20 dicembre 2011

In quei giorni Maria si alzò 
e andò in fretta verso la regione montuosa, 
in una città di Giuda. 
(Lc 1, 39)

Come amo la libertà di Maria. 
Come amo questa capacità di vivere la vita come fosse una germinazione continua... Ma così è ogni vita: non un libro già scritto, non un progetto da eseguire, completo, compatto, pesante, ma un inventare strade e curare germogli… Immaginare la vita, la fede, la Chiesa, Dio stesso come campi aperti. A questo ci aiuta una ragazza in viaggio sui monti di Giuda… 
La vita secondo lo Spirito non si alimenta di un’autoreferenziale analisi dell’anima, ma di un viaggio instancabile verso ciò che dà profondità, conoscenza, ricchezza alla nostra vita, verso confronti e incontri, alla ricerca dei volti di Dio che appaiono e si rivelano nelle nostre relazioni. 
In quel viaggio compiuto in fretta, Maria intesse nel suo grembo la carne del Verbo. Lei va, portando il Verbo. Origene designa questo andare, gravidi di Dio, per le strade del mondo, come immagine suprema di ogni credente, missione di ogni battezzato, portare colui che ti porta, essere in cammino con il Verbo verso l’intera umanità. 
La madre con il figlio in grembo è al tempo stesso una e due. Due vite distinte e al contempo inseparabili, unità e distinzione… Nel suo nucleo ultimo, la vita cristiana è essere una sola cosa con lui. « Questa è tutta la ricchezza del mistero... Cristo in voi » (Col 1,27).
La ricchezza del mistero è di una semplicità abbagliante: Cristo in me. Tornano a risuonare le parole forti di Agostino:« Questo è il veleno occulto del vostro errore: far consistere la grazia di Cristo nel suo esempio e non nel dono della sua persona». 

(Ermes Ronchi, Le case di Maria)


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