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Visualizzazione dei post da gennaio, 2013

31 gennaio 2013 - Che c'entri con noi Gesù di Nazareth?

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Ed essi si misero a pregarlo  di andarsene dal loro territorio. (Mc 5,17) Grazie, Signore, sei davvero gentile, ci fa molto piacere averti qui, sei una bella persona. Ma ora, per favore, vattene. Siamo tutti convinti della bontà della tua presenza, sei essenziale, un personaggio che tutti riconoscono importante nella storia dell'umanità ma, per favore, evita di fare di nuovo una cosa del genere. Abbiamo dei matti da legare, degli emarginati, siamo riusciti a convincerli ad andarsene lontano dal paese, in un posto tutto per loro, dove non possono fare danni e tu che fai? Ce li guarisci e ce li riporti indietro? E sia, ci fa piacere che qualcuno si salvi. Ma proprio nei maiali dovevi far andare ‘sti cavoli di diavoletti? Hai una vaga idea di quanto costi il prosciutto all'ingrosso? Bello, fantastico, tu fai uscire i demoni dal cuore degli uomini, scacci le tenebre e le ombre, magnifico. Ma questo ha un costo, che diamine! Sulla società, sugli equilibri sociali! In fo

30 gennaio 2013 - Un granello di luce nel buio della paura

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«Perché avete paura?  Non avete ancora fede?».  (Mc 4, 40) Sieger Koger, La tempesta sul lago La barca sta per affondare e Gesù dorme. Il mondo geme con le ve­ne aperte, lotta contro la malattia e la disperazione e Dio dorme. L’angoscia lo contesta: Non ti importa niente di noi? Perché dormi? Svegliati! I Salmi traboccano di questo grido, lo urla Giobbe, lo ripetono gli apostoli nella paura. Poche cose sono bibliche come questa lite con Dio, che nasce dalla passione per la vita, dall’arroganza di un amore che non accetta di finire. Perché avete così tanta paura? C’è tanto da attraversare, tanta paura motivata. Ma troppo spesso la religione si è ridotta a una gestione della paura. Dio non vuole en­trare in questo gioco. Egli non è estraneo e non dorme, sta nel riflesso più profondo delle tue lacrime. Sta nelle braccia dei marinai forti sui remi, sta nella presa sicura del timoniere, nelle mani che svuotano l’acqua, negli occhi che scrutano la riva, che

29 gennaio 2013 - Nel cuore di tutti il seme di Dio

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«Così è il regno di Dio». (Mc 4,26) Così è il regno di Dio: co­me un uomo che getta il seme sul terreno. Ge­sù parla delle cose più gran­di con una semplicità disar­mante. Non fa ragionamen­ti, apre il libro della vita; rac­conta Dio con la freschezza di un germoglio di grano, spiega l'infinito attraverso il minuscolo seme di senape. Perché la vita delle creature più semplici risponde alle stesse leggi della nostra vita spirituale, perché Vangelo e vita camminano nella stessa direzione, che è il fiorire del­la vita in tutte le sue forme.  Accade nel regno di Dio co­me quando un uomo semi­na. Dio è il seminatore infa­ticato della nostra terra, con­tinuamente immette in noi e nel cosmo le sue energie in forme germinali: il nostro compito è portarle a matu­razione. Siamo un pugno di terra in cui Dio ha deposto i suoi germi vitali. Nessuno ne è privo, nessuno è vuoto, per­ché la mano di Dio continua a creare.  La prima parabola sot

28 gennaio 2013 - La misura del giudizio

Con la misura con la quale misurate  sarà misurato a voi;  anzi, vi sarà dato di più.  (Mc 4,24) Il Signore ci invita ad essere consapevoli della potenza della sua parola. Il messaggio che è venuto ad annunciare all'uomo è un messaggio di piena verità, di luce, di rivelazione, non può quindi essere tenuto nascosto, è un evento esplosivo, il cui splendore è tale che rende luminoso e chiaro ogni momento della vita umana. La luce di Dio è "lampada ai nostri passi", è la sola luce che può scacciare le tenebre del male, del dolore, dell'incertezza, della paura. Seguendo la Parola, siamo certi di essere sempre nella verità, perché quella Parola è la sostanza e la pienezza per la vita dell'uomo. Ecco perché Gesù ci invita anche ad essere veri e sinceri, a guardare con amore e rispetto il prossimo senza giudicare, senza condannare, perché nessuno di noi è senza colpa, nessuno di noi può dire di essere al di sopra degli altri. La misura del nostr

27 gennaio 2013 - Festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe

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Egli si alzò,  prese il bambino e sua madre  ed entrò nella terra d’Israele.  (Mt 2,22) Sir 44,25-45,1c.2-5; Sal 111; Ef 5,33-6,4; Mt 2,19-23

26 gennaio 2013 - La vocazione alla santità

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«Gratuitamente avete ricevuto,  gratuitamente date». (Mt 10,8) Vigoroso da Siena, I Dodici apostoli, Fondazione Cini Venezia, seconda metà del XIII secolo La vocazione al ministero ordinato “ è essenzialmente una chiamata alla santità, nella forma che scaturisce dal sacramento dell'Ordine. La santità è intimità con Dio, è imitazione di Cristo, povero, casto e umile; è amore senza riserve alle anime e donazione al loro vero bene; è amore alla Chiesa che è santa e ci vuole santi, perché tale è la missione che Cristo le ha affidato ” ( Pastores dabo vobis , 33). Gesù chiama gli Apostoli “ perché siano con lui ” ( Mc  3,14) in un'intimità privilegiata (cfr  Lc  8, 1-2; 22,28). Non solo li fa partecipi dei misteri del Regno dei cieli (cfr  Mt  13, 16-18), ma s'attende da loro una fedeltà più alta e consona al ministero apostolico a cui li chiama. Esige da essi una povertà più rigorosa (cfr  Mt  19, 22-23), l'umiltà del servo che si fa l'ultimo di tutti (cf