28 aprile 2013 - Amare con lo "stile" di Gesù
«Vi do un comandamento nuovo:
che vi amiate
gli uni gli altri.
Come io ho amato voi,
così amatevi anche voi
gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei
discepoli:
se avete amore gli uni per gli altri».
Vi do un comandamento nuovo, che vi amiate gli uni gli
altri.
Sì, ma di quale amore? Parola così abusata, parola che a pronunciarla
male brucia le labbra, dicevano i rabbini. Noi confondiamo spesso l'amore con
un'emozione o un'elemosina, con un gesto di solidarietà o un momento di
condivisione.
Amare sovrasta tutto questo, perché contiene il brivido
emozionante della scoperta dell'altro, che ti appare non più come un oggetto
ma come un evento, come colui che ti dà il gusto del vivere, che spalanca
sogni, che ha la forza dolce delle nascite, che ti fa nascere, con il meglio
di te. Per amare devo guardare una persona con gli occhi di Dio, quando adotto
il suo sguardo luminoso divento capace di scoprirne tutta la bellezza e
grandezza e unicità. E da questo si sprigiona fervore, meraviglia, incanto del
vivere. Io vado dall'altro come ad una fonte, e mi disseta. Allora lo posso
amare, e nell'amore l'altro diventa il mio maestro, colui che mi fa camminare
per nuovi sentieri. Allo stesso modo anche i due sposi devono amarsi come due
maestri, ciascuno maestro dell'altro, ciascuno messo in cammino verso
orizzonti più grandi. Lasciarsi abitare dalle ricchezze dell'altro, e la
vita diventa immensamente più felice e libera. Allo stesso modo anche il
povero che incontro o lo straniero che bussa alla mia porta li posso guardare
come fossero i «nostri signori» (san Vincenzo de Paolis), e imparare quindi a
dare come faceva Gesù: non come un ricco ma come un povero che riceve, come un
mendicante d'amore. E pensare davanti al povero: sono io il povero, fatto
ricco di te, dei tuoi occhi accesi, della tua storia, del tuo coraggio.
Vi do
un comandamento nuovo. Non si tratta di una nuova ingiunzione, ma della regola
che protegge la vita umana, dove sono riassunti del destino del mondo e la
sorte di ognuno: «abbiamo tutti bisogno di molto amore per vivere bene»
(Maritain).
Dove sta la novità? Già nell'Antico Testamento era scritto ama
Dio con tutto il cuore, ama il prossimo tuo come te stesso.
La novità del
comando sta nella parola successiva: Come io ho amato voi, così amatevi anche
voi gli uni gli altri.
Non dice quanto vi ho amato, impossibile per noi la
sua misura, ma come Gesù, con il suo stile unico, con la sua eleganza gentile,
con i capovolgimenti che ha portato, con la sua creatività: ha fatto cose che
nessuno aveva fatto mai. I cristiani non sono quelli che amano (lo fanno in
molti sotto tutte le latitudini) ma quelli che amano come Gesù: se io vi ho
lavato i piedi così fate anche voi, fatelo a partire dai più stanchi, dai più
piccoli, i vostri signori...
Come Lui, che non solo è amore, ma
esclusivamente amore.
(Ermes Ronchi)
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