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Visualizzazione dei post da marzo, 2020

Amare fino alla fine

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Da una Lectio di Padre Enzo Bianchi La Pasqua è ormai vicina, e la chiesa ci invita a meditare sul grande segno della resurrezione di Lazzaro, profezia della resurrezione di Gesù. “Un certo Lazzaro di Betania, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato”.  Gesù amava molto questi amici, che frequentava nei periodi di sosta a Gerusalemme: nella casa di Betania poteva godere dell’accoglienza premurosa di Marta, dell’ascolto attento di Maria (cf. Lc 10,38-42, il famoso brano della tensione tra Marta e Maria) e dell’affetto fedele di Lazzaro.  Le sorelle mandano ad avvertirlo della malattia di Lazzaro, ma Gesù è lontano. Come può Gesù permettere che un suo amico si ammali, soffra e muoia? Che senso ha? Sono domande affiorate all’interno della rete di amicizie di Gesù, ma che ancora oggi risuonano quando nelle nostre relazioni appaiono la malattia, la sofferenza e la morte; è l’ora in cui la nostra fede e il nostro essere amati da Gesù sembrano essere smentiti da

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Annunciazione - Marco Ivan Rupnik Liturgia della Parola 25 marzo 2020 L'angelo Gabriele, lo stesso che «stava ritto alla destra dell'altare dell’incenso» (Lc 1,11), lascia l’incredulità di Zaccaria, l’immensa spianata del tempio, per recarsi in un piccolo, sconosciuto, insignificante villaggio. Straordinario e sorprendente questo cambio di scena, questo viaggio: dall’anziano sacerdote, ad una giovane fanciulla, dalla Città di Dio, Gerusalemme, a Nazareth, Galilea delle genti. La storia di Dio con noi non inizia nel tempio ma in una casa. E la prima parola dell’Angelo a Maria è “rallegrati, gioisci, la felicità abiti il tuo cuore” . Sii nella gioia perché Dio è qui e ti incontra non in un comando, in un precetto ma in un invito, in un abbraccio, in una promessa di felicità. Le parole che seguono svelano il perché della gioia: sei piena di grazia. Maria non è piena di grazia perché ha risposto “sì” a Dio, ma perché Dio per primo ha detto “sì” a lei, senza condizi

Credo, Signore!

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Liturgia della Parola 22 marzo 2020 I l protagonista del racconto evangelico di questa domenica mi è immediatamente più simpatico dei farisei del racconto della terza di quaresima, anche perché la prima volta che l’ho incontrato avevo otto anni e nel film ad episodi, Gesù di Nazareth, era interpretato da un comico italiano, che ho amato molto anche perché, in seguito fu in televisione padre Brown, straordinario personaggio nato dalla genialità di Chesterton e mio compagno di lettura ai tempi delle medie. A volte il vangelo lo accosto così con le memorie di quando ero bambino, anche perché qualche spunto colto dalla maestria di grandi registi mi aiuta molto ad entrare nei personaggi.  Il cieco è l’ultimo della città, un mendicante, senza fissa dimora, senza lavoro, senza dignità, peccatore secondo la legge, privato della luce, non ha mai visto il sole e neanche il volto dell sua mamma. Che cos’ha quest’uomo di interessante, di pregevole, di utile? Niente, proprio niente. 

San Giuseppe un uomo "pericoloso"

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San Giuseppe - Parrocchia san Giovanni Battista in Binago Liturgia della Parola 19 marzo 2020 Tutti gli uomini sognano:  ma non allo stesso modo.  Coloro che sognano di notte, nei recessi polverosi delle loro menti,  si svegliano di giorno per scoprire la vanità di quelle immagini:  ma coloro i quali sognano di giorno sono uomini pericolosi,  perché possono mettere in pratica i loro sogni a occhi aperti,  per renderli possibili. Ero un giovane liceale quando mi imbattei in questa massima attribuita a Lawrence d'Arabia. Quando penso a San Giuseppe lo penso così un uomo "pericoloso"; senza la sua forza, il suo coraggio, la sua prudenza non avremmo Gesù. Un uomo del quale non abbiamo una sola parola e che invochiamo come protettore dei papà, dei lavoratori, dei morenti, della Chiesa.  Glorioso San  Giuseppe, aiutami ad essere un sognatore diurno.

Essenziale

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Liturgia della Parola 18 marzo 2020 Gesù dopo averci introdotto ad un’autentica esperienza dell’elemosina, della preghiera e del digiuno ci chiede prestare attenzione ad alcuni tratti quotidiani della nostra adesione a Lui. Le tre brevi mozioni hanno la stessa finalità: esortarci ad orientare con decisione e chiarezza tutte le nostre scelte stando in ascolto di ciò che il Padre ci chiede. Parlando di tesori il Signore ci ricorda che tutti coltiviamo dei desideri, noi siamo sempre in attesa di qualche compimento. Desiderare, attendere sono dinamiche che coinvolgono la mente e il cuore. Lo diciamo spesso senza crederci troppo che i soldi non sono tutto, che è sciocco vivere per lavorare, questi giorni poi ci riportano all’essenziale, ma come è difficile rinunciare a tutti quei bisogni che abbiamo creato nella normalità della vita di ogni giorno. In questo tempo ci ritroviamo a scoprire l’essenziale, che è anche di più della salute stessa, perché essere in buona salute e non a

