13 giugno 2012 - Il digiuno cristiano
«Potete forse far digiunare gli invitati a nozze
quando lo sposo è con loro?».
(Lc 5, 34)
I discepoli dei Farisei e i discepoli del Battista digiunano, i
discepoli di Gesù non digiunano. La domanda posta a Lui è legittima, data
l'importanza che la pratica religiosa del digiuno riveste. Nella sua risposta,
Gesù evoca la figura dello sposo tipicamente messianica. Lo sposo del Cantico
dei Cantici e dei profeti è il Messia. Gesù intende dire ai suoi ascoltatori
che l'atteso è giunto. I tempi si sono compiuti. Ed egli documenta questa sua
affermazione con gesti messianici: guarisce, perdona i peccati, toglie la
separazione tra giusti e peccatori, libera dal digiuno e dal sabato. Alla
questione che gli è stata posta, "perché non digiunate?", risponde
con una nuova domanda: "possono forse digiunare gli invitati a nozze
quando lo sposo è con loro?".
È come se Gesù avesse chiesto: conta di più un atto di religione o un atto di
fede? Conta di più compiere un rito, offrire un omaggio ad una persona assente,
o rimanere in compagnia della persona amata che è presente, senza porre gesti
rituali se non quelli semplici e consueti della vita?
Il digiuno è un sacrificio. Ma cosa significa questa parola
sacrificio? Sacrum facere, cioè, rendere sacra ogni cosa, anche il mangiare e
il bere, la festa, il lavoro, l'amore, l'amicizia.
Gesù aggiunge "verranno giorni in cui sarà tolto loro lo sposo e allora
digiuneranno". Lo sposo tolto, strappato è, per Marco, richiamo alla
Croce. Dopo la morte di Gesù per tutti i discepoli, anche per noi, comincia il
vero digiuno che consiste nel desiderio dello sposo e nella sua assenza. Il
digiuno è la nostra condizione di esuli, incamminati verso la patria.
Il digiuno cristiano, quaresimale o quotidiano, è sobrietà e libertà in
relazione alle cose per essere disponibili e pronti alla relazione col Signore
(preghiera) e coi fratelli (carità), è consapevolezza dell'esilio e desiderio
della patria. Il digiuno intende renderci liberi dal fittizio, sobri
nell'accessorio, fedeli nel necessario e radicati nell'essenziale. Il digiuno
non è cancellato da Gesù, ma motivato. Ha senso per tutti progettare un proprio
digiuno da qualcosa, affinché il cuore sia più libero per pregare e per amare.
(http://www.ism-regalita.it/)
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