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Visualizzazione dei post da marzo, 2014

31 marzo 2014 - come giudica Dio

«Non giudicate, per non essere giudicati». (Mt 7,1) Quanto è faticoso iniziare la settimana con una Parola così destabilizzante! Gesù riprende l'idea già proposta: se amiamo chi ci ama, cosa facciamo di straordinario? E insiste: saremo giudicati così come giudichiamo gli altri. La vedo grigina! Non so voi, ma io tendo sempre a sottolineare le mancanze degli altri, a vederne l'enormità, e a minimizzare i miei difetti, a sorvolare su di essi, a lasciar perdere... Il Signore ci chiede di giudicare con correttezza, con misericordia, senza astio, senza rabbia, mettendoci nei panni degli altri. Guardare la trave che portiamo nel nostro occhio, significa evitare di salire sullo scranno del giudice, del saccente, per accomodarci, invece, in quello accanto al fratello che sbaglia. Quanto è difficile confrontarsi con una persona che ci giudica! Quanto è liberante avere a che fare con qualcuno che, invece capisce i tuoi sbagli perché lui per primo li ha commessi! Impegniamoci, in

30 marzo 2014 - Se incontri Cristo diventi un’altra persona

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«Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». (Gv 9,32-33) Guarigione del cieco nato di De Ferrari Orazio  -  Collezione D'Arte Della Banca Carige Il protagonista di oggi è l'ultimo della città, un mendicante cieco, uno che non ha nulla, nulla da dare a nessuno. E Gesù si ferma per lui. Perché il primo sguardo di Gesù sull'uomo si posa sempre sulla sua sofferenza; lui non giudica, si avvicina. La gente che pur conosceva il cieco, dopo l'incontro con Gesù non lo riconosce più: È lui; no, non è lui. Che cosa è cambiato? Non certo la sua fisionomia esterna. Quando incontri Gesù diventi un'altra persona. Cambia quello che desideri, acquisti uno sguardo nuovo sulla vita, sul­le persone e sul mondo. Vedi più a fondo, più lontano, si aprono gli occhi del cuore.
Lo condussero allora dai farisei. Da miracolato a imputato. È successo che per

29 marzo 2014 - Forti solo della parola di un Amico

Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due. (Mc 6,7) Partono i discepoli a due a due, forti solo di un amico e di una Parola. Solo un bastone a sorreggere il cammino, e un amico a sorreggere il cuore. Un bastone per appoggiarvi la stanchezza e un amico per appoggiarvi la solitudine. È importante quest'andare a due a due, avere uno su cui contare, un amico almeno, che ti garantisca, nelle parole del quale cercare l'evidenza che esisti, che sei amato, che sei capace di relazioni positive, che non si crede da soli. Perché se è solo, l'uomo è portato perfino a dubitare di se stesso. Il primo annuncio dei Dodici è la loro vita stessa, un evento di amicizia, un germe di comunità, la vittoria sulla solitudine. Non portate nulla per il viaggio. È la nudità della croce. I Dodici riproducono in sé il volto di Colui che li invia, l'Uomo che cammina povero e libero, senza un luogo dove posare il capo e pieno di amici. Non portate nulla, perché tutto ciò che hai

27 marzo 2014 - Dio sa meglio di noi ciò di cui abbiamo bisogno

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«Non preoccupatevi per la vostra vita». (Mt 6,25) Non preoccupatevi. Per tre volte Gesù ribadisce l'invito: non abbiate quell'affanno che toglie il respiro, per cui non esistono feste o domeniche, non c'è tempo di fermarsi a parlare con chi si ama. Non lasciatevi rubare la gioia: quella capacità di godere delle cose belle che ogni giorno ci dona. Perché? Perché Dio non si dimentica di te. […] Guardate gli uccelli del cielo, osservate i gigli del campo. Gesù osserva la vita e la vita gli parla di fiducia. Gesù oggi ci pone la questione della fiducia. Dove metti la tua fiducia? La sua proposta è chiara: «in Dio, prima di tutto, perché Lui non ti abbandona ed ha un progetto per te. Non mettere la fiducia nel tuo conto in banca». Non potete servire Dio e la ricchezza. Non è la ricchezza che Gesù ha di mira - infatti tra i suoi amici aveva persone ricche e altre povere - bensì ciò che lui chiama, in aramaico, mammona. «Mammona non è la ricchezza in sé, ma quella n

26 marzo 2014 - Uno sguardo luminoso

«Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore». (Mt 6,21) Cosa ci è prezioso? Cosa o chi rappresenta il nostro "tesoro"? In cosa stiamo investendo nella vita? Certo: tutti desideriamo legittimamente una vita serena, una casa, un buon lavoro, qualche soddisfazione. Ed è bene che sia così, soprattutto in questi tempi di fatica lavorativa. Ma sappiamo anche che ciò che ci occorre è molto di più: il nostro cuore è fatto per l'infinito e solo l'infinito di Dio può davvero colmarlo. Qui, in parte, e altrove, definitivamente. Se abbiamo intuito il valore del vangelo, della vita nuova in Dio, della sua presenza, vale la pena investire tutte le nostre energie in lui. Così come non esitiamo a cercare qualche buon investimento che metta al sicuro i nostri risparmi, investiamo per la vita vera. E si vede da lontano in cosa noi o altri stiamo investendo: lo sguardo buio di cui parla Gesù è quanto mai attuale: quante persone incontriamo che hanno uno sguardo intorbidito

25 marzo 2014 - Nella vita quotidiana Dio parla il linguaggio della gioia

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«Ti saluto, o piena di grazia,  il Signore è con te» (Lc 1,28) Caravaggio, Annunciazione -  Musée des Beaux-Arts  di  Nancy  (Francia) L'annunciazione si apre con l'elenco di sette nomi propri di luoghi e persone (Gabriele, Dio, Galilea, Nazaret, Maria, Giuseppe, Davide) per indicare, attraverso il numero sette che simboleggia la pienezza, la totalità della vita. Non ai margini, ma al centro della vita Dio viene, come evento e non come teoria. Un giorno qualunque, un luogo qualunque, una giovane donna qualunque: il primo affacciarsi del Vangelo è un annuncio consegnato in una casa. Al tempio Dio preferisce la casa. È bello pensare che Dio ti sfiora non solo nelle liturgie solenni delle chiese, ma anche - e soprattutto - nella vita quotidiana. Nella casa Dio ti sfiora, ti tocca, lo fa in un giorno di festa, nel tempo delle lacrime o quando dici a chi ami le parole più belle che sai. La prima parola dell'angelo non è un semplice saluto, ma: Chaîre, sii lieta, gio