21 febbraio 2013 - Un tempo per rimparare ad amare
«Io vi
dico: se la vostra giustizia
non supererà quella degli scribi e dei farisei,
non
entrerete nel regno dei cieli».
(Mt
5,20)
La quaresima ci porta a conversione, a raggiungere
l'essenzialità nella vita di fede, a superare la distanza (a volte un vero e
proprio baratro!) fra quello che diciamo di credere e la nostra vita. È pieno
il mondo di credenti che usano la propria fede come scudo, che tirano Dio per
la giacchetta arrivando a giustificare ogni scempio possibile. Certo, nessuno
di noi, oggi, si sognerebbe di combattere una guerra in nome di Dio, ma ho
visto, ahimé, all'interno della Chiesa trasgredire i più elementari principi di
giustizia umana in nome di un'ipotetica giustizia divina! Gesù è diretto e
tagliente: la Parola che Dio ci dona è da prendere estremamente sul serio, da
accogliere in tutta la sua destabilizzante provocazione. Non basta non uccidere
o non rubare, il Signore ci chiede di avere un cuore largo, benevolo, senza
confini, che sappia volare, che sappia stupirsi e stupire, che sappia
perdonare, che si preoccupi, addirittura, del fratello che ce l'ha con te... Il
principio dell'amore finisce col diventare principio assoluto, criterio di
valutazione e di verità. Nella splendida pagina ai Corinzi san Paolo coglie
questo aspetto totalizzante: la Legge, senza amore, senza carità, si spegne, si
inaridisce. Quaresima è il tempo in cui re-imparare ad amare.
(Paolo Curtaz)
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