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Visualizzazione dei post da luglio, 2012

31 luglio 2012 - Preghiera: prima l'amicizia

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Il mendicante di pane non si vergogna della sua povertà: davanti a Dio ho il diritto di essere debole e povero; posso tendere in alto le mani, nel gesto di chi cerca di aggrapparsi alla roccia perché sta per essere sommerso dalle acque, proprio perché non sono forte. Se essere debole fosse una colpa, non avrei neppure il diritto di pregare. Povertà è l'occasione, amicizia è la condizione: prego perché amo, prego perché sono povero. (Ermes Ronchi, Come un girasole p.12) 1Cr 14,17-15,4.14-16. 25-16, 2; Sal 131; Lc 11,5-8

30 luglio 2012 - Pregare perché Gesù pregava

«Signore, insegnaci a pregare,  come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». (Lc 11,2) Insegnaci a pregare: è la prima delle preghiere che scaturisce dal cuore degli apostoli, che restano profondamente affascinati dalla preghiera di Gesù. Gesù ha pregato, e tanto, e siamo stupiti dalla sua attitudine al colloquio con Dio… A leggere il vangelo scopriamo che ogni azione importante di Gesù, dal Battesimo alla trasfigurazione, dal dialogo con Pietro alla scelta dei Dodici, è fecondata da lunghe notti di preghiera. E questo ci stupisce, ci scuote: che bisogno aveva Gesù di pregare? Certo, se la preghiera è una specie di lista della spesa, con le richieste che rivolgiamo a Dio, nessuno. Ma se la preghiera è - invece - qual è veramente, il dialogo di intimità con Dio, l'ascolto della sua Parola e la meditazione, Gesù aveva una capacità enorme di preghiera che rimpiangiamo. Gli apostoli erano, come ogni ebreo, uomini di preghiera: probabilmente frequentavano la sinagoga e i

29 luglio 2012 - Il ballo dell'obbedienza

Davide danzava con tutte le forze davanti al Signore. (2 Sam 6,14) «Chi perderà la propria vita  per causa mia e del Vangelo,  la salverà». (Mc 8,35) E' il 14 luglio. Tutti si apprestano a danzare. Dappertutto il mondo, dopo anni dopo mesi, danza. Ondate di guerra, ondate di ballo. C'è proprio molto rumore. La gente seria è a letto. I religiosi dicono il mattutino di sant'Enrico, re. Ed io, penso all'altro re. Al re David che danzava davanti all'Arca. Perché se ci sono molti santi che non amano danzare, ce ne sono molti altri che hanno avuto bisogno di danzare, tanto erano felici di vivere: Santa Teresa con le sue nacchere, San Giovanni della Croce con un Bambino Gesù tra le braccia, e san Francesco, davanti al papa. Se noi fossimo contenti di te, Signore, non potremmo resistere a questo bisogno di danzare che irrompe nel mondo, e indovineremmo facilmente quale danza ti piace farci danzare facendo i passi che la tua Provvidenza ha segnato. Perché io

28 luglio 2012 - La fatica di ogni giorno

“Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, l a luna non darà più la sua luce,  le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte”. (Mc 24,35) La fatica del vivere quotidiano si tinge a spesso dei colori cupi della violenza e dell'ingiustizia. Uomini e donne alla ricerca di un senso al loro dolore, di un senso alla vita privata di dignità e di futuro.  Noi siano i custodi della speranza, fragili e impacciati discepoli di chi ha dato un senso al dolore più assurdo e alla vita più sventurata. La nostra speranza non sia solo fatta di parole ma di azioni dense di affetto, cura, passione.  La fatica di ogni giorno è la terra buona che consente al seme della speranza di portare frutto. Nm 10,1-10; Sal 96; 1Ts 4,15-18; Mt 24, 27-33

