27 luglio 2012 - L'ascolto, primo servizio a Dio

Maria seduta ai piedi del Signore, 
ascoltava la sua parola. 
(Lc 10,39)

Un rabbi che entra nella casa di due donne, sovranamen­te libero di andare dove lo porta il cuore. Libero di par­lare alle donne, le escluse, come agli apostoli, seguen­do la strada tracciata per la prima volta dall'angelo del­l'annunciazione: mettere a parte le donne dei più ripo­sti segreti del Signore. 
Gesù ha una meta, Gerusa­lemme, ma non tira mai dritto, non «passa oltre» quando incontra qualcuno. Per lui, come per il buon sa­maritano, ogni incontro diventa una meta. 
Maria seduta ai piedi del Si­gnore ascolta la sua parola. 
Il primo servizio da rendere a Dio - e a tutti - è l'ascolto. Dare un po' di tempo e un po' di cuore; è dall'ascolto che comincia la relazione. Allora una sorta di contagio ti prende quando sei vicino a uno come Lui, un conta­gio di luce quando sei vici­no alla luce. Mi piace immaginare questi due totalmente presi l'uno dall'altra, lui a darsi, lei a ri­ceverlo. E li sento tutti e due felici, lui di aver trovato un nido e un cuore in ascolto, lei di avere un rabbi tutto per sé, per lei che è donna, a cui nessuno insegna. Lui total­mente suo, lei totalmente sua. 
Marta Marta tu ti affanni e ti agiti per troppe cose. Ge­sù, affettuosamente raddoppia il nome, non con­traddice il servizio ma l'af­fanno, non contesta il cuore generoso di Marta ma l'agi­tazione. 
A tutti, ripete: attento a un troppo che è in agguato, a un troppo che può sorgere e in­goiarti, troppo lavoro, trop­pi desideri, troppo correre, prima la persona poi le cose». Ti siedi ai piedi di Cristo e impari la cosa più impor­tante: a distinguere tra su­perfluo e necessario, tra il­lusorio e permanente, tra ef­fimero ed eterno. 
Dice Gesù: non ti affannare per nulla che non sia la tua essenza eterna. 
Gesù non sopporta che Marta, sia impoverita in un ruolo di servizio, che si per­da nelle troppe faccende di casa: Tu, le dice Gesù, sei molto di più. Tu non sei le cose che fai; tu puoi stare con me in una relazione di­versa, condividere non solo servizi, ma pensieri, sogni, emozioni, sapienza, cono­scienza. 
Perché Gesù non cerca ser­vitori, ma amici, non perso­ne che facciano delle cose per lui, ma gente che gli la­sci fare delle cose dentro di sé, come santa Maria: ha fat­to grandi cose in me l'Onni­potente . 
Il centro della fede non è ciò che io faccio per Dio, ma ciò che Dio fa per me. 
In me le due sorelle si ten­gono per mano. Con loro passerò da un Dio sentito come affanno, è Marta, a un Dio sentito come stupore, è Maria. Imparerò a passare da un Dio sentito come do­vere, a un Dio sentito come desiderio.
(Ermes Ronchi)

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