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Visualizzazione dei post da aprile, 2017

30 aprile 2017 - III di Pasqua

« Ecco l’Agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo »: ci è famigliare questa parola perché la sentiamo ripetere ad ogni Eucaristia, poco prima di accostarci a ricevere Gesù nella comunione. Accanto a queste parole anche quella esortazione « beati gli invitati alla cena del Signore ». Così la prima domanda che ci poniamo è questa: noi siamo contenti, ci sentiamo beati, perché siamo qui a celebrare l’Eucaristia? Se siamo gli invitati alla cena del Signore sentiamo la gioia di partecipare? Vogliamo che sia questo un evento festoso all’interno di questa domenica, giorno del Signore e giorno di riposo? Se non c’è questa gioia il rischio è quello di subire tutto ed il rischio è anche che poi non si abbia il desiderio di comunicare agli altri quanto abbiamo ascoltato, vissuto. Beati coloro che possono partecipare della Mensa del Signore e riconoscono che Gesù è venuto in modo mansueto a proporre il Vangelo, un Agnello. Non c’è un’imposizione, non c’è una violenza, non c’è un

23 aprile 2017 - II di Pasqua

« Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto »: Gesù parla di noi e noi ci domandiamo se davvero siamo lieti, beati, contenti di essere qui questa mattina; se davvero siamo lieti di essere coloro che voglio essere discepoli del Signore. Ci domandiamo se davvero siamo contenti che lui sia il Signore Risorto, il Crocifisso Risorto. Nel Vangelo di Giovanni vedere è uguale a credere: noi non abbiamo visto però siamo qui perché abbiamo ascoltato l’annuncio della Pasqua, altri prima di noi ci hanno detto «abbiamo visto il Signore», altri ci hanno ripetuto «il Crocifisso, il Signore Gesù è risorto!». Per questo motivo noi siamo qui: “siamo contenti di essere discepoli del Signore?”. Il primo saluto che Gesù rivolge ai suoi amici, gli stessi che lo avevano abbandonato nel momento più importante della sua vita (quando proprio si ha bisogno di essere difesi, accompagnati da coloro da quali ti aspetti maggiore sostegno, gli amici), è « pace a voi ». Questa parola “ pace ” è il segno,

Santa Pasqua

«Perché piangi?». I Vangeli ci raccontano tante apparizioni di Gesù risorto avvenute nel giorno di Pasqua, ma quella che ci commuove di più - forse perché è quella scelta dalla Liturgia Ambrosiana in questo giorno - è l’apparizione a Maria di Magdala che piange vicino al sepolcro vuoto. Gesù le si avvicina e le dice «perché piangi?» e in questa domanda è come se Gesù le volesse dire: “Donna, le tue lacrime non hanno più motivo di scorrere nei tuoi occhi, a meno che tu non pianga per la gioia o per l’amore. Vedi, la collina del Calvario che solo l’altro giorno era un teschio coperto di fango oggi si è improvvisamente allagata di un mare d’erba. Le chiazze di sangue sono tutte fiorite, il cielo, che venerdì era uno straccio pauroso, oggi è limpido e sereno. Siamo appena al terzo giorno, ma sono bastate queste poche ore perché il mondo facesse un balzo di millenni. Non bisogna misurare sui calendari dell'uomo la distanza che separa quest'alba luminosa dal tramonto senza anima

Sabato Santo - Veglia Pasquale

«Solo Dio può donare l’acqua che estingue la sete dell’uomo e il cibo che può salvare il suo desiderio di vita. La parola del Signore è efficace e non delude. Solo questa parola è veramente simile alla neve mandata dal cielo sulla terra, ha reso fecondi i campi riarsi del nostro cuore». Così già il nostro padre Ambrogio commentava la Parola di Dio che abbiamo ascoltato in questa notte santa. Secondo una tradizione antichissima noi abbiamo ripercorso, accompagnati da questa Parola, la storia di Israele, del popolo di Dio, ma anche il cammino di ogni battezzato. Come la prima lettura ci ha introdotti nel mistero della creazione, quella prima dalla quale è originata la vita di tutto, oggi noi siamo qui per contemplare la nuova creazione in Cristo, colui che è Risorto da morte e apre a noi la prospettiva di una vita rinnovata. Così abbiamo compiuto un cammino della memoria, dei ricordi, di ciò che va riportato al cuore, custodito nel cuore, la memoria dell’inizio di tutto, avvolto n