27 luglio 2012 - L'ascolto, primo servizio a Dio

Maria seduta ai piedi del Signore,  ascoltava la sua parola.  (Lc 10,39) Un rabbi che entra nella casa di due donne, sovranamen­te libero di andare dove lo porta il cuore. Libero di par­lare alle donne, le escluse, come agli apostoli, seguen­do la strada tracciata per la prima volta dall'angelo del­l'annunciazione: mettere a parte le donne dei più ripo­sti segreti del Signore.   Gesù ha una meta, Gerusa­lemme, ma non tira mai dritto, non «passa oltre» quando incontra qualcuno. Per lui, come per il buon sa­maritano, ogni incontro diventa una meta.   Maria seduta ai piedi del Si­gnore ascolta la sua parola.   Il primo servizio da rendere a Dio - e a tutti - è l'ascolto. Dare un po' di tempo e un po' di cuore; è dall'ascolto che comincia la relazione. Allora una sorta di contagio ti prende quando sei vicino a uno come Lui, un conta­gio di luce quando sei vici­no alla luce. Mi piace immaginare questi due totalmente presi l'uno dall'altra, lui a

Vista dal Colle Sarezza (mt. 2702)

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(Il Cervino e le cime orientali del Monte Rosa)

26 luglio 2012 - Una terra abitata da prossimi

«Va’ e anche tu fa’ così». (Lc 10,37) Maestro, che cosa devo fare per essere vivo, per essere uomo vero? Gesù risponde con un racconto in cui è racchiusa la possibile soluzione della storia, la sorte del mondo e il destino di ognuno.   Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico. Un uomo, dice Gesù. Guai se ci fosse un aggettivo, buo­no o cattivo, ricco o povero, dei nostri o straniero. Può essere perfino un disonesto, un brigante anche lui. È l'uomo, ogni uomo aggredito e che ha bisogno.   Ogni strada del mondo va da Gerusalemme a Geri­co. Il mondo geme, con le vene aperte; c'è un im­menso peso di lacrime in tutto ciò che vive, un o­ceano di uomini derubati, umiliati, violati, naufra­gati per ogni continente. È questo il nome eterno dell'uomo.   Per caso un sacerdote scendeva per quella stessa stra­da.   Il primo che passa, un prete, un uomo spiritua­le, passa oltre. Ma cosa c'è oltre? Oltre il dolore, ol­tre la carne dell'uomo non c'è lo spirit

25 luglio 2012 - San Giacomo

«Chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore  e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo». (Mt 20,26-27) Giacomo, fratello di Giovanni, figlio di Zebedeo, strappato alla pesca insieme al fratello Giovanni, già discepolo del Battista. Gesù vuole lui, Simon Pietro e Andrea insieme con sé, nei momenti più significativi della sua missione: dalla trasfigurazione al Tabor, alla resurrezione della figlia di Giairo, nella dolorosa veglia al Getsemani. Giacomo fu il primo tra i dodici ad essere ucciso, sotto Erode Antipa, ed una antica leggenda vuole che riuscì a convertire un soldato, che venne decapitato insieme con lui. Un gigante della fede, uno dei discepoli che ha vissuto un rapporto intimissimo col Signore Gesù. Eppure, rileggendo la pagina che oggi la liturgia sfacciatamente ci propone, restiamo perplessi. No, Giacomo non ha fatto una gran figura chiedendo al Signore una "spintarella" nel futuro governo del Regno di Dio… Grandezza e miseria

24 luglio 2012 - Stiamo attenti ai segni dei tempi

« Chi ascolta voi ascolta me,  chi disprezza voi disprezza me.  E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato». (Lc 10,16) Guai a te Corazim, guai a te Betsaida! Dice Gesù e oggi aggiungerebbe: guai a te occidente! Guai a voi che pensate che la fede sia una cosa acquisita una volta per tutte! Guai a voi che contrapponete le civiltà e le religioni! Guai; cerchiamo guai quando ci sediamo, quando pensiamo che la fede consista nel trasmettere ciò che abbiamo ricevuto senza fantasia, senza entusiasmo, seduti sulle nostre piccole certezze senza riconoscere la novità di Dio. Israele attendeva allo spasimo la venuta del Messia eppure il cuore dei grandi uomini di fede, dei responsabili del Tempio e delle sinagoghe è rimasto chiuso; né i dottori della legge, né gli scribi sono riusciti ad uscir fuori dalle loro teorie per abbracciare la realtà della venuta del Messia figlio di Dio. Così accade, sempre: quando l'abitudine si infiltra nell'entusiasmo della fede e dell

