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Visualizzazione dei post da novembre, 2020

La bocca parla dalla pienezza del cuore

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In fondo il principio del bene e del male, prima che nelle opere - che qualche volta possono anche mentire - sta nel cuore. Non nelle cose. Le cose sono tutte buone. Non c’è una cosa cattiva. Ha fatto tutto Dio! È l’uso che noi ne facciamo che è buono o cattivo. Se il mio uso è mosso dall’egoismo, dall’invidia, dalle gelosie, dalle ire, dalle contese, dalle risse, dal male, allora tutto diventa male! Se invece è mosso dall’amore, dalla gioia e dalla pace, ecc., allora tutto diventa bene. Il problema è avere il buon tesoro del cuore. Principio del bene e del male non sono le cose, ma il cuore. Il cuore buono fa uscire il bene. Il cuore cattivo fa uscire morte. All’esterno forse possiamo mentire, ma noi conosciamo bene il nostro cuore. E avendo letto le parole di Gesù sul monte delle beatitudini, comprendiamo che anche in noi c’è molto male. E proprio in questo male capisco il bene che Lui mi vuole. Questo male può diventare il luogo della misericordia e del bene. Nel finale parla di fru

Il peccato contro lo Spirito Santo

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Spirito Santo, Rupnik I l peccato contro lo Spirito santo è in realtà è un peccato banale, come è banale il male; è un peccato che non richiede particolare malvagità ma è semplicemente consumato da chi vede e discerne il bene che viene fatto eppure, piuttosto che riconoscere questa verità, preferisce chiamarlo male, attribuendolo a Satana. È il peccato che procede dall’invidia, dal non sopportare che un altro abbia fatto o faccia il bene, perché si vorrebbe solo se stessi come soggetti del bene; e non volendo riconoscere in un altro quel bene che viene da Dio, si preferisce attribuirlo al demonio. Quegli scribi vedevano il bene operato da Gesù ma, piuttosto che riconoscerlo come opera ispiratagli da Dio, sceglievano deliberatamente di imputarlo a Satana. Non riconoscere l’opera di Dio, non riconoscere l’azione dello Spirito santo, fino a stravolgere lo sguardo e il giudizio, attribuendo il bene operato a Satana, è davvero il peccato imperdonabile, dice Gesù! (Enzo Bianchi, www.alzoglio

Sicuri della misericordia di Dio

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Questa è una vita dove nulla può assicurarci di vivere bene, perché nulla vi si pesa con le nostre bilance. Mille volte ci sembrerà di avere preso la terra nelle nostre braccia, sul nostro cuore e aver passato tutto ciò che gli altri uomini chiamano giovinezza maturità vecchiaia vicino a un ciuffo d’erba che non è cresciuto.ma quando la vita eterna ci si aprirà tutta intera e ci toccherà morire, prima di vedere Dio può darsi che ci vedremo grandi come un ciuffo d’erba. Allora non saremo sicuri della nostra giustizia, ma della misericordia di Dio. (M. Delbrêl, La gioia di credere, Piero Gribaudi, p.179)

Attendere: declinazione del verbo amare

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Avvento: tempo per desiderare e attendere quel Dio che viene con una metafora spiazzante, come un ladro. Che viene nel tempo delle stelle, in silenzio, senza rumore e clamore, senza apparenza, che non ruba niente e dona tutto. Si accorgono di lui i desideranti, quelli che vegliano in punta di cuore, al lume delle stelle, quelli dagli occhi profondi e trasparenti che sanno vedere quanto dolore e quanto amore, quanto Dio c’è, incamminato nel mondo. Anche Dio, fra le stelle, come un desiderante, accende la sua lucerna e attende che io mi incammini verso casa.

Il sogno grande di Dio per noi

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Giovanni il Battista predicava nel deserto della Giudea dicendo: convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino (Mt 3,2). Gesù cominciò a predicare lo stesso annuncio: convertitevi perché il regno dei cieli è vicino (Mt 4,17). Tutti i profeti hanno gli occhi fissi nel sogno, nel regno dei cieli che è un mondo nuovo intessuto di rapporti buoni e felici. Ne percepiscono il respiro vicino: è possibile, è ormai iniziato. Su quel sogno ci chiedono di osare la vita, ed è la conversione. Si tratta di tre annunci in uno, e tra tutte la parola più calda di speranza è l’aggettivo “vicino”. Dio è vicino, è qui, prima buona notizia: il grande Pellegrino ha camminato, ha consumato distanze, è vicinissimo a te. E se anche tu ti trovassi ai piedi di un muro o sull’orlo del baratro, allora ricorda: o quanti cercate, siate sereni / egli per noi non verrà mai meno / e Lui stesso varcherà l’abisso (D. M. Turoldo). Dio è accanto, a fianco, si stringe a tutto ciò che vive, rete che raccoglie insieme, in

