29 gennaio 2013 - Nel cuore di tutti il seme di Dio
«Così è il regno di Dio».
(Mc 4,26)
Così è il regno di Dio: come un uomo
che getta il seme sul terreno. Gesù parla delle cose più grandi con una
semplicità disarmante. Non fa ragionamenti, apre il libro della vita; racconta
Dio con la freschezza di un germoglio di grano, spiega l'infinito attraverso il
minuscolo seme di senape. Perché la vita delle creature più semplici risponde
alle stesse leggi della nostra vita spirituale, perché Vangelo e vita camminano
nella stessa direzione, che è il fiorire della vita in tutte le sue forme.
Accade nel regno di Dio come quando un uomo
semina. Dio è il seminatore infaticato della nostra terra, continuamente
immette in noi e nel cosmo le sue energie in forme germinali: il nostro compito
è portarle a maturazione. Siamo un pugno di terra in cui Dio ha deposto i suoi
germi vitali. Nessuno ne è privo, nessuno è vuoto, perché la mano di Dio
continua a creare.
La prima parabola sottolinea un miracolo di cui
non ci stupiamo più: alla sera vedi un bocciolo, il giorno dopo si è aperto un
fiore. Senza alcun intervento esterno. Ecco: Che tu dorma o vegli, di notte o
di giorno, il seme germoglia e cresce. Com'è pacificante questo! Le cose di Dio
fioriscono per una misteriosa forza interna, per la straordinaria energia
segreta che hanno le cose buone, vere e belle. In tutte le persone, nel mondo e
nel cuore, nonostante i nostri dubbi, Dio matura. E nessuno può sapere di
quanta esposizione al sole, al sole della vita, abbia bisogno il buon grano
di Dio per maturare: nelle persone, nei figli, nei giovani, in coloro che mi
appaiono distratti, che a volte giudico vuoti o senza germogli.
La seconda parabola mostra la sproporzione tra
il granello di senape, il più piccolo di tutti i semi, e il grande albero che
ne nascerà. Senza voli retorici: il granello non salverà il mondo. Noi non
salveremo il mondo. Ma, assicura Gesù, un altro è il nostro compito: gli
uccelli verranno e vi faranno il nido. All'ombra del tuo albero, dei fratelli
troveranno riposo e conforto. Guardi un piccolo seme accolto nel cavo della
mano, lo diresti un grumo di materia inerte. Ma nella sua realtà nascosta quel
granello è un piccolo vulcano di vita, pronto a esplodere, se appena il sole
e l'acqua e la terra...
Il seme ci convoca ad avere occhi profondi e a
compiere i gesti propri di Dio. Mentre il nemico semina morte, noi come
contadini pazienti e intelligenti, contadini del Regno dei cieli, seminiamo
buon grano: semi di pace, giustizia, coraggio, fiducia. Lo facciamo
scommettendo sulla forza della prima luce dell'alba, che appare minoritaria
eppure è vincente. Qui è tutta la nostra fiducia: Dio stesso è all'opera in
seno alla terra, in alto silenzio e con piccole cose.
(Ermes Ronchi)
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