26 giugno 2013 - Legami fondati sulla parola di Gesù
«Mia
madre e miei fratelli sono questi:
coloro
che ascoltano la parola di Dio
e
la mettono in pratica»
(Lc
8,21)
È un
aspetto un po' taciuto dai predicatori di tutti i tempi, forse perché davvero
destabilizzante a prenderlo sul serio... In Marco, in particolare, ma anche
negli altri vangeli, emerge una novità rispetto alla diffusa mentalità
culturale e religiosa del tempo: il prevalere dell'esperienza di fede
sull'intoccabile predominanza del clan famigliare. In Israele, come,
paradossalmente, anche nella cultura cattolica tradizionale, la famiglia aveva
un'importanza assoluta e, come accade anche in altre esperienze religiose come
il Confucianesimo, l'equivalenza buon figlio/buon cittadino/buon credente,
viene data per scontata. Gesù, invece, osa sovvertire questo automatismo: il
discepolato crea dei legami più intensi e duraturi di qualunque altra
esperienza famigliare. Gesù considera fratelli e sorelle non i suoi famigliari
di Nazareth, ma coloro che ascoltano e vivono la sua parola. Che bello! Anche
se abbiamo avuto una triste esperienza famigliare possiamo fare una splendida
esperienza di comunità, creando rapporti e legami fondati sulla roccia che è la
Parola del Maestro. Nella Chiesa possiamo intessere legami autentici e
significativi, uguali e superiori a quelli di sangue.
(Paolo Curtaz)
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