fichi, tu credi?  Vedrai cose più grandi di queste!».  Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico:  vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio   salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo». (Gv 1, 50-51) Il Dio che si fa uomo cerca collaboratori. E non li cerca fra i dottori della legge o tra i pii farisei: non vuole creare una  èlite  di devoti, un gruppo di migliori. Vuole uomini veri, fragili, diversi, come noi siamo veri, fragili, diversi. Persone dal carattere impetuoso come Natananele, pieno di pregiudizi religiosi e di cui Gesù vede nel cuore l'onestà intellettuale. Uomini che si riveleranno fondamentali come Simone, che pure, nel racconto di Giovanni, non apre bocca e di cui viene sottolineata solo la cocciutaggine. Stranieri come Filippo, che grande ruolo avrà per far uscire la cerchia dei dodici dal recinto angusto di Israele. Uomini come Saulo lo zelota, omicida in nome di Dio diventato apos

La conversione

Il padre di Mardocheo - il futuro celebre rabbi di Lechowitz - si lamentava della pigrizia del figlio nello studio. In città giunse un santo rabbino. Il padre gli condusse Mardocheo perché lo correggesse. Il rabbino, rimasto solo col ragazzo, lo strinse al cuore e se lo tenne a lungo affettuosamente vicino. Quando il padre ritornò, il rabbino gli disse: "Ho fatto a Mardocheo un po' di morale; d'ora in poi la costanza non gli mancherà". Quando ormai adulto e famoso, Mardocheo, raccontava questo episodio, diceva: "Ho imparato allora come si convertono gli uomini". (Martin Buber) Ho proposto questo racconto nella giornata della Divina Misericordia per ricordarmi che Dio si fa vicino al cuore perché mi converta al suo volere, e chiede a me di stringere al cuore anche ciò che non mi appare amabile o preferibile.