Domenica dopo l'Ottava di Natale
Il tempo di Natale ci consegna modalità diverse di manifestazione di Gesù all’umanità: la sua fragilità contemplata nella mangiatoia del presepe, la testimonianza del martirio di Stefano o dei santi Innocenti, oggi il brano evangelico conferma le profezie di Isaia: nel noto episodio della sinagoga Nazareth, troviamo Gesù noto a tutti che si attribuisce il brano della Scrittura che descrive l'azione salvifica del Messia. La venuta di Gesù è una buona notizia, è Vangelo, il volto di Dio che egli rivela è una novità che può riempire il cuore di bontà, di speranza. Il volto di Dio che Gesù ci fa conoscere non ha a che fare con l’immagine di Dio che spesso abita il cuore e la mente di uomini e donne del nostro tempo. Spesso Dio è uno sconosciuto, nascosto dietro la parata dei doveri nei suoi confronti, delle norme morali che ci rendono degni o indegni di Lui.
È tempo di buone notizie, è ancora tempo di vangelo, anche oggi mentre piangiamo davanti ad una nuova strage di cristiani in Egitto nella notte di capodanno. Un'autobomba è esplosa poco dopo la mezzanotte davanti a una chiesa copta del quartiere di Sidi Bishr ad Alessandria d'Egitto, provocando almeno 21 morti e 43 feriti. L'esplosione ha investito la folla di fedeli all'uscita da una funzione religiosa all’inizio del nuovo anno. L'attentato arriva a meno di due mesi dalle minacce espresse nel novembre scorso dall'ala irachena di Al Qaida che, dopo aver rivendicato il sanguinoso attentato alla cattedrale siriaco-cattolica di Baghdad, aveva minacciato la folta comunità copta egiziana. In quella circostanza, terroristi islamici avevano intimato di "liberare" due cristiane egiziane che sostenevano essere "tenute prigioniere in monasteri" per impedire loro di convertirsi all'Islam.
Abbiamo urgenza di buone notizie che illuminino le pagine buie dei nostri giornali e dei programmi di cronaca. Abbiamo la necessità di qualcuno che ci parli di Dio con verità che ci sveli il suo volto Buono di Padre. Troppo spesso ancora coltiviamo un’immagine di Dio che corrisponde a questa idea: "Se fai il buono Dio ti ama e ti punisce se ti comporti male", è questa una buona notizia? Quale speranza in un Dio come questo? Luca ci dice che tutti restarono ammirati dalle parole pronunciate del figlio di Giuseppe. Gli altri evangelisti dicono che Gesù verrà contestato e deriso per questa sua uscita. Non importa: anche se veniamo messi da parte per le nostre scelte, anche se veniamo presi in giro per il fatto di essere cristiani, anche se dobbiamo rimetterci qualche cosa, facciamo in modo che oggi, all'inizio di questo 2011, siamo capaci di dire parole di vangelo che svelino il vero volto di Dio a quanti incontreremo sulla nostra strada; ad esseri portatori di buone notizie, di una buona notizia: "Dio ti si è fatto vicino, non puoi essere triste, sii lieto!"
Queste parole semplici e sempre nuove abbiamo ascoltato in questi ultimi giorni dell’anno nel pellegrinaggio di fiducia sulla terra vissuto a Rotterdam. Migliaia di giovani si sono radunati per ridare fiducia al Vangelo che è gioia, compassione e perdono. Siamo stati accolti con fiducia da chi era sconosciuto e ci ha aperto la sua casa; abbiamo riscoperto che il vangelo unisce al di là di ogni differenza di lingua e cultura. Abbiamo risentito una parola di speranza.
Mentre ci prepariamo a vivere con gioia la buona notizia che è la presenza tra noi di padre Marco Zaccaretti, che attendiamo per la sua prima messa tra noi nel giorno dell’Epifania, ci accompagnino le parole conclusive della preghiera del pellegrinaggio di questi giorni:
Lodato sii, Gesù Cristo. Nel tuo Vangelo ci assicuri che Dio ci accoglie come siamo, con ciò che è bene, ma anche con le nostre fragilità e anche i nostri errori. È che per lui ogni essere umano è infinitamente prezioso. Con questa buona notizia, noi troviamo la pace interiore. E tu ci mandi a trasmettere questa pace attorno a noi.
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