23 luglio 2012 - Il sale e la luce: radice di vero futuro

«Voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo». (Mt 5,13a.14a) Dio è luce: una delle più belle definizio­ni di Dio (1 Gio­vanni 1,5). Ma il Vangelo oggi rilancia: anche voi sie­te luce. Una delle più belle definizioni dell'uomo.   E non dice: voi dovete es­sere, sforzatevi di diventa­re, ma voi siete già luce. La luce non è un dovere ma il frutto naturale in chi ha re­spirato Dio. La Parola mi assicura che in qualche modo misterioso e grande, grande ed emozionante, noi tutti, con Dio in cuore, siamo luce da luce, pro­prio come proclamiamo di Gesù nella professione di fede: Dio da Dio, luce da luce.   Io non sono né luce né sa­le, lo so bene, per lunga e­sperienza. Eppure il Van­gelo parla di me a me, e di­ce: Non fermarti alla su­perficie, al ruvido dell'ar­gilla, cerca in profondità, verso la cella segreta del cuore; là, al centro di te, tro­verai una lucerna accesa, u­na manciata di sale. Per pura grazia. Non un vanto, ma una responsabilità.  

22 luglio 2012 - Un Dio per servire l'uomo

«Chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore,  e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti ». (Mc 10,34) Vangelo dei paradossi perenni, della più sorprendente auto­definizione di Gesù: «venuto per servire». Tutto nasce dal fatto che Giovanni il teologo, l'aquila, il mistico, il disce­polo amato, chiede di essere al primo posto: la ricerca del primo posto è una passione così forte che penetra e av­volge il cuore di tutti. Pericolosamente: «Non sapete quel­lo che chiedete!». Non avete capito ancora a cosa andate incontro, quali argine rom­pete con questa domanda, che cosa scatenate con que­sta fame di potere.   Per il Vangelo, invece, essere alla destra e alla sinistra di Cristo, vuol dire occupare due posti sul Golgota, quel­l'ultimo venerdì; vuol dire es­sere con Gesù lungo tutta la sua vita, quando è voce di Dio e bocca dei poveri, e fa dei piccoli i principi del suo Regno, quando è disarmato amore. Stare a destra e a si­nistra di questa

21 luglio 2012 - La prima legge che l'uomo viva

«Neanch’io ti condanno;  va’ e d’ora in poi non peccare più». (Gv 8,11) Mosè ordina di uccidere quelle così. E tu, cosa dici? Il maestro si china e scrive col dito sulle pietre del cortile. Gesù evita perfino di guardarci in faccia quando ci lasciamo prendere dai nostri furori di accusare e di farci giustizia; evita perfino di incrociare il nostro sguardo, quando questo ha come obiettivo la morte.   Chi è senza peccato scagli per primo la pietra contro di lei. Gesù non rinnega la legge, chiede solo che chi si erge a difensore della legge per condannare gli altri, sia il primo a praticarla. Se ne andarono tutti, cominciando dai più vecchi. Tutti: per dire che nessuno ha il diritto di condannare. Gesù rimane solo con la donna. Si alza. Un gesto bellissimo: si alza davanti all'adultera, come ci si alza davanti alla persona attesa e importante; si alza, dal selciato di pietra alla donna, dalla polvere agli occhi di lei. Cosa hai visto Signore in quegli occhi? La paura di m

20 luglio 2012 - Signore manda operai nella tua messe!

