Post

Visualizzazione dei post da novembre, 2012

30 novembre 2012 - Andrea e Pietro insieme

Immagine
«Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini».  (Mt 4,19) Andrea e Pietro, Chiesa di Sant'Orso - Aosta Oggi celebriamo la festa di Andrea, fratello di Pietro il pescatore, figura delicatamente marginale nel Vangelo, quasi nascosto dietro l'ombra del più imponente fratello. Anche Andrea, pescatore, ha lasciato le reti per seguire il Maestro, anche lui ha seguito Gesù nei momenti privilegiati: il Tabor, il Getsemani, anche lui ha sperimentato il doloroso senso di fallimento di fronte al tragico epilogo del venerdì santo. La tradizione vuole che Andrea abbia concluso i suoi giorni evangelizzando le comunità dell'attuale Grecia che riconosce in lui il fondatore della Chiesa di Costantinopoli, come Pietro fu Vescovo di Roma. Roma e Costantinopoli, due esperienze di Chiesa drammaticamente separate dalle incomprensioni e dagli errori della storia: separata dalla chiesa cattolica romana da quasi mille anni, la chiesa ortodossa ha continuato il suo cammino fino a no

29 novembre 2012 - Le parole rivelano il cuore

Immagine
  « La bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda » . (Mt 12,34b) Se riprendiamo le parole che Cristo ci ha lasciato nel suo Vangelo, vedremo che Egli in persona ci ha insegnato a fuggire l’idolatria, invitandoci a costruire la nostra casa “ sulla roccia ” ( Lc  6, 48). Chi è questa roccia, se non Lui stesso? I nostri pensieri, le nostre parole e le nostre azioni non acquistano la loro vera dimensione che se le riferiamo al messaggio del Vangelo: “ La bocca parla dalla pienezza del cuore ” ( Lc  6, 45). Quando parliamo, cerchiamo noi il bene del nostro interlocutore? Quando pensiamo, cerchiamo di mettere il nostro pensiero in sintonia con il pensiero di Dio? Quando agiamo, cerchiamo di diffondere l’Amore che ci fa vivere? San Giovanni Crisostomo dice ancora: “O ra, se noi partecipiamo tutti del medesimo pane e se tutti diveniamo questa stessa sostanza, perché non mostriamo la medesima carità? Perché, per la stessa ragione, non diventiamo un unico tutt’uno? … O uomo,

28 novembre - Il peccato contro lo Spirito

Immagine
« Perciò io vi dico:  qualunque peccato e bestemmia  verrà perdonata agli uomini,  ma la bestemmia contro lo Spirito  non verrà perdonata » . (Mt 12,31)  Perché la bestemmia contro lo Spirito Santo è imperdonabile? Come intendere questa bestemmia? Risponde san Tommaso d'Aquino che si tratta di un peccato: «irremissibile secondo la sua natura, in quanto esclude quegli elementi, grazie ai quali avviene la remissione dei peccati». Secondo una tale esegesi la «bestemmia» non consiste propriamente nell'offendere con le parole lo Spirito Santo; consiste, invece, nel rifiuto di accettare la salvezza che Dio offre all'uomo mediante lo Spirito Santo, operante in virtù del sacrificio della Croce. Se l'uomo rifiuta quel «convincere quanto al peccato», che proviene dallo Spirito Santo ed ha carattere salvifico, egli insieme rifiuta la «venuta» del consolatore - quella «venuta» che si è attuata nel mistero pasquale, in unità con la potenza redentrice del sangue

