30 gennaio 2014 - Gesù ridona libertà e dignità
Sceso dalla barca,
subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo
posseduto da uno spirito impuro.
(Mc 5,2)
È furioso,
l'indemoniato, sconquassato da una schizofrenia profonda, in lui abita una
moltitudine. I suoi concittadini, intimoriti dalle sue intemperanze, lo hanno
relegato nel cimitero del paese, lontano dal borgo, dopo avere tentato di
incatenarlo. Che vita terribile è quella di quest'uomo! Al tempo di Gesù molte
manifestazioni incomprensibili erano legate al demonio, anche eventi patologici
come le malattie psichiatriche. E Marco, nei suoi racconti, ci descrive sempre
degli indemoniati feroci con loro stessi che si fanno del male, si percuotono,
si gettano nelle fiamme. Come a lasciar intendere che chi si fa del male è in
preda alla tenebra, così la depressione, la sfiducia di sé, l'autolesionismo.
Gesù prende a cuore il destino di questo pover'uomo che abita fra le tombe e lo
libera. Se una parte di noi stessi tende ad affossarci o ad esaltarci
inopinatamente, se siamo oppressi dall'immagine