25 giugno 2013 - La fede oltre le buone intenzioni


«Nessuno accende una lampada 
e la copre con un vaso 
o la mette sotto un letto».
(Lc 8,16)


Non so dove viviate, ma parecchi fratelli e sorelle all'ascolto capiranno bene ciò che sto per dire. Oggi essere luce è difficile, oggi la lampada della fede è coperta dal vaso. Finché restiamo in ambito cristiano, finché sto in oratorio o con amici dopo la Messa è relativamente semplice essere cristiani, credenti, professare le proprie convinzioni, condividere le proprie scelte... ma appena usciti dal recinto sicuro delle nostre comunità ecco che le cose si complicano. E' difficile essere cristiani in ufficio, quasi impossibile in Università o nello sport. Appena si inizia una qualsiasi discussione o si affronta un tema si viene aggrediti da un anticlericalismo rabbioso e tutti giù a elencare gli sconfinati crimini di cui i cristiani si sono tacciati e che ancora compiono. No, non è facile essere cristiani, ci si rende ridicoli, alle volte si perde la faccia. Finché la fede resta relegata negli atteggiamenti e nelle buone intenzioni di qualche vecchia devozione passi, ma se la fede vuole illuminare la vita e la storia iniziano i malumori. [...] Coraggio, amici, siamo chiamati a testimoniare il Signore, senza fanatismi ma con fermezza e trasparenza evangelica. 

(Paolo Curtaz)

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