Scegliere di essere liberi

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Liturgia della Parola III domenica di quaresima 2020 Tra i Vangeli del tempo della Quaresima quello che caratterizza la domenica detta di Abramo è quello che faccio più fatica a sentire vicino. Mi è difficile immedesimarmi negli interlocutori di Gesù, anche perché da sempre i Farisei mi danno troppo spesso l’idea di essere simili a quei cristiani che si sentono perfetti, bravi solo loro, precisi, puntuali… così diversi da me.  E così pensavo che anche oggi questo Vangelo sarebbe stato distante dalla mia vita, e la riflessione che pur ascoltandolo poteva nascere sarebbe stata un po’ superficiale. Ma il Signore è capace di parlare al cuore e così alcune espressioni mi hanno accompagnato. "Se il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero” . Questa affermazione di Gesù non può essere ridotta solamente ad uno slogan è una provocazione che vale anche per questo tempo così singolare che stiamo vivendo, ammalato di un virus subdolo, sconosciuto e inquietante e ammalato anche

La preghiera vera di intercessione

Ora desidero chiedere al Signore di farci fare un altro passo avanti. Di farci intendere qual è il senso profondo di una vera preghiera per la pace, che sia una preghiera di intercessione nel senso biblico, simile alla preghiera di Abramo, alla preghiera di Gesù su Gerusalemme. Che cosa significa, Signore, fare davvero una preghiera di intercessione? Donaci, o Spirito santo di Dio, uno spirito autentico di intercessione in questo momento. 1. Intercedere non vuol dire semplicemente “pregare per qualcuno”, come spesso pensiamo. Etimologicamente significa “fare un passo in mezzo”, fare un passo in modo da mettersi nel mezzo di una situazione. Intercessione vuol dire allora mettersi là dove il conflitto ha luogo, mettersi tra le due parti in conflitto. Non si tratta quindi solo di articolare un bisogno davanti a Dio (Signore, dacci la pace!), stando al riparo. Si tratta di mettersi in mezzo. Non è neppure semplicemente assumere la funzione di arbitro o di mediatore, cercan

12 marzo 2020 - Elemosina: stare accanto con umiltà

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Gen 16,1-15;  Sal 118,49-56:  «La tua parola, Signore,  è verità e vita»;  Pr 6,20-29;  Mt 6,1-6 Dobbiamo riscoprire il valore dell’elemosina, dell’intervento immediato, che non pretende di risolvere tutto, ma fa quello che è possibile al momento. Può essere un gesto ambiguo. Può incoraggiare la menzogna e la pigrizia di chi lo riceve, mentre in chi lo compie può far nascere l’idea di sentirsi a posto, senza andare alla radice dei problemi. Nel fare l’elemosina, quindi, è necessario un grande realismo, e soprattutto bisogna che essa diventi il surrogato di altri interventi più completi ed efficaci. Pur con questi rischi l’elemosina, contiene molti valori. Anzitutto è un gesto di aderenza alla realtà. Anche nella nostra civiltà ci sono situazioni di povertà difficilmente individuabili e sanabili a livello sociale. Anzi proprio alcuni meccanismi della nostra società del progresso e del benessere tendono a produrre disadattati, emarginati, asociali. Occorre certo intervenir

11 marzo 2020 - Un amore semplice e rischioso

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Liturgia della Parola ambrosiana 11 marzo 2020 Una serie di situazioni molto concrete: schiaffo, tunica, miglio. E soluzioni in sintonia: l'altra guancia, il mantello, due miglia. La semplicità del vangelo! «Gesù parla della vita con le parole proprie della vita» (C. Bobin). Niente che un bambino non possa capire, nessuna teoria astratta e complicata, ma la proposta di gesti quotidiani, la santità di ogni giorno, che sa di abiti, di strade, di gesti, di polvere. E di rischio. E poi apre feritoie sull'infinito: siate perfetti come il Padre, siate figli del Padre che fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni. Fare ciò che Dio fa, essere come il Padre, qui è tutta l'etica biblica. E che cosa fa il Padre? Fa sorgere il sole. Mi piace questo Dio solare, luminoso, splendente di vita, il Dio che presiede alla nascita di ogni nostro mattino. Il sole, come Dio, non si merita, si accoglie. E Dio, come il sole, si trasforma in un mistero gaudioso, da godere prima che da

