29 gennaio 2012 - Le cose di Dio al centro della vita
SANTA FAMIGLIA DI GESÙ,
MARIA E GIUSEPPE
MARIA E GIUSEPPE
Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore.
(Lc 2, 51)
Maria ha detto «tuo
padre», pensando a Giuseppe. «No, il Padre mio» risponde Gesù e pensa, ma a
chi? Maria e Giuseppe non capiscono, sentono solo che i due «padre» – «tuo»
padre, «mio» padre – si scontrano dolorosamente nel loro cuore. E cresce la
loro angoscia. Sentono, come tanti, forse come tutti i genitori, che alla fine
«i figli non sono nostri», appartengono a Dio, alla loro missione, al mondo, ai
loro amori, alla loro vocazione, perfino ai loro limiti.
Famiglia santa per
definizione, quella di Nazaret, eppure entra in crisi. Neppure la migliore
delle famiglie è esente dalla sofferenza, dall'incomprensione, dal limite.
Santi e profeti non capiscono talvolta neppure la loro stessa casa. Ma ecco la
differenza sostanziale: «sua madre conservava con cura tutte queste cose»,
serbava attenta le parole di Dio e i fatti della vita, li teneva nel cuore
perché si dipanasse finalmente un giorno, dal loro confronto, il filo d'oro che
li avrebbe tutti spiegati e illuminati e legati assieme.
Maria e Giuseppe non
compresero le sue parole, eppure Gesù scese con loro e stava loro sottomesso. Si
sottomette a coloro che non lo capiscono. Rivendica autonomia, eppure resta con
loro. Sceglie il modo di crescere proprio degli uomini, vale a dire attraverso
dialoghi, incomprensioni, ubbidienze reciproche. Gesù cresce e matura una
famiglia santa e imperfetta, e la sua fatica mi pare l'elogio di tutte le
nostre famiglie, la consolazione per tutti i loro limiti.
«Gesù cresceva in età,
sapienza e grazia». Si può crescere in grazia, anche sottomessi ai limiti degli
altri; si può crescere in sapienza, sottomessi a capire e al non essere capiti.
Perché ognuno di noi è molto di più dei suoi problemi, più del capire o del non
capire. Mio padre o mia madre, il mio sposo o mio figlio, non coincidono con i
loro difetti. In loro abita il mistero. Che si fa strada attraverso i dubbi, le
incomprensioni, la fatica e le sofferenze. La grandezza vera di una persona
dipende da chi o da che cosa lo abita. In loro abita la paternità di Dio e la
sua Parola conservata nel cuore.
A questo vangelo non
chiederò consigli spiccioli per la vita della mia famiglia, chiederò invece
idee forza per un'autentica esistenza cristiana: le cose di Dio al centro della
vita; non vantare alcun diritto di possesso sui figli; conservare nel cuore con
fiducia ciò che oggi non si capisce, un giorno la risposta verrà e sarà luce;
crescere al ritmo lento del dialogo e del limite; saper unire Nazaret e
Gerusalemme, la città di Dio e la mia casa, perché il Padre bussa alla porta
della mia vita innanzitutto con il volto di ogni persona che vive accanto a me.
(L. Pozzoli)
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