26 gennaio 2013 - La vocazione alla santità

«Gratuitamente avete ricevuto, 
gratuitamente date».
(Mt 10,8)

Vigoroso da Siena, I Dodici apostoli, Fondazione Cini Venezia,
seconda metà del XIII secolo
La vocazione al ministero ordinato “è essenzialmente una chiamata alla santità, nella forma che scaturisce dal sacramento dell'Ordine. La santità è intimità con Dio, è imitazione di Cristo, povero, casto e umile; è amore senza riserve alle anime e donazione al loro vero bene; è amore alla Chiesa che è santa e ci vuole santi, perché tale è la missione che Cristo le ha affidato” (Pastores dabo vobis, 33). Gesù chiama gli Apostoli “perché siano con lui” (Mc 3,14) in un'intimità privilegiata (cfr Lc 8, 1-2; 22,28). Non solo li fa partecipi dei misteri del Regno dei cieli (cfr Mt 13, 16-18), ma s'attende da loro una fedeltà più alta e consona al ministero apostolico a cui li chiama. Esige da essi una povertà più rigorosa (cfr Mt 19, 22-23), l'umiltà del servo che si fa l'ultimo di tutti (cfr Mt20, 25-27). Domanda loro la fede nei poteri ricevuti (cfr Mt 17, 19-21), la preghiera e il digiuno come strumenti efficaci di apostolato (cfr Mc 9, 29) e il disinteresse: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10, 8). Da loro attende la prudenza alleata alla semplicità e alla dirittura morale (cfr Mt 10, 26-28) e l'abbandono alla Provvidenza (cfr Lc 9, 1-3; 19, 22-23). Né deve mancare loro la consapevolezza delle responsabilità assunte, in quanto amministratori dei Sacramenti istituiti dal Maestro e operai della sua vigna (cfr Lc 12, 43-48).
(Giovanni Paolo II, 
Messaggio per la XXXIX Giornata Mondiale 
di preghiera per le Vocazioni, 8 settembre 2001)


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