19 novembre 2012 - Chiamati dallo sguardo creatore

 «Venite dietro a me, 
vi farò pescatori di uomini». 
(Mt 4,19)

Harry Anderson, La chiamata dei primi discepoli
Gesù cammina lungo il ma­re di Galilea e guarda. E in Si­mone vede la Roccia su cui fonderà la sua comunità. Guarda, e in Giovanni indo­vina il discepolo delle più belle parole d'amore. Un giorno guarderà l'adultera e risveglierà in lei la sposa, a­mante e fedele. In Nicode­mo ridesterà il coraggioso che oserà presentarsi a Pila­to a reclamare il corpo del giustiziato. Lo sguardo di Gesù è uno sguardo creato­re, è profezia. Mi guarda, e nel mio inverno vede grano che matura, una generosità che non sapevo, una melo­dia che non udivo, fame di nascere. 
Poi dice: vieni dietro a me! 
Gesù chiama i pescatori ed essi scoprono che dentro di loro non ci sono solo le rot­te del lago, o la strada di ca­sa, ma è tracciata la mappa del cielo, del mondo, del cuore dell'uomo: ecco la conversione. Ti seguirò, Si­gnore perché ti lasci dietro nient'altro che luce, perché mi interessa solo un Dio che faccia fiorire l'umano. Gesù annunciava il Vangelo del Regno e guariva ogni sorta di malattie: lascia dietro di sé guarigione e speranza. Ri­prende in mano le parti fra­gili e deboli dell'uomo, le la­vora, le fa rifiorire, le con­verte alla vita. Il regno rag­giunge la totalità dell'uomo. Annunciava e guariva: la pa­rola e la cura. Gesù si pren­de cura dei limiti dell'uomo. E io andrò dietro a lui, a­scoltando la parola e pren­dendomi cura di chi soffre, prendendomi cura anche della mia vita, delle mie par­ti deboli e malate. Dietro a lui, per restituire vitalità alle parti di me che soffrono: pri­ma strada verso l'identità dell'uomo.
(Ermes Ronchi)


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