20 febbraio 2013 - Gesù il compimento della Legge
«Non sono venuto ad
abolire la Legge,
ma a dare pieno
compimento».
La fede consiste in un intimo rapporto con
Cristo, un rapporto basato sull'amore di Colui che ci ha amati per primo (cfr 1 Gv 4, 11), fino all'offerta totale di se
stesso. "Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo
ancora peccatori, Cristo è morto per noi" (Rm 5, 8). Quale altra risposta possiamo
dare ad un amore così grande, se non quella di un cuore aperto e pronto ad
amare? Ma che vuol dire amare Cristo? Vuol dire fidarsi di Lui anche nell'ora
della prova, seguirLo fedelmente anche sulla Via
Crucis, nella speranza che presto verrà il mattino della risurrezione.
Affidandoci a Cristo non perdiamo niente, ma acquistiamo tutto. Nelle sue mani
la nostra vita acquista il suo vero senso. L'amore per Cristo si esprime nella
volontà di sintonizzare la propria vita con i pensieri e i sentimenti del suo
Cuore. Questo si realizza mediante l'unione interiore basata sulla grazia dei
Sacramenti, rafforzata con la continua preghiera, la lode, il ringraziamento e
la penitenza. Non può mancare un attento ascolto delle ispirazioni che Egli
suscita mediante la sua Parola, le persone che incontriamo, le situazioni di
vita quotidiana. AmarLo significa restare in dialogo con Lui, per conoscere la
sua volontà e realizzarla prontamente.
Ma vivere la propria fede come rapporto
d'amore con Cristo significa anche essere pronti a rinunciare a tutto ciò che
costituisce la negazione del suo amore. Ecco perché Gesù ha detto agli
Apostoli: "Se mi amate, osserverete i miei comandamenti". Ma quali
sono i comandamenti di Cristo? Quando il Signore Gesù insegnava alle folle, non
mancò di confermare la legge che il Creatore aveva iscritto nel cuore dell'uomo
ed aveva poi formulato sulle tavole del Decalogo. "Non pensate che io sia
venuto ad abolire la legge o i profeti; non sono venuto ad abolire, ma per dare
compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra,
non passerà dalla legge neppure uno iota o un segno, senza che tutto si sia
compiuto" (Mt 5,
17-18). Gesù però ci ha mostrato con una nuova chiarezza il centro unificante
delle leggi divine rivelate sul Sinai, cioè l'amore di Dio e del prossimo:
"Amare [Dio] con tutto il cuore e con tutta la mente e con tutta la forza
e amare il prossimo come se stessi vale più di tutti gli olocausti e i
sacrifici" (Mc 12,
33). Anzi, Gesù nella sua vita e nel suo mistero pasquale ha portato a
compimento tutta la legge. Unendosi con noi mediante il dono dello Spirito
Santo, porta con noi e in noi il "giogo" della legge, che così
diventa un "carico leggero" (Mt 11, 30). In questo spirito Gesù
formulò il suo elenco degli atteggiamenti interiori di coloro che cercano di
vivere profondamente la fede: Beati i poveri in spirito, quelli che piangono, i
miti, quelli che hanno fame e sete della giustizia, i misericordiosi, i puri di
cuore, gli operatori di pace, i perseguitati a causa della giustizia... (cfr Mt 5, 3-12).
(Benedetto XVI,
Omelia in Piazza Pilsudski - Varsavia, 26 maggio 2006)
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