17 novembre 2011
«Non si versa vino nuovo in otri vecchi,
altrimenti si spaccano gli otri
e il vino si spande
e gli otri vanno perduti.
Ma si versa vino nuovo in otri nuovi,
e così l’uno e gli altri si conservano».
(Mt 9,17)
Il vino nuovo (giovane) è la benedizione della terra promessa, il coronamento del suo frutto. rispetto al cibo rappresenta il lusso, il «di più» necessario per essere felici. l'uomo non è fatto solo per mangiare come l'animale. E' fatto per amare: solo questo lusso gli dà gioia.
Il vino è il simbolo del sangue, della vita, dello Spirito. Gesù ha bevuto il vino acido della nostra morte, per darci alla fine il vino migliore: beve il nostro calice di morte, perché noi beviamo il suo calice di vita.
I discepoli di Gesù sono otri nuovi, e vivono nella gioia perché hanno questo vino nuovo: è una gioia che nessun digiuno può oscurare e nessuna potenza rapire, perché nulla ormai li può separare dall'amore che Dio ha per loro in Cristo.
Lo Spirito fa l'uomo nuovo, l'uomo interiore si rinnova di giorno in giorno proprio con la rottura dell'uomo esteriore, dell'otre vecchio. Lo Spirito vivifica l'uomo nuovo e l'uomo nuovo è «tempio dello Spirito»: noi glorifichiamo Dio nel nostro corpo.
(Silvano Fausti, Una comunità legge il Vangelo di Matteo)
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