30 aprile 2013 - La conversione è un cammino interiore
E
in quel luogo molti credettero in lui.
(Gv
10,42)
Il Vangelo di oggi dovrebbe essere letto
alla luce di tutto il capitolo 10, dove emerge mirabilmente la figura di Gesù
buon/bel pastore. Allora si comprende facilmente questo ritornare di Gesù
proprio dove aveva iniziato la sua predicazione: al di là del Giordano. Un
luogo di confine. Dove nessuno era stato capace di oltrepassare. Mosè dovette
fermarsi al di qua. Gesù non è solo la via: “Io sono la porta: se uno entra
attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo” (Gv 10,9).
Significativa è la conclusione della pericope: ”E in quel luogo molti
credettero in lui” (Gv 10,42). C’è una moltitudine di gente che esce dalla una
città fortificata per seguirlo; esce simbolicamente dalle sicurezze della
propria vita. Affrontano, non solo fisicamente, un cammino che evidentemente
non è solamente spaziale. Per comprendere, per capire una realtà è necessario
distaccarsene, allontanarsi dal luogo di tensione, ritornare anche alle origini
se necessario. Rivedere quanto sta accadendo, come fossero dei fotogrammi.
Prima ancora dunque è un cammino interiore; un percorso necessario per giungere
alla verità. Le parole su cui riflettere potrebbero essere: fermarsi, rivedere,
pregare, meditare, contemplare, decidersi, credere.
(www.suisuoipassi.org)
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