« La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai!   Pregate dunque il signore della messe,  perché mandi operai nella sua messe! » (Lc 10,2) “La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!” ( Lc  10,2). Questa parola dal Vangelo della Messa di oggi ci tocca particolarmente da vicino in quest’ora. È l’ora della missione: il Signore manda voi, cari amici, nella sua messe. Dovete cooperare in quell’incarico di cui parla il profeta Isaia nella prima lettura: “Il Signore mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati” ( Is  61,1). È questo il lavoro per la messe nel campo di Dio, nel campo della storia umana: portare agli uomini la luce della verità, liberarli dalla povertà di verità, che è la vera tristezza e la vera povertà dell’uomo. Portare loro il lieto annuncio che non è soltanto parola, ma evento: Dio, Lui stesso, è venuto da noi. Egli ci prende pe

19 luglio 2012 - Come diventare discepoli

«Seguimi» (Lc 9,59) Gesù manda avanti a sé dei messaggeri a preparargli la strada - e questa è la Chiesa: la comunità di coloro che preparano la venuta del Rabbì - e oggi Luca ci presenta lo stile con cui diventare testimoni, indicandoci atteggiamenti sbagliati di discepolato. Il Signore ha bisogno di gente che non si fissi sulle sue convinzioni, facendo della fede un piccolo "nido" in cui si sta bene ("io e il mio Dio"), una specie di tana in cui ripararsi dai mali del mondo, ma che sia continuamente disposta a partire ad annunciare il Signore là dove lo Spirito chiama, sempre in strada, mai arrivati o definitivamente stabilizzati. Il Signore ha bisogno di gente viva, di uomini pienamente uomini, non richiusi in una religiosità vagamente oscura e tenebrosa (insomma un po' "cadaveri"), ma disposti ad essere segno di quella fiducia e di quella gioia interiore che anche nella difficoltà emerge su tutto; seguire Gesù è esperienza talmente totalizzan

18 luglio 2012 - Un Dio da accogliere senza costrizioni

Si voltò e li rimproverò. (Lc 9,55) Gesù si dirige decisamente verso Gerusalemme, letteralmente Luca scrive: "con il volto duro", con fermezza, e nei successivi 10 capitoli troveremo sempre Gesù in cammino verso questo interminabile viaggio. E' a Gerusalemme che si gioca tutto, Gesù sa dei rischi che corre, l'incomprensione aleggia nel suo cuore eppure, malgrado ciò, desidera fortemente affrontare il suo destino. Questa decisione stride fortemente con la brutta scena dell'intolleranza di Giacomo e Giovanni – sì Giovanni il mite, il discepolo che Gesù amava, il mistico, nessuno è immune dal rischio della violenza – e. Gesù rimprovera aspramente i suoi, toglie dal di dentro ogni ragione di violenza e di imposizione, esclude in modo assoluto l'adesione alla fede che non sia frutto di assoluta libertà. La tolleranza è difficile conquista, determinazione, Gesù è disposto a morire per affermare le sue idee, per proclamare il volto di Dio, ma mai e poi mai user

17 luglio 2012 - La logica del dono nei rapporti

«Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi,  questi è grande». (Lc 9,48) Nel momento tragico del dono totale della sua vita, Gesù deve sentire gli apostoli che discutono chi tra loro sia il più grande. Sentite lo stridore? Luca lo mette qui appositamente. Gli apostoli non hanno ancora capito il valore del dono, non hanno colto ciò che sta succedendo, non ne colgono la dimensione. Capiranno solo quando saranno masticati dalla croce, quando la loro fede smetterà di essere un'adesione sensibile ed emotiva al Rabbì Gesù per riconoscere in lui il Dio della gloria.   E mi vedo le discussioni prima o dopo le nostre celebrazioni su chi si mette in mostra per il canto, sulle discussioni di chi è più o meno nelle grazie del parroco, sui musi tirati per un lettore scelto al posto di un altro... Che tristezza! Anche noi, come gli apostoli, capiremo veramente chi è il Signore Gesù solo quando la nostra fede sarà piantata ai piedi della croce, come un parafulmine, quando la nostra fe