Presentazione di Maria al Tempio

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L’ingresso della Madre di Dio nel Tempio  – Icona della Scuola di Mosca [XVI sec.] . La celebrazione di questa festa si basa sul racconto del protovangelo di Giacomo, considerato un Vangelo apocrifo: è questo il motivo per cui la memoria, nella liturgia, fu soppressa per qualche anno ad opera di Papa Pio V. Nella narrazione troviamo Maria che all’età di tre anni viene condotta dai suoi genitori, Gioacchino e Anna, al Tempio, per essere consacrata a Dio. Questo gesto va interpretato come un ringraziamento e una lode al Signore da parte dei suoi Santi genitori, ma anche come un primo sì alla volontà di Dio che prefigura il sì più grande che Maria stessa pronuncerà, una volta cresciuta. Una fuga dal mondo necessaria, insomma, per preservarsi e prepararsi a diventare la madre del Salvatore. Non a caso, infatti, in entrambi gli episodi, è presente l’annunciatore divino: l’arcangelo Gabriele. Al Tempio Maria viene accolta dal sacerdote Zaccaria – padre del Battista – e trova anche l’anziana

La pratica dell'attesa

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Via Francigena (Google immagini) In che modo attendiamo? Aspettiamo insieme, con la parola di Dio in mezzo a noi.  Aspettare è prima di tutto un aspettare insieme. Uno dei passi più belli della Scrittura è Lc 1,39-56, che ci narra della visita di Maria ad Elisabetta. Cosa accadde quando Maria ricevette le parole della promessa? Andò da Elisabetta. Qualcosa stava accadendo ad Elisabetta così come a Maria. Ma come poterono viverlo fino alla fine?  Trovo l’incontro di queste due donne molto toccante, perché Elisabetta e Maria si incontrarono e favorirono l’una l’attesa dell’altra. La visita di Maria rese Elisabetta consapevole di ciò che stava aspettando. Il bambino sussultò di gioia in lei. Maria confermò l’attesa di Elisabetta. E allora Elisabetta disse a Maria: “Beata colei che ha creduto alle parole del Signore” (Lc 1,45). E Maria rispose: “L’anima mia magnifica il Signore” (Lc 1,46). Ella trabocca esultante di gioia. Queste due donne si sono create reciprocamente lo spazio per

La natura dell'attesa

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  Alba vista dal Monte Maggio - agosto 2018 (foto Enoch) Attendere, come lo vediamo nei personaggi delle prime pagine del Vangelo, è attendere con un senso di promessa. “Zaccaria, tua moglie Elisabetta ti darà un figlio” . “Maria, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù” (Lc 1,13.31). I personaggi che attendono hanno ricevuto una promessa: hanno ricevuto qualcosa che sta operando in loro, come un seme che ha cominciato a germogliare. Questo è molto importante. Noi possiamo veramente aspettare solo ciò che stiamo aspettando e già è cominciato per noi. Così, aspettare non è mai un movimento da niente a qualcosa. È sempre un movimento da qualcosa a qualcosa di più. Zaccaria, Elisabetta, Maria, Simeone e Anna stavano vivendo con una promessa che li nutriva, che li alimentava e che li rendeva capaci di stare dov’erano. E in questo modo, la promessa si poté realizzare in loro e per mezzo di loro.  In secondo luogo, l’attesa è attiva. La maggior parte di noi pensa all’a

Il nostro attendere Dio

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  L’attesa non è un atteggiamento molto popolare. L’attesa non è qualcosa a cui la gente pensa con grande simpatia. Infatti, la maggior parte della gente considera l’attesa una perdita di tempo. Forse perché la cultura nella quale viviamo fondamentalmente dice: “Su, dai! Fa’ qualcosa! Dimostra che sei capace di agire! Non stare lì seduto ad aspettare!” . Per molti l’attesa è un deserto arido che si stende tra il luogo in cui essi si trovano e quello in cui vogliono andare. E alla gente non piace molto un posto simile. La gente vuole uscirne facendo qualcosa. Nella nostra situazione storica particolare, l’attesa è anche più difficile perché siamo cosi timorosi. Una delle emozioni più pervasive nell’atmosfera attorno a noi è la paura. La gente ha paura: paura dei sentimenti interiori, paura degli altri, e anche paura del futuro. Le persone timorose soffrono nell’attesa, perché quando abbiamo paura vogliamo andare via da dove siamo. Ma se non possiamo fuggire, possiamo invece combattere.

