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Visualizzazione dei post da novembre, 2016

27 novembre 2016 - III di Avvento

Is 35,1-10; Sal 84; Rm 11,25-36; Mt 11,2-15 Tutti noi sperimentiamo come sia una gioia credere ma anche spesso una fatica. Tutti noi conosciamo momenti in cui la fede ci sembra che sia viva, che sia corrispondente all’esperienza della vita e tratti di cammino in cui ci sembra di non avere fede o di non averne a sufficienza, tanto che a volte diciamo “ ho perso la fede ”. La Parola di Dio che oggi abbiamo ascoltato ci viene in sostegno, ci presenta ancora una volta la figura di Giovanni il Battista, che si trova in carcere perché ha avuto il coraggio di d enunciare il suo re dicendogli “ tu vivi in modo distante da Dio perché hai preso la moglie di tuo fratello ”. Mentre è in carcere Gesù inizia la sua predicazione e quello che Giovanni sente nell’opera di Gesù lo confonde. Gesù si sbilancia verso i più poveri, i più deboli. Il suo annuncio è un annuncio che è salvezza dalla malattia, dagli spiriti immondi. Tutta brava gente quella che Gesù incontra e salva ma non adatta a forma

Domenica 13 novembre 2016 - I di Avvento

Is 51, 4-8; Sal 49; 2Ts 2,1-14; Mt 24,1-31 Come si può essere nella gioia? Quella gioia che ascolteremo al termine del tempo di Avvento caratterizzare i personaggi che accoglieranno la nascita di Gesù, in particolare quei Magi che dopo un lungo cammino, vedendo la stella, proveranno una grandissima gioia . Come si può vivere nella gioia ascoltando le parole anche di queste letture, così difficili, che ci chiamano subito in causa e ci domandano se non sia davvero opportuno arrivare all’Eucaristia della domenica avendo preparato la lettura di questi testi, perché la proclamazione durante la celebrazione ne diventi eco, per non correre il rischio di ascoltare tante parole, far passare davanti a noi tante immagini che non riusciamo a trattenere? Questa gioia che ci chiede di affidarci completamente al Signore all’inizio di un nuovo anno liturgico, occasione perché ripercorrendo la sua storia noi impariamo sempre di più a comprendere la nostra. Come si può vivere nella gioia all’in

6 novembre 2016 - Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo

Dn 7,9-10.13-14; Sal 109; 1Cor 15,20-26.28; Mt 25,31-46 Per noi è un po’ difficile immaginarci Gesù come un re. Un po’ perché non abbiamo mai fatto esperienza diretta della regalità di qualcuno se non attraverso la storia e attraverso quello che ci raccontano in questo tempo giornali, televisione, riviste dove spesso però coloro che regnano vengono interpellati per curiosità legate al loro modo di vivere, di fare e non tanto per grandi meriti. Capiamo subito che questo titolo di re non ha niente a che fare con quella regalità che nella storia gli uomini hanno scelto e difeso a volte con violenza. Gesù esprime la sua regalità attraverso l’amore - così abbiamo detto nell’introduzione alla Messa “ il trono di Gesù è la sua croce -. C’è una tavola, quello del legno della croce, che richiama la tavola della mensa eucaristica, come a dire che non c’è differenza tra la Croce e l’Eucaristia, che è l’amore di Gesù il suo titolo regale. Comprendiamo bene allora che la prospettiva cambi

Commemorazione di tutti i fedeli defunti

Mi sono domandato quale senso abbia la visita e le processioni al cimitero di questi giorni. La riflessione non nasce dal dato statistico della diminuzione dei partecipanti a queste iniziative, né come reazione al dilagante favore che Halloween ha tra i nostri bambini, ragazzi, giovani e adulti... Voglio ridire a me il significato di questo modo di vivere questi giorni. Il primo significato è la gratitudine per coloro che abbiamo amato e che ci hanno preceduto nel passaggio oscuro della morte verso la pienezza della luce. Tra questi c'è chi ci ha donato la vita; chi ha scelto di educarci alla vita nella fede; chi ci ha insegnato a dire: "Padre nostro..."; chi invece: "Madre di Dio prega per noi adesso e nell'ora della nostra morte"; chi ci ha insegnato ad amare, sognare, desiderare, osare, riuscire; chi ci ha insegnato a chiedere scusa e a ricominciare dopo un errore. Avere memoria di questo non è nostalgia del passato ma lieta gratitudine per doni che ab

1 novembre 2016 - Festa di tutti i Santi

“Non sono mica un santo!” : così a volte si esprime qualcuno, anche tra i cristiani, quando si accorge che il suo comportamento, il suo modo di fare non è molto vicino all’insegnamento evangelico, a quello che Gesù ci ha consegnato. “Non sono mica un santo!” come a scusarsi, come a dire in fondo che ci sia una differenza tra noi e i Santi, coloro che hanno ricevuto una grazia particolare, straordinaria, che li mette a un livello per noi irraggiungibile. Se fosse così non avrebbe senso trovarci qui oggi. Noi invece veniamo qui a festeggiare tutti i Santi perché in loro vediamo il compimento della nostra vita, loro vivono già quella gloria divina, quella presenza di Dio che hanno cercato sulla terra. I Santi sono coloro che hanno voluto vivere il proprio battesimo fino in fondo, investiti di quella grazia che li ha resi figli di Dio hanno cercato con tutto il cuore di lasciarsi avvolgere dalla misericordia del Padre, perché quell’amore desse forma a tutta la loro vita e diventas

Solennità di tutti i Santi

Grazie, Signore, per tutti i santi e le sante, per quelli riconosciuti dalla Chiesa e per quelli che rimangono ignoti anche se con il loro amore hanno sostenuto la vita di tanti fratelli. Grazie, Signore, per tutti i santi e le sante, per quelli che riteniamo degli eroi da venerare ed ammirare e per quelli che ci sono così vicini che non riusciamo a distinguere tutta la loro grandezza e bontà. Grazie, Signore, per tutti i santi e le sante, per quelli che appaiono in piena luce e per quelli che restano avvolti dall’oscurità perché lo straordinario che hanno compiuto è un grande fiume che si disperde nei mille rivoli della trama dei giorni. Grazie per chi ha voluto spendere la sua vita per gli altri senza chiedere nulla in cambio. Grazie per chi ha donato ogni sua energia ai più piccoli e ai più poveri, condividendo la loro penuria, le loro fatiche e le loro speranze. Grazie per chi ha diffuso attorno a sé fiducia ed ottimismo, lottando a mani nude contro il male, senza aver paura di fe