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22 luglio 2018 - IX dopo Pentecoste

Tutti noi abbiamo nella mente qualche immagine riferita al re Davide, per lo meno per quel racconto che abbiamo ascoltato spesso di lui che affronta con pochi mezzi in grande guerriero Golia e lo abbatte perchè dice “io vengo con la forza del Signore”. Proprio questa consapevolezza rende Davide molto umile davanti a Dio e per questo, quando introduce l’arca, la presenza di Dio a Gerusalemme, lo fa spogliandosi e danzando, non avendo paura del giudizio di alcuno, riconoscendo che quello che ha ricevuto è solo dono di Dio e a lui solo deve piacere. Così la festa, che mostra anche la magnanimità di Davide - che dà a ciascun presente cibo in abbondanza, non è guastata dall’intervento duro, severo, ingiusto di Mical. Davide le ricorda proprio questo, che unicamente affidandosi al Signore, diversamente da come aveva fatto Saul, è possibile vivere pienamente la propria vita. L’espressione dell’umiltà come madre di ogni virtù ci è poi fatta esempio attraverso le parole di Paolo e del Vangelo.