16 luglio 2012 - La croce: l'unico luogo possibile di incontro

«Mettetevi bene in mente queste parole:  il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato  nelle mani degli uomini».  (Lc 9,44) Tutti, folla e discepoli, sono stupiti per i prodigi straordinari che fa Gesù. L'oggetto di stupore è l'azione potente del Figlio di Dio a favore dell'uomo. Ma solo ai "discepoli" Gesù rivela la sua "passione", che sta all'origine della sua missione e che lo porterà all'impotenza della croce: gesto decisivo per la nostra salvezza. E pur essendo il secondo annuncio esplicito della sua Passione e morte, i discepoli non comprendono ciò che il Signore dice, anzi essi hanno una reazione di chiusura, dura e cosciente: non capiscono, non vogliono capire e si guardano bene dal chiedere, in modo da continuare a non capire. Eppure la Passione del Figlio dell'uomo è Sapienza amorosa di Dio che passa attraverso la povertà, l'umiliazione e l'umiltà. Gesù accetta la sofferenza, il ripudio e l'uccisione, e propr

15 luglio 2012 - La scelta

«Vi ho detto questo perché abbiate pace in me.  Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio:  io ho vinto il mondo!» (Gv 16,33) Un uomo si sentiva perennemente oppresso dalle difficoltà della vita e se ne lamentò con un famoso maestro di spirito.  "Non ce la faccio più! Questa vita mi è insopportabile".  Il maestro prese una manciata di cenere e la lasciò cadere in un bicchiere pieno di limpida acqua da bere che aveva sul tavolo, dicendo: "Queste sono le tue sofferenze".  Tutta l'acqua del bicchiere s'intorbidì e s'insudiciò.  Il maestro la buttò via.  Il maestro prese un'altra manciata di cenere, identica alla precedente, la fece vedere all'uomo, poi si affacciò alla finestra e la buttò nel mare.  La cenere si disperse in un attimo e il mare rimase esattamente com'era prima.  "Vedi?" spiegò il maestro. "Ogni giorno devi decidere se essere un bicchiere d'acqua o il mare". 

14 luglio 2012

«Chi tra voi è più grande diventi come il più giovane,  e chi governa come colui che serve ». (Lc 22,26) Nm 3,5-13; Sal 94; Eb 7,23-28; Lc 22,24-30a

13 luglio - La responsabilità verso Dio e il prossimo

«Se qualcuno vuole venire dietro a me,  rinneghi se stesso,  prenda la sua croce ogni giorno e mi segua». (Lc 9,23) Questa esigente condizione, da Lui posta a chi vuole seguirlo, deve costituire lo stile del cristiano […] Gesù non propone la mortificazione fine a se stessa. In realtà, "rinnegare se stessi" e "prendere la croce" equivale ad assumere fino in fondo la  propria responsabilità davanti a Dio e al prossimo . Il Figlio di Dio è stato fedele alla missione affidatagli dal Padre, sino a versare per la nostra salvezza il proprio sangue. Ai suoi seguaci chiede di fare altrettanto, donandosi senza riserve a Dio e ai fratelli. […] Cari giovani, è proprio questo il tema del mio  Messaggio per la sedicesima Giornata Mondiale della Gioventù , che si celebrerà in ogni Diocesi domenica prossima, Domenica delle Palme. Cristo è esigente con i suoi discepoli, e la Chiesa non esita a riproporre anche a voi il suo Vangelo "senza sconti&q

12 luglio 2012 - Chi è Gesù per me?

