27 settembre 2012 - L'ingresso interiore di Gesù in Gerusalemme

«Io vi dico che, 
se questi taceranno, 
grideranno le pietre».
(Lc 19,40)

E tutto ciò che essi hanno detto e scritto si compie in lui con la verità interiore della sua anima. Egli, con la volontà e il cuore, è già in tutto ciò che, secondo le dimensioni esterne del tempo, gli sta ancora davanti. Già in questo suo corteo trionfale, nel suo “ingresso in Gerusalemme”, egli è “obbediente fino alla morte e alla morte di croce” (Fil 2,8).
Fra la volontà del Padre, che lo ha mandato, e la volontà del Figlio permane una profonda unione piena di amore: un bacio interiore di pace e di redenzione. In questo bacio, in questo abbandono senza limiti, Gesù Cristo, che è di natura divina, spoglia se stesso e assume la condizione di servo, umiliando se stesso (cf. Fil 2,6-8). E permane in questo abbassamento, in questa spoliazione del suo fulgore esterno, della sua divinità e della sua umanità, piena di grazia e di verità. Egli, Figlio dell’uomo, va, con questo annientamento e spoliazione, verso gli eventi che si compiranno, quando il suo abbassamento, la spoliazione, l’annientamento rivestiranno precise forme esteriori: verrà sputacchiato, sarà flagellato, insultato, schernito, rifiutato dal proprio popolo, condannato a morte, crocifisso - fino a quando pronuncerà l’ultimo “tutto è compiuto”, consegnando lo spirito nelle mani del Padre.
Tale è quell’ingresso “interiore” di Gesù in Gerusalemme, che si compie nella sua anima alla soglia della Settimana Santa.
Ad un certo momento, si avvicinano a lui i farisei che non possono sopportare più le esclamazioni della folla in onore di Cristo, che fa il suo ingresso a Gerusalemme - e dicono: “Maestro, rimprovera i tuoi discepoli”.
Gesù risponde: “Vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre” (Lc 19,39-40).
Iniziamo oggi la Settimana Santa della passione del Signore a Roma. In questa città non mancano le pietre che parlano di come è giunta qui la croce di Cristo e di come ha messo le radici in questa capitale del mondo antico.
Che le pietre non facciano arrossire gli uomini.

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