26 marzo 2012 - La gioia è frutto dell'impegno della Quaresima

«Eccomi, sono la serva del Signore, 
avvenga di me quello che hai detto».
(Lc 1,38)

È dunque questa la solennità del Concepimento verginale di Cristo nel seno di Maria per opera dello Spirito Santo. Meditando questa verità centrale della nostra fede, ricordiamo contemporaneamente con quale spirito Maria abbia accolto l’annuncio: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1,38). Vediamo chiaramente da queste parole che lo Spirito Santo ha riempito il suo cuore della fede, speranza e carità, che erano necessarie in quel momento decisivo per la storia della salvezza dell’uomo. 
Ed ecco che noi tutti qui adunati e coloro che si uniscono a noi [...] ripetiamo le parole di Maria e insieme meditiamo tutto l’evento salvifico. E mediante questo evento accettiamo tanto più volentieri l’odierno invito quaresimale della Chiesa: “Laetare, Ierusalem”! Rallegrati, Gerusalemme! 
La Chiesa esprime così la sua gioia e, in pari tempo, invita ad essa come frutto di quel lavoro spirituale che si compie durante la Quaresima. 
La Quaresima deve essere il tempo dell’impegno e dello sforzo spirituale più di qualsiasi altro periodo nell’anno liturgico. Ma proprio questo sforzo, questa fatica dà occasione alla gioia. La Chiesa durante la Quaresima vive nella prospettiva della gioia della Risurrezione. L’odierno invito domenicale alla gioia ci ricorda anche questa prospettiva; ma ancor più è la gioia che proviene dalla fatica. 
Tale gioia proviamo ogni volta che dominiamo la nostra pigrizia spirituale, la pusillanimità, l’indifferenza; sempre risentiamo la gioia quando ci risulta che siamo capaci di esigere qualcosa da noi stessi; che siamo capaci di dare qualcosa di noi stessi a Dio e al prossimo. Una vera gioia spirituale è quella che nasce dalla fatica, dallo sforzo. 
Il periodo di Quaresima ci stimoli perciò a compiere i nostri doveri cristiani. Ritroviamo la gioia che ci dà la partecipazione all’Eucaristia. La Messa domenicale diventi per noi il punto culminante di ogni settimana. Ritroviamo la gioia che proviene dalla penitenza, dalla conversione: da questo splendido Sacramento di riconciliazione con Dio, che Cristo ha istituito per ristabilire la pace nella coscienza dell’uomo. Intraprendiamo la fatica spirituale che esige da noi la Quaresima per essere capaci di accettare con tutta la profondità dello spirito questo odierno invito della Chiesa: “Laetare, Ierusalem”. 
(Giovanni Paolo II, Angelus 25 marzo 1979)



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