28 gennaio 2014 - La pazienza di Dio
Il regno di Dio è come un uomo
che getta il seme sul terreno;
dorma o vegli, di notte o di giorno,
il seme germoglia e cresce.
Come, egli stesso non lo sa.
(Mc 4,26-27)
Si parla di semi, oggi, per parlare di Dio e di Regno, di vita
interiore e di dinamiche spirituali. Grande Gesù: di fronte a sé aveva uomini e
donne abituati a veder crescere una spiga, un arbusto, che sapevano bene la
fatica di arare la dura terra della Giudea o ammirare la terra feconda di
Galilea. Più difficile per noi, abituati all'asfalto e al bitume, a timidi e
depressi alberi a segnare i grandi viali delle nostre città. E l'invito di
Gesù, oggi, è quello, dopo avere accolto il seme della Parola che il seminatore
semina a piene mani, a lasciar fare alla Parola il proprio corso, senza ansie,
senza fretta, senza eccessive preoccupazioni. Difficile a farsi, in questi
nostri giorni segnati dal tempo incalzante. Difficile non cedere alla
tentazione di monitorare continuamente la nostra vita, di valutarla, di porci
degli obiettivi e fare dei business plan anche in parrocchia o in
Diocesi. L'invito di Gesù è chiaro: guardate alla pazienza del contadino. E,
contro il rischio sempre serpeggiante del trionfalismo e del gigantismo, Gesù
invita noi, la sua Chiesa a entrare nella logica dei piccoli gesti, dei piccoli
numeri, come sa fare l'albero di senapa. E come ha fatto san Paolo che,
occupandosi di poche comunità e scrivendo loro dei consigli, ha nutrito
generazioni e generazioni di credenti...
(Paolo
Curtaz)
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