Post

Visualizzazione dei post da aprile, 2020

Che cosa cerchi?

Liturgia della Parola 20 aprile 2020 Giovanni è un maestro riconosciuto e affermato, ha dei discepoli attorno a sé, è ritenuto un profeta. Non è l’unico profeta, ma la Parola di Dio risuona nelle sue parole e anche a lui è chiesto di illuminare le attese sul senso della storia e del suo compimento con la venuta del messia. Egli annuncia che tra i suoi discepoli c’è una presenza non ancora conosciuta dagli altri, la presenza di un uomo che, pur seguendo lo stesso Giovanni come discepolo, è più grande di lui, al punto che egli si dice indegno di slegargli il laccio dei sandali. Giovanni va però oltre a questo annuncio e a due discepoli indica colui del quale ha parlato, definendolo Agnello-Servo di Dio. Questi due discepoli per primi lasciano Giovanni per seguire Gesù. Si mettono sulle sue tracce, nel deserto; Gesù allora si volta e chiede loro: “Che cosa cercate?”. È la prima parola di Gesù nel quarto vangelo, sotto forma di domanda, un interrogativo che Gesù rivolge ancora oggi

È il Signore!

Liturgia della Parola Sabato 18 aprile «Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade» (Gv 21,1). In questo brano ci viene presentata la terza apparizione di Gesù ai suoi discepoli raccontata nel Vangelo di Giovanni, ma più che sull’apparizione di Gesù poniamo la nostra attenzione su quella che potremmo definire la resurrezione dei discepoli.  Nel racconto, si narra infatti del passaggio dalla notte al mattino, dunque dalle tenebre alla luce, un linguaggio che la Pasqua ci ha ridetto con tutta la sua intensità. Ma questo passaggio è accompagnato da un altro decisivo passaggio: quello dall’ignoranza («I discepoli non sapevano che era Gesù»: Gv 21,4) alla conoscenza di Gesù («Sapevano bene che era il Signore»: Gv 21,12).  Ma se questo è il mutamento fondamentale, alla sua luce possono essere letti anche il passaggio dalla pesca infruttuosa («In quella notte non presero nulla»: Gv 21,3) alla pesca abbondante («Gettarono la rete e non potevano più tirarla su per la

15 aprile 2020 - Soltanto una Parola e sarò salvato

Può accadere a tutti di arrivare all’incontro con Gesù indeboliti dalla fatica, smarriti a causa delle incertezze sul futuro, prostrati dalla sofferenza e dalla morte e così il Signore che ci viene incontro lo sentiamo come un forestiero, uno che non comprende, che non sa, che non può capire, uno che ha tradito la speranza.   Il Signore tuttavia non si stanca di farsi accanto a questo nostro camminare, e chiede di abitare la nostra vita che conosce bene perché l’ha vissuta in pienezza, conosce la fatica della lotta contro il male, lo smarrimento davanti ad un futuro che lo vede perseguitato, la prostrazione nel dolore fino alla morte. Può accadere a tutti di arrivare impreparati all’incontro con Gesù: la liturgia penitenziale all’inizio della celebrazione eucaristica ci chiede di raccogliere tutta la nostra vita e offrirla così com’è al Padre. Egli con quell’argilla informe creerà un’opera meravigliosa. Può accadere a molti di essere estranei alla Parola. Molte parole assedi

Domenica di Pasqua

Tra le poche cose buone della serrata mondiale per combattere il Covid-19 c'è il miglioramento della qualità dell'aria nelle città. Lo si è visto prima in Cina, poi nella nostra Pianura Padana e nelle altre città europee. Adesso lo si nota anche in India, la nazione con il più alto tasso di inquinamento al mondo. Venerdì scorso, dopo oltre 30 anni, gli abitanti di Jalandhar, nello Stato del Punjab, sono riusciti a scorgere le vette innevate della catena del Dhauladhar, Himalaya. Piccole notizie che fanno sorridere e fanno sperare, sperare in un mondo diverso, in un modo diverso di vivere, necessario dopo questo improvviso, inaspettato e incredibile evento.  Ma cos’è la speranza, la speranza cristiana? In questi giorni ripetiamo “speriamo che finisca presto!”, speriamo che vada tutto bene. Sono espressioni che ci incoraggiano, che motivano un atteggiamento positivo... Ieri sera dopo la veglia sono tornato a casa e mi sono informato sugli ultimi dati relativi