27 novembre 2012 - Il Messia

Immagine
«Ecco il mio servo, che io ho scelto». (Mt 12,18a) Vogliono tenere un consiglio contro Gesù, i farisei. Sono turbati dalla sua libertà interiore, vedono che la gente, pericolosamente, lo segue. Gesù, allora, si fa prudente. Continua a guarire, come potrebbe fare diversamente!, ma con maggiore cautela, chiedendo ai guariti di non diffondere la notizia. Matteo, il pubblicano divenuto discepolo, non nasconde la sua ammirazione e cita Isaia: davvero Gesù è il servo di Jahwé mansueto, che non spezza la canna incrinata, che non spegne la fiamma smorta. E lo fa per proclamare il diritto. Buffo: i farisei pensano che Gesù sia un trasgressore, un bestemmiatore, un lassista. Isaia pensa, invece, che la compassione e la mitezza siano i tratti distintivi del Messia. Teniamolo bene a mente quando, nella nostra Chiesa, invochiamo maggiore serietà, incrollabile coerenza, rispetto delle regole. Ricordiamoci, come annota argutamente il grandissimo san Francesco di Sales, che si prendono pi

26 novembre 2012 - Una fede grata

Immagine
« Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta  per le opere che essa compie». (Mt 11,19b) Giovanni Battista, Santuario della Madonna della Salute degli Infermi, Scaldaferro (VI) Siamo capricciosi come i bambini che litigano per un gioco, mai contenti, dice Gesù. Alcuni vogliono giocare alla danza, altri al gioco della lamentazione, senza mai mettersi d'accordo. Così alcuni si lamentavano del fatto che Giovanni Battista fosse un austero e ascetico profeta, eccessivo, esagerato. Gli stessi, ora, si lamentano del fatto che Gesù va a pranzo con i pubblicano, accusandolo di essere un mangione e un beone… Anche a noi succede così: non siamo quasi mai soddisfatti della nostra vita, delle nostre scelte, e passiamo a vedere le cose che non funzionano, il bicchiere mezzo pieno, invece di stupirci per tutte le cose che abbiamo ricevuto. E ci lamentiamo anche di Dio che, evidentemente, non sa proprio fare il suo mestiere; se fossimo noi, al suo posto, avremmo già fermato le guerr

25 novembre 2012 - Ripartire dalla buona notizia di Dio

Immagine
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. (Mc 1,1) Giovanni Battista, Chiesa di Smederevo - Serbia (2007) Inizio del vangelo di Ge­sù Cristo. Inizio della buona notizia.   A partire da che cosa ricominciare a vivere, a progettare? Da una buona notizia. Non rico­minciare mai da pessimi­smo, non dai problemi, neppure dall’illusorio primato della realtà che sem­bra dominare nel mondo. Ricominciare da una catti­va notizia è solo intelligen­za apparente, priva di sa­pienza di vangelo.  Ricominciare dalle buone notizie di Dio: e subito, fin dalle prime parole, Marco mostra come fare per ac­corgersene e per accoglier­le. Tutta l’esperienza dell’uomo spirituale è riassun­ta in questi pochi versetti.  Il primo passo porta a Isaia e Giovanni e potrebbe defi­nirsi così: cercare profeti. Come Isaia, profeta è uno che «apre strade» anche nel deserto, tracce di speranza anche là dove sembrava im­possibile; che non si mime­tizza né si lascia omologare dal pensiero dominant

24 novembre 2012 - La Chiesa che Dio ha nel cuore

Immagine
Il Signore Gesù, chiamati a sé i suoi dodici discepoli,  diede loro potere sugli spiriti impuri  per scacciarli e guarire ogni malattia  e ogni infermità. (Mt 10,1-2) Jean Jacques Tissot, La chiamata dei Dodici I dodici. Quei dodici. Quella lista, asciutta e stringata, racchiude in sé tutta la novità sconcertante portata da Gesù. Non è un cavaliere solitario senza macchia e senza paura, il Nazareno: vuole che i figli dell'uomo lo aiutino a costruire il Regno dove Dio è il padrone. La Chiesa che Dio ha nel cuore, non quella bruttina che portiamo nelle nostre menti, è legata alla logica stringente dell'incarnazione. La Chiesa, per molti, rappresenta un problema, un limite, un ostacolo alla conoscenza di Dio. Non così per Gesù che, nella Chiesa, ha offerto il grande segno dell'amore di Dio agli uomini. Sono dodici discepoli limitati e ottusi come noi, che Gesù ha voluto con sé per imparare ad amare. Hanno misurato (e quanto!) i propri limiti, le proprie fragi