Venerdì Santo - Nella Passione del Signore

«Sei tu il Re dei Giudei?». Gesù viene presentato a tutti con il volto coperto di sangue. Il dolore rende incerto il suo camminare. Porta su di sé il dolore di tutti gli uomini. Così noi rivediamo quel volto, spesso, nel corso di questa storia dell’uomo, di tutti gli uomini. Questi volti insanguinati, questi uomini e donne che camminano stancamente feriti da un dolore che colpisce direttamente il cuore. Gesù è il Figlio di Dio e non appare nello splendore dell’eternità ma nella sofferenza di un Dio appassionato. Così, fin dall’inizio del cristianesimo, i padri della Chiesa dicevano «Dio prima patì e poi si incarnò. Patì vedendo la condizione dell'uomo. Patì perché l’amore è passione» e ancora «amare significa patire, appassionarsi. Chi ama di più si prepari a patire di più». Vediamo in Cristo, come le donne al Calvario stavano ad osservare da lontano, il Volto di Dio, non di un Dio che si impone con la violenza, non di un Dio che ci costringe, che ci obbliga. Quelle donne, pre

Giovedì Santo - Celebrazione nella Cena del Signore

«Così non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora» : questa parola di Gesù continua a stare fissa nella mia mente e nel mio cuore in questo inizio di Triduo Pasquale. L’ho detto tante volte in questi giorni, anche a voi, che questo è il cuore di tutto l’anno, sono i giorni più importanti dell’anno. Chiamiamo questi giorni “autentici” per dire che sono così veri che niente li può mettere in dubbio, per dire che il modo in cui viviamo questi giorni dice il modo in cui viviamo il nostro rapporto con Dio. Arrivo a questi giorni con la percezione forte di non aver vegliato neppure una sola ora. Mi sento di somigliare ai bambini quando vengono alla Messa e si annoiano perché le letture sono lunghe e difficili, perché non fanno niente, perché la predica non li coinvolge, perché spesso non conoscono neppure i canti che vengono proposti. Così quell’ora diventa faticosa ed è difficile intuire che quella celebrazione, l’Eucaristia, è il cuore della settimana, è il cuore della v

Domenica delle Palme

«I suoi discepoli sul momento non compresero queste cose» . Anche noi a volte compiamo dei gesti, ci troviamo a fare dei riti dei quali non comprendiamo bene il significato. Così, se ciascuno di noi dovesse raccontare il significato di questo gesto di portare l’ulivo e di venire qui in Chiesa, avremmo probabilmente tante risposte diverse. Dare significato ai gesti che compiamo e non darli per scontati ci permette di viverli con maggiore intensità, profondità, ci permette di custodirli nel cuore. Ma anche i discepoli di Gesù che avevano vissuto con lui per tanto tempo non capivano. Questo da una parte ci consola perché è possibile che questa incapacità di capire non sia una colpa, se è legata al fatto che non sappiamo sempre metterci in un’attenzione e di accoglienza nei confronti del Signore. Abbiamo avuto a disposizione tutta la Quaresima, quaranta giorni, per preparare questa settimana che noi chiamiamo “santa”, “autentica” perché è la matrice di tutte le altre settimane, è

2 aprile 2017 - V di Quaresima

«Io sono la Risurrezione e la Vita» : sono questi i nomi che oggi Gesù ci consegna e regala in questo episodio noto, perché ritorna in ogni Quaresima e ci parla di un anticipo di quello che tra due settimane vivremo nell’annuncio della Pasqua che squarcia il velo della morte e ci consegna Gesù risorto, vivente. «Io sono la Risurrezione e la Vita»: a ricordarci che il motivo per cui siamo qui oggi è perché noi crediamo che Gesù è il Risorto, colui che dà la vita, colui che è l’origine della vita, colui che è la fonte della vita; che la nostra fede ci porta qui, incerta, forte, lieta, triste… tutti noi siamo qui perché crediamo che il Cristo è il Risorto. Così i gesti dell’Eucaristia ci riportano costantemente a quel momento in cui Gesù ha deciso di portare a compimento la sua vita nella fedeltà alla sua missione, essendo vero fino alla fine, scegliendo di essere ucciso piuttosto che fuggire o negare chi fosse veramente: la Risurrezione e la Vita, il Figlio di Dio. Questa manifesta