10 marzo 2020 - Guarire il cuore per guarire la vita

Liturgia della Parola ambrosiana 10 marzo 2020 Non giurate affatto; il vostro dire sia sì, sì; no, no. Dal divieto del giuramento, Gesù va fino in fondo, arriva al divieto della menzogna. Di' sempre la verità e non servirà più giurare. Non abbiamo bisogno di mostraci diversi da ciò che siamo nell'intimo. Dobbiamo solo curare il nostro cuore, per poi prenderci cura della vita attorno a noi; c'è da guarire il cuore per poi guarire la vita. In qualsiasi situazione di vita il Signore Gesù opera indicando un passo possibile da compiere. C’è sempre, per chiunque, in qualunque situazione si trovi, un piccolo passo verso una vita più autentica . Egli non chiude mai l’uomo sotto il peso di ideali irraggiungibili o di fallimenti passati, ma indica sempre un primo passo possibile. E concede a ciascuno il diritto di essere debole, canna incrinata, lucignolo fumigante. Non condanna se la fiamma è debole, ma prende questa piccola realtà, ne vede la possibilità che sia fuoco e

Domenica 8 marzo 2020 - Se tu conoscessi il dono di Dio

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Liturgia della Parola ambrosiana 8 marzo 2020 I Vangeli delle domeniche del tempo di quaresima ci raccontano di alcuni incontri che Gesù ha vissuto nei quali possiamo rileggere il cammino che la Chiesa faceva compiere ai catecumeni nell’avvicinarsi al battesimo celebrato nella grande veglia pasquale. Così dopo l’incontro, il confronto con il male, con satana colui che pone un inciampo nel cammino, colui che Gesù allontana con la forza della parola di Dio, con l’adesione forte ad essa come nutrimento essenziale per la vita, oggi incontriamo la donna di Samaria. É sicuramente uno dei racconti più ricchi e capaci di suscitare novità di vita del Vangelo. È un Vangelo che parla alla nostra vita di battezzati perché sappiamo riscoprire il dono gratuito di Dio che abbiamo ricevuto. Gesù siede stanco al pozzo di Sicar; giunge una donna senza nome e dalla vita fragile. È una donna di Samaria, appartiene ad un popolo ostile che custodisce il culto idolatrico di cinque divinità stranie

Venerdì 6 marzo 2020 - Il vero digiuno

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La Chiesa ci esorta all’inizio della Quaresima con le parole del profeta Isaia dicendoci che il vero digiuno, la genuina esperienza penitenziale consistono «nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza distogliere gli occhi da quelli della tua casa» (Is 58, 7).  Situazioni come quelle qui descritte non sono soltanto nel tempo di Isaia.  Non poche le vediamo anche tra noi. Altre esistono in maniera ben più grave e generalizzata nel Terzo Mondo.  Nell’Enciclica Dives in Misericordia, il Beato Giovanni Paolo II parla di «gigantesco rimorso costituito dal fatto che accanto agli uomini nelle società agiate e sazie… non mancano nella stessa famiglia umana degli individui, dei gruppi sociali che soffrono la fame… E il loro numero raggiunge decine e centinaia di milioni». Ma accanto a questo bisogno, pur così macroscopico e colossale, quanti altri bisogni, vicini e lontani, bussano alle nostre porte.

Giovedì 5 marzo 2020 - Non basta non uccidere

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Liturgia della Parola ambrosiana del 5 marzo 2020 Il comandamento “non uccidere” è chiaro: si vieta il male. Gesù aggiunge una cosa dicendo “ma io vi dico”, evidentemente non è che Gesù si contrappone.... Ma io vi dico: uccidete o fate la guerra santa. No, non dice così. Il “ma” di Gesù non è per negare il comandamento ma per dire qualcos’altro di più radicale e più profondo. Ma io vi dico: non basta non uccidere. Ci vuole qualcos’altro. Perché uno uccide? Ecco allora che Gesù va alle radici del male, la radice del male è l’ira e l’ira è il principio dell’omicidio, l’ira è un “movimento contro” che io sento, contro l’altro che suppongo sia contro di me. Quindi già l’ira è il vero omicidio, è contro l’altro. Ma non solo l’ira, anche dire “stupido”. “Stupido” è il disprezzo, tra l’altro per uccidere bisogna sempre disprezzare. Anche in politica gli avversari devono essere sempre stupidi, cattivi e in malafede, se no non sono avversari da eliminare e anche per fare le guerre se

Mercoledì 4 marzo 2020 - Chi ama compie tutta la legge

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Liturgia della Parola ambrosiana del 4 marzo 2020 Qui ci troviamo col Vangelo di Matteo che è rivolto a dei cristiani che vengono dal Giudaismo e vuol mostrare come in Gesù si compia la legge mosaica e la profezia, cioè Gesù è il compimento della promessa a Israele, e quindi è anche un tema che è molto interessante anche per noi perché effettivamente Gesù è comprensibile solo come compimento della promessa di Israele. E poi circa il discorso della legge, chi ha fatto Paolo ha già sentito il discorso di Paolo sulla legge, come Gesù ci libera dalla legge, dalla schiavitù della legge, nel senso che la Legge è buona, è il cammino per la vita, è il custode della vita, ma la legge non dà la vita. Se è giusta la legge, punisce chi sbaglia, quindi ti dice dov’è l’errore. Siccome tutti sbagliamo, la legge non fa altro che evidenziare i nostri errori, quindi la legge non salva nessuno ma ci condanna tutti. Quindi siamo tutti sotto la condanna della Legge e la schiavitù della legge e Gesù