«Ma voi, chi dite che io sia?». (Lc 9,20) Si parla spesso di Gesù, tutto sommato. E' forse il personaggio storico di cui – in assoluto – più si parla. Domenica prossima centinaia di persone si raduneranno per ascoltare le parole di questo tale Nazareno. Così non accadrà per Gandhi o per Alessandro Magno... Gesù pone un problema, occorre affrontarlo, chiedersi chi sia veramente quest'uomo. Per rifiutarlo, per accoglierlo, in qualche modo siamo invitati a guardarci nel profondo.   La pagina di Cafarnao, il momento più importante dell'avventura degli apostoli, il momento in cui il Signore li invita a fare il punto della sequela. Già: perché seguiamo Gesù? Perché, come loro, siamo rimasti affascinati dalle sue parole che sono Spirito e vita? E, soprattutto, chi è questo Gesù per noi? Ogni anno il Signore ci chiede di non dare nulla per scontato, anzi insiste perché, nel silenzio della preghiera, ricollochiamo nella nostra vita la sua presenza. Gesù non fa un sondaggio

11 luglio 2012 - Amore, coraggio, libertà, frutti di Dio

San Benedetto, Patrono d'Europa « Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto,  perché senza di me non potete far nulla » . (Gv 15,5) Nel brano tutto ruota attorno ad una im­magine concreta e ad un verbo: la vite e dei tralci, il verbo «rimanere». Cristo vite, io tralcio: io e lui la stessa co­sa! Stessa pianta, stessa vita, unica radice, una sola linfa.  Lui in me e io in lui come fi­glio nella madre, madre nel fi­glio.  Dio è in me, non come un pa­drone, ma come linfa vitale.  Dio è in me, come radice che invia energia verso tutti i rami. Dio è in me per prendersi cu­ra più a fondo di me. In Cristo il vignaiolo si è fatto vite, il se­minatore si è fatto seme, il va­saio si è fatto argilla, il Crea­tore si è fatto creatura. Non so­lo Dio con noi, ma Dio in noi. Se ci guardiamo attorno, co­nosciamo tutti delle persone che sembrano mettere gem­me, le vedi germogliare e fio­rire. E capisci che sono inserite in qualcosa di vivo!  Rimanete in me. Una sola condizione;

10 luglio 2012 - Gesù, il Signore della vita che porta salvezza

«Fanciulla, àlzati!» (Lc 8,54) Gesù cammina verso la casa do­ve una bambina è morta. Cam­mina ed è Giairo, il padre, a det­tare il ritmo; Gesù gli cammina vicino, offre un cuore perché possa appog­giarvi il suo dolore: «Non temere, soltanto continua ad aver fede». Ma co­me è possibile non temere quando la morte è entrata in casa mia, e si è por­tata via il mio sole? Secondo Gesù il contrario della paura non è il coraggio, da scovare a fatica nel fondo dell'ani­mo, ma la fede: Tu continua ad aver fe­de.   Anche se dubiti, anche se la tua fe­de non ha nulla di eroico, lascia che la sua Parola riprenda a mormorare in cuore, che il suo Nome salga alle lab­bra con un'ostinazione da innamora­ti.   Aver fede: che cosa significa? La fede è un atto umanissimo, vitale, che tende alla vita e si oppone all'abbandono e alla morte. È aderire: come un bam­bino aderisce al petto della madre, co­sì io aderisco al Signore, ho fiducia nel­la madre mia, un bambino appena svezzato è i

9 luglio 2012 - Raccontare

«Torna a casa tua e racconta  quello che Dio ha fatto per te» (Lc 8,38) C'era una volta un narratore. Viveva povero, ma senza preoccupazioni, felice di niente, con la testa sempre piena di sogni. Ma il mondo intorno gli pareva grigio, brutale, arido di cuore, malato d'anima. E ne soffriva.   Un mattino, mentre attraversava una piazza assolata, gli venne un'idea. "E se raccontassi loro delle storie? Potrei raccontare il sapore della bontà e dell'amore, li porterei sicuramente alla felicità". Salì su una panchina e cominciò a raccontare ad alta voce. Anziani, donne, bambini, si fermarono un attimo ad ascoltarlo, poi si voltarono e proseguirono per la loro strada.   Il narratore, ben sapendo che non si può cambiare il mondo in un giorno, non si scoraggiò. Il giorno dopo tornò nel medesimo luogo e di nuovo lanciò al vento le più commoventi parole del suo cuore. Nuovamente della gente si fermò, ma meno del giorno prima. Qualcuno rise di lui. Qualche