23 novembre 2012 - Il credente, operaio della compassione

Immagine
«Gesù, vedendo le folle,  ne sentì compas­sione». (Mt 9,36) «Gesù, vedendo le folle, ne sentì compas­sione». Termine di una cari­ca infinita, bellissima. Gesù prova dolore per il dolore del mondo. Infatti: «La messe è abbondante», ma non per la quantità di persone, ma perché germina nel mondo un grande raccolto di stan­chezze, di spighe gonfie di lacrime, una messe di pau­re come di pecore che non hanno pastore.   Nei campi è ormai tempo di mietiture: il grano ha raggiunto il colore del pa­ne. Così il patire dell'uomo ha raggiunto l'altezza del cuore di Cristo. Ed ecco la risposta: un sentimento di compassione, il ministero della pietà.   Ed è questo suo stesso a­postolato che Gesù affida ai discepoli. Li fa operai di un lavoro che descrive con sei verbi: predicate, guari­te, risuscitate, sanate, libe­rate e donate. C'è il mini­stero della predicazione a­postolica, al primo posto, ma subito unito al mini­stero della pietà divina, e in un rapporto sbilancia

22 novembre 2012 - Gesù rinnova la vita

Immagine
«Vino nuovo in otri nuovi». (Mt 9,17) Gesù è risorto a nuova vita e vuole che anche noi ci rinnoviamo interiormente; infatti, come non si mette un rattoppo di stoffa grezza su un vestito vecchio e il vino nuovo in otri vecchi (vv. 16-17) così la novità evangelica portata da Cristo, per penetrare e restare viva in noi, ha bisogno che anche noi nasciamo a vita nuova da acqua e Spirito (cfr Gv 3,5) per diventare nuove creature e indossare l’abito nuziale, questo “abito nuovo”, questo vestito di lino puro che è indice delle opere giuste dei “santi” di Dio (cfr Ap 19,8). Ger 2,1-2a. 12-22; Sal 73; Am 8,9-12; Mt 9,16-17

21 novembre 2012 - Quello sguardo che vince ogni contabilità

Immagine
«Non sono i sani che hanno bisogno del medico,  ma i malati.  Andate a imparare che cosa vuol dire:  “Misericordia io voglio e non sacrifici”.  Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti,  ma i peccatori».    (Mt 9,11-13) Caravaggio, Vocazione di Matteo, Chiesa di San Luigi dei Francesi - Roma Un uomo, solo, seduto al banco delle imposte. Uno sguardo che incrocia il suo, una parola sola: Seguimi. E Matteo è naufragato in quegli occhi; il contabile abbandona, per uno sguardo, per una parola, la logica rassicurante del dare e dell'avere, se ne va dietro a quell'uomo senza calcolare più nulla, senza neppure domandarsi dove sia diretto. Vorrei tanto conoscere le emozioni di Matteo, l'energia misteriosa di quelle parole, che cosa lo sedusse; ma Matteo non parla di sé, il centro della scena deve essere di Cristo: Segui Me. E queste parole senza perché, questa mancanza di ragioni, sono la vera ragione del discepolo. È la persona di Cristo la causa, il se

20 novembre 2012 - Costruire sulla Roccia

Immagine
« Perciò chiunque ascolta queste mie parole  e le mette in pratica,  sarà simile a un uomo saggio,  che ha costruito la sua casa sulla roccia » .   (Mt 7,24) Eremo di Santa Caterina del Sasso, Leggiuno (Va) Nel cuore di ogni uomo c'è, amici miei, il desiderio di una casa. Tanto più in un cuore giovane c'è il grande anelito ad una casa propria, che sia solida, nella quale non soltanto si possa tornare con gioia, ma anche con gioia si possa accogliere ogni ospite che viene. È la nostalgia di una casa nella quale il pane quotidiano sia l'amore, il perdono, la necessità di comprensione, nella quale la verità sia la sorgente da cui sgorga la pace del cuore. È la nostalgia di una casa di cui si possa essere orgogliosi, di cui non ci si debba vergognare e della quale non si debba mai piangere il crollo. Questa nostalgia non è che il desiderio di una vita piena, felice, riuscita. Non abbiate paura di questo desiderio! Non lo sfuggite! Non vi scoraggiate alla vista