Sia fatta la tua volontà

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  Almeno una volta al giorno preghiamo il Padre chiedendo “sia fatta la tua volontà” , ma come è difficile talora comprendere quale sia la volontà di Dio perché ci dice Gesù non basta dire “Signore, Signore” per entrare nella piena comunione con il Padre, non pare neppure necessario fare cose straordinarie come profetare o compiere prodigi , ma è necessario ascoltare e mettere in pratica la Parola, esortazione che pare scontata e che invece in realtà ci parla di un’arte non facile da acquisire e vivere. Inoltre anche la lettura spirituale della Parola (lectio divina) chiede una grande consuetudine perché sia capace di farci intuire i passi da compiere. È necessario gustare interiormente una parola che è arrivata al cuore e che diventa inquietudine e mozione interiore verso la conversione del cuore.  L’atteggiamento fondamentale per imparare conoscere la volontà del Padre è la custodia della virtù dell’umiltà. La virtù ci parla di un costante atteggiamento del cuore illuminato dalla v

All'inizio dell'Avvento

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Siamo, Padre, davanti a te  all’inizio di questo Avvento.  E siamo davanti a te insieme, in rappresentanza anche  di tutti i nostri fratelli e sorelle  di ogni parte del mondo. In particolare delle persone che conosciamo;  per loro e con loro, Signore,  noi ti preghiamo. Noi sappiamo che ogni anno si ricomincia  e questo ricominciare  per alcuni è facile, è bello, è entusiasmante,  per altri è difficile, è pieno di paure, di terrore. Pensiamo a come si inizia questo Avvento nei luoghi della grande povertà,  della grande miseria;  con quanta paura la gente guarda  al tempo che viene.   O Signore, noi ci uniamo a tutti loro; ti offriamo la gioia che tu ci dai di incominciarlo, ti offriamo anche la fatica, il peso che possiamo sentire nel cominciarlo.  Questo tempo che inizia nel tuo nome santo,  vissuto sotto la potenza dello Spirito,  sia accoglienza della tua Parola.  Te lo chiediamo per Gesù Cristo,  tua Parola vivente che viene in mezzo a noi  e viva qui, insieme con Maria, Madre del

Avvento significa saper attendere

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Festeggiare l'Avvento significa saper attendere: attendere è un’arte che il nostro tempo impaziente ha dimenticato. Esso vuole staccare il frutto maturo non appena germoglia; ma gli occhi ingordi vengono soltanto illusi, perché un frutto apparentemente così prezioso è dentro ancora verde, e mani prive di rispetto gettano via senza gratitudine ciò che li ha delusi. Chi non conosce la beatitudine acerba dell’attendere, cioè il mancare di qualcosa nella speranza, non potrà mai gustare la benedizione intera dell’adempimento. Chi non conosce la necessità di lottare con le domande più profonde della vita, della sua vita e nell’attesa non tiene aperti gli occhi con desiderio finché la verità non gli si rivela, costui non può figurarsi nulla della magnificenza di questo momento in cui risplenderà la chiarezza; e chi vuole ambire all'amicizia e all’amore di altro, senza attendere che la sua anima si apra all'altra fino ad averne accesso, a costui rimarrà eternamente nascosta la prof

Non amo attendere

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Dio, tu hai scelto di farti attendere tutto il tempo di un Avvento. Io non amo attendere. Non amo attendere nelle file.  Non amo attendere il mio turno.  Non amo attendere il treno.  Non amo attendere prima di giudicare.  Non amo attendere il momento opportuno.  Non amo attendere un giorno ancora.  Non amo attendere perché non ho tempo  e non vivo che nell’istante. D’altronde tu lo sai bene, tutto è fatto per evitarmi l’attesa:  gli abbonamenti ai mezzi di trasporto e i self-service,  le vendite a credito e i distributori automatici,  le foto a sviluppo istantaneo,  i telex e i terminali dei computer,  la televisione e i radiogiornali.  Non ho bisogno di attendere le notizie:  sono loro a precedermi. Ma tu Dio tu hai scelto di farti attendere il tempo  di tutto un Avvento.  Perché tu hai fatto dell'attesa lo spazio della conversione,  il faccia a faccia con ciò che è nascosto,  l’usura che non si usura.  L’attesa, soltanto l'attesa,  l'attesa dell'a

La fede dei semplici

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  La sera del 31 ottobre la Mamma è venuta a Binago. Durante la cena ad un certo punto mi ha detto «bisogna mettere sul davanzale un lumino?». Io sono rimasto sorpreso da quella domanda. Ho pensato che l’avesse letta in uno dei tanti messaggi ricevuti attraverso Whatsapp. Poco dopo ha aggiunto «bisogna mettere anche il nome di un santo, è la notte dei santi». Ancora più sorpreso ho risposto in modo superficiale «sì Mamma, ma non è necessario non preoccuparti». Quella sera ero particolarmente preoccupato per un lavoro che dovevo finire e avevo tutti i miei pensieri concentrati solo su quel problema.  Ho passato quella sera a studiare mentre Lei puliva la montagna di funghi chiodini che le avevano portato. Durante la Santa Messa vigiliare avevo parlato dell’importanza della festa di Tutti i Santi, del fatto che non siamo da soli, che crediamo nella comunione dei Santi, che è necessario chiedere il dono di una fede più grande nella risurrezione e nella vita eterna, e avevo anche accenn