Entrare nella stanza di Enoch

"Andare da Enoch"... è stato così ogni giorno in quel mese di esercizi spirituali ignaziani nell'agosto  - settembre del 1992.

Andare da Enoch, l'unica persona con la quale potevo parlare in un clima di silenzio assoluto, esigente ma estremamente necessario per scoprire che Dio parla al cuore, al mio cuore ogni istante.

Ogni stanza della Villa Mater Dei di Varese, sede degli Esercizi Spirituali, aveva il nome di un personaggio biblico. La mia stanza era quella di Isacco, ma il luogo che ho più amato è stata la stanza di Enoch.

Andare da Enoch era un rito, ciò che fa diverso un giorno da ogni altro giorno e un’ora da ogni altra ora.

Andare da Enoch era un appuntamento: sempre alla stessa ora, atteso, per esser ascoltato e per ricevere indicazioni per il cammino.

Andare da Enoch era una necessità: importante raccontare quanto la preghiera avesse suscitato in me ed ascoltare una parola di conferma, di esortazione, di benedizione.

Enoch da allora mi ha accompagnato, nella Scrittura di lui si dice:
"Enoch camminò con Dio poi scomparve perché Dio l'aveva preso" (Gn 5,24).
Camminare con Dio: in questi anni ho vissuto cercando di essere una benedizione. Non sempre ci sono riuscito, ma continuo a provarci.

E faccio mia un’altra parola che viene da Dio:
"Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio" (Mi 6,8).

Ho pensato a lungo prima di iniziare a percorrere la strada di questo blog. Qualcuno mi ha detto "ma che cosa avrai mai da dire?"; e un altro "ma avrai il tempo per seguirlo?"

Non pretendo di avere qualcosa da dire, vorrei solo lasciar aperta la stanza di Enoch, perché come è stato per me qualcuno possa entrarvi e trovare ascolto.

Un modo, certo non l’unico, per cercare di entrare in contatto con amici incontrati nel cammino e gli amici delle Comunità che mi sono affidate.

Un modo per continuare a tessere una rete di comunione.

Dio vi benedica!

Enoch

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