19 novembre 2012 - Chiamati dallo sguardo creatore

Immagine
  «Venite dietro a me,  vi farò pescatori di uomini».  (Mt 4,19) Harry Anderson, La chiamata dei primi discepoli Gesù cammina lungo il ma­re di Galilea e guarda. E in Si­mone vede la Roccia su cui fonderà la sua comunità. Guarda, e in Giovanni indo­vina il discepolo delle più belle parole d'amore. Un giorno guarderà l'adultera e risveglierà in lei la sposa, a­mante e fedele. In Nicode­mo ridesterà il coraggioso che oserà presentarsi a Pila­to a reclamare il corpo del giustiziato. Lo sguardo di Gesù è uno sguardo creato­re, è profezia. Mi guarda, e nel mio inverno vede grano che matura, una generosità che non sapevo, una melo­dia che non udivo, fame di nascere.   Poi dice: vieni dietro a me!   Gesù chiama i pescatori ed essi scoprono che dentro di loro non ci sono solo le rot­te del lago, o la strada di ca­sa, ma è tracciata la mappa del cielo, del mondo, del cuore dell'uomo: ecco la conversione. Ti seguirò, Si­gnore perché ti lasci dietro nient'

18 novembre 2012 - Viene un Dio esperto d'amore

Immagine
« Quando cominceranno ad accadere queste cose,  risollevatevi e alzate il capo,  perché la vostra liberazione è vicina». (Lc 21,28) Verranno giorni in cui di tutto quello che ve­dete non sarà lascia­ta pietra su pietra. Niente è eterno sulla terra, eccetto l'uomo. Non resterà pietra su pietra, ma l'uomo resterà, frammento su frammento.  Questo Vangelo ci fa cam­minare sul crinale stretto della storia: da un lato il versante oscuro della violenza che distrugge: guerre, terre­moti, menzogne; dall'altro il versante pacificato da una immagine minima e fortis­sima: neppure un capello del vostro capo andrà per­duto. Il crinale della violen­za che distrugge, il versante della tenerezza che salva. E noi in mezzo, mantenendo chiaro il confine.  Quando avverrà tutto que­sto? Gesù non risponde al quando, perché il quando è adesso. Adesso il mondo è fragile, fragili la natura e l'a­more. Ogni giorno un mondo muore e un mondo nuo­vo nasce, con lacerazioni e germ

17 novembre 2012 - Avvento, tempo dell'attenzione

Immagine
«Quello che dico a voi,  lo dico a tutti:  vegliate!». (Mc 13,37) Entriamo nel tempo del­la speranza. Avvento vuol dire letteralmen­te avvicinarsi, venire vicino. Un tempo di incamminati, in cui tutto si fa più vicino: Dio a noi, noi agli altri, io a me stesso. In cui impariamo che cosa sia davvero urgen­te: abbreviare distanze, trac­ciare cammini d'incontro. Nel Vangelo il padrone se ne va e lascia tutto in mano ai suoi servi. Atto di fiducia grande, da parte di Dio; as­sunzione di una responsabi­lità enorme, da parte del­l'uomo. Come custodire i be­ni di Dio che abbiamo fra le mani? Beni di Dio che sono il mondo e ogni vivente? Il Vangelo propone due atteg­giamenti iniziali: fate atten­zione e vegliate. Tutti cono­sciamo che cosa comporta una vita distratta: fare una cosa e pensare ad altro, in­contrare qualcuno ed essere con la testa da tutt'altra par­te, lasciare qualcuno e non ricordare neppure il colore dei suoi occhi, per non aver­lo guardato. Gesti s