22 novembre 2011

«Ecco il mio servo, che io ho scelto;
 il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento.
Porrò il mio spirito sopra di lui
e annuncerà alle nazioni la giustizia.
Non contesterà né griderà
né si udrà nelle piazze la sua voce. 
Non spezzerà una canna già incrinata,
non spegnerà una fiamma smorta,
finché non abbia fatto trionfare la giustizia;
nel suo nome spereranno le nazioni».      
(Mt 12,18-21)

Gesù ha appena guarito nella sinagoga – in giorno di sabato – un uomo dalla mano paralizzata. I farisei ormai non hanno più dubbi e si riuniscono per preparare un piano che porti all’uccisione di Gesù; deve essere messo a tacere in ogni modo. Gesù se ne rende conto e si allontana ritirandosi in un luogo appartato. Non lo fa per starsene tranquillo, infatti guarisce tutti i malati che gli vengono portati. Non vuole però apparire. Non è venuto tra gli uomini per essere lodato e ammirato, come talora i discepoli sono tentati di fare, seguendo in questo l’atteggiamento dei farisei. Gesù è venuto per servire tutti, salvandoli dalla schiavitù del diavolo e del peccato. E, con una lunga citazione di Isaia, si presenta appunto come “servo”, un servo buono, umile, mite; non come un uomo forte o un potente al pari dei potenti di questo mondo. Gesù, infatti, non mette in atto azioni politiche o imprese economiche per salvare il mondo dal male. Il suo impegno è ben più profondo: il male va sradicato in profondità, fin dalle sue radici che affondano nel cuore degli uomini. Per questo afferma che egli “non contesterà né griderà”, “non spezzerà una canna già incrinata” e “non spegnerà una fiamma smorta”. La via per il cambiamento del mondo è sollevare con cura e con misericordia chi giace a terra, sanare con prontezza le ferite di chi è colpito, rianimare chi è lasciato nell’abbandono, chinarsi su tutti perché si realizzi la giustizia di Dio. La via del Servo è la via stessa di Dio, quella dell’abbassamento dell’amore che giunge sino a lavare i piedi, sino a morire per salvare gli altri. È la via che Gesù indica ai discepoli di ogni tempo. È la via che giunge sino al cuore, per cambiarlo, per sanarlo, per guarirlo. Il cambiamento del mondo inizia dal cambiamento dei cuori. È in questa prospettiva che la Chiesa e i cristiani sono chiamati ad operare.
(Comunità sant'Egidio)

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