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Visualizzazione dei post da settembre, 2023

«Donna, ecco tuo Figlio» (Gv 19,26)

Il martirio della Vergine viene celebrato tanto nella profezia di Simeone, quanto nella storia stessa della passione del Signore. Egli è posto, dice del bambino Gesù il santo vegliardo, quale segno di contraddizione, e una spada, dice poi rivolgendosi a Maria, trapasserà la tua stessa anima (cfr. Lc 2, 34-35). Una spada ha trapassato veramente la tua anima, o santa Madre nostra! Del resto non avrebbe raggiunto la carne del Figlio se non passando per l'anima della Madre. Certamente dopo che il tuo Gesù, che era di tutti, ma specialmente tuo, era ispirato, la lancia crudele, non poté arrivare alla sua anima. Quando, infatti, non rispettando neppure la sua morte, gli aprì il costato, ormai non poteva più recare alcun danno al Figlio tuo. Ma a te sì. A te trapassò l'anima. L'anima di lui non era più là, ma la tua non se ne poteva assolutamente staccare. Perciò la forza del dolore trapassò la tua anima, e così non senza ragione ti possiamo chiamare più che martire, perché in te

«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito» (Gv 3,16a)

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La festa della Esaltazione della Croce è invito a sostare in contemplazione dell'Amore e a riscoprire la preghiera del segno della croce, per molti la prima preghiera imparata alla scuola della pietà popolare trasmessa dai genitori e ancor più dai nonni. Il segno della croce ricorda che Gesù è stato l’Uomo-Dio che si è caricato delle sofferenze dei fratelli, offrendo se stesso “fino alla morte e alla morte di croce” (Filippesi 2,8). Si traccia sul corpo dalla fronte al petto e da una spalla all’altra. É un segno verticale e orizzontale, indica il percorso dell’uomo nella vita: verso l’orizzonte e verso il cielo che si incrociano. É un segno di protezione contro il male, aiuta a respingere le ombre del maligno e benedice l’anima e il corpo. Ci ricorda i due misteri principali della fede cristiana: unità e trinità di Dio; incarnazione, passione, morte e risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo. Il modo in cui compiamo il segno della croce dice molto di come stiamo alla presenza di

Aumenta la mia fede!

“Che il Signore aumenti la mia fede!”. Questa è la preghiera che ho affidato agli amici della Comunità di Albusciago la sera in cui per la prima volta ho presieduto l’Eucaristia. In realtà ogni giorno, in particolare quando celebro l’Eucaristia, nel momento in cui mi inginocchio prima di chiedere che la “comunione al Corpo e al Sangue di Cristo mi custodisca per la vita eterna” , in silenzio grido “aumenta la mia fede! Aumenta la mia fede! Aumenta la mia fede”. Un triplice grido al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. A te che entri nella Stanza di Enoch affido questa nuova preghiera, anzi pregala anche tu, la fede è un dono per tutti ma è anche una responsabilità. Sosteniamoci a vicenda nel cammino di una fede autentica.

Un pastore lieto e benevolo

Un anno fa iniziavo il mio servizio come Parroco nell’Unità Pastorale San Benedetto. Fu la Parrocchia di Sumirago ad accogliermi alla sera della giornata che era stata caratterizzata dal trasloco. Si celebrava la Santa Messa conclusiva della festa patronale, la celebrazione per i defunti della Comunità. Ricordo la trepidazione, il sano timore. Chiesi di pregare per me chiedendo il dono di poter essere un pastore lieto, benevolo, testimone dell’amore fedele di Dio. In questi mesi mi sono sentito accompagnato e benedetto in molte occasioni. Chiedo anche a te che entri nella Stanza di Enoch la grazia della tua preghiera, aiuterà me nel cammino verso la santità e aiuterà te a compiere un atto di autentica carità.