22 luglio 2012 - Un Dio per servire l'uomo


«Chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, 
e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti».
(Mc 10,34)

Vangelo dei paradossi perenni, della più sorprendente auto­definizione di Gesù: «venuto per servire». Tutto nasce dal fatto che Giovanni il teologo, l'aquila, il mistico, il disce­polo amato, chiede di essere al primo posto: la ricerca del primo posto è una passione così forte che penetra e av­volge il cuore di tutti. Pericolosamente: «Non sapete quel­lo che chiedete!». Non avete capito ancora a cosa andate incontro, quali argine rom­pete con questa domanda, che cosa scatenate con que­sta fame di potere. 

Per il Vangelo, invece, essere alla destra e alla sinistra di Cristo, vuol dire occupare due posti sul Golgota, quel­l'ultimo venerdì; vuol dire es­sere con Gesù lungo tutta la sua vita, quando è voce di Dio e bocca dei poveri, e fa dei piccoli i principi del suo Regno, quando è disarmato amore. Stare a destra e a si­nistra di questa vita vuol di­re bere alla coppa di chi ama per primo, ama in perdita, a­ma senza contare e calcola­re. Con Gesù, tutto ciò che sappiamo dell'amore / è che l'amore è tutto (E.Dickinson). «Sono venuto per essere ser­vo». La più spiazzante di tut­te le definizioni di Dio. Paro­le da vertigine: Dio mio ser­vitore! Dio non tiene il mon­do ai suoi piedi, è inginoc­chiato Lui ai piedi delle sue creature. I grandi della storia erigono troni al proprio ego smisurato, Dio non ha troni, cinge un asciugamano e vor­rebbe fasciare le ferite della terra con bende di luce. 
Non cercarlo al di sopra dei cieli è disceso e si dirama nel­le vene del mondo, non sopra di te ma in basso, il più vici­no possibile alla tua picco­lezza. Perché essere sopra l'altro è la massima distanza dall'altro. L'Onnipotente può solo ciò che l'amore può: ser­vire ogni respiro, invece di mietere le nostre povere messi seminare ancora ad o­gni stagione. Capovolgimen­to, punto di rottura dei vec­chi pensieri su Dio e sull'uo­mo. Appare un tutt'altro mo­do di essere da cui germina la parola di Gesù: «Tra voi non sia così!». Tra voi cose di cie­lo! Tra voi un altro mondo! Tra voi una storia altra, un al­tro cuore! E farai così, perché così fa Dio. 
Ma io tremo se penso alla brocca e all'asciugamano. È così duro servire ogni giorno, custodire germogli, vegliare sui primi passi della luce, be­nedire ciò che nasce. Il cuo­re è subito stanco. Non resta che lasciarsi abitare da lui, ir­radiare di vangelo. Se Dio è nostro servitore, servizio è il nome nuovo della storia, il nome segreto della civiltà.
(Ermes Ronchi)

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