Giovedì Santo - 9 aprile 2020

«E uscito fuori pianse amaramente. E in quell'istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto: "Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte". E, uscito fuori, pianse amaramente». In questi giorni mi sono domandato: “ma dove è finito Pietro in quelle ore passate tra il suo tradimento e il mattino di Pasqua quando Maria di Magdala gli porterà l’annuncio della risurrezione?” Ho scoperto che ci sono racconti che narrano che quel pianto frutto del ricordo di quanto Gesù gli aveva detto continuò a lungo fino alla casa degli amici di Betania. Là lo accolsero Maria e Marta, Lazzaro invece era nascosto perché sapeva che i capi del popolo avevano deciso di uccidere anche lui, la sua storia era diventata scomoda. Ma appena entrò nella stanza che, solo pochi giorni prima, aveva accolto nella gioia Gesù e i Dodici per quella festa voluta intensam

Uno dei Dodici

Immagine
Liturgia della Parola 8 aprile 2020 Uno dei Dodici , uno che era stato con Lui, un suo amico: ecco chi è Giuda. Mi colpisce sempre questa apparentemente semplice annotazione, perché parla della libertà di Gesù, della libertà dell’uomo. Il vangelo ci parla di chi sia l’uomo davanti a Dio.  Gesù ha chiamato a sé, alla sua sequela, degli uomini che hanno risposto liberamente e hanno abbandonato tutto – la famiglia, il paese, il mestiere – per seguirlo. Chiamo a sé quelli che volle, e altri che volevano seguirlo non trovarono posto nella sua comunità. Il Vangelo di Marco narra che Gesù passò la notte in preghiera, pensando davanti al Padre, sotto la guida dello Spirito santo, per comprendere chi doveva scegliere e istituire quel gruppo come “apostoli” . E al mattino “chiamò a sé quelli che voleva” e “ ne fece dodici, perché stessero con lui e per mandarli a predicare” (Mc 3,13-14). Gesù decide, sceglie dopo aver pensato e pregato davanti al Padre, conosce e chiama ciascuno per no

Il profumo dell'Amicizia - Domenica delle Palme

Immagine
Liturgia della Parola 5 aprile 2020 Era vicina la Pasqua. La domenica delle palme ci introduce nella settimana autentica, la settimana più importate di tutto l’anno: la Pasqua è vicina. Anche noi ci disponiamo a purificare la nostra vita, ad orientarla con più intensità verso Dio, in particolare vogliamo custodire, purificare il cuore. Di Gesù pensiamo di sapere già tutto, ma è bene tenere nel cuore la domanda “verrà alla festa?” E che festa sarà questa Pasqua per tante famiglie che vivono il dramma della distanza dai propri cari ricoverati negli ospedali, nelle case di cura, chiusi in casa per la quarantena. Per molti Gesù, se è Dio, è da denunciare, arrestare, condannare, perché nel cuore di molti nostri fratelli e nostre sorelle alberga da settimane la domanda: dov’è Dio? E che festa sarà questa Pasqua? Siamo proprio a pochi giorni dalla pasqua degli Ebrei memoria del passaggio del mar Rosso, memoria del passaggio dalla morte alla vita, dalla schiavitù alla libert

Cuore di fanciullo

Immagine
Liturgia della Parola 1 aprile 2020 Il cammino iniziato con decisione per arrivare a Gerusalemme si sta compiendo. Allora Gesù aveva detto che il più grande nel Regno dei Cieli è chi accoglie un bambino; il più grande nel Regno dei Cieli è chi si fa piccolo con i piccoli...  Lasciate che i bambini vengano a me non glielo impedite, così dice ai Dodici poco prima di incontrare il giovane ricco ricercatore di risposte autentiche perso e triste nelle sue molte ricchezze.   Lasciate che i bambini vengano a me non glielo impedite, il regno dei Cieli è per chi è come loro.  Ho bisogno di tornare a coltivare un cuore di fanciullo che di per sé non è innocente, quante lotte anche tra bambini, ma che è bisognoso di tutto: non pone la sua fiducia nelle cose, nelle ricchezze, né su titoli e riconoscimenti ha solo bisogno di qualcuno che lo guardi, che lo ascolti, che lo custodisca.  Senza un cuore di fanciullo non comprenderò nulla dell’Amore che viene tradito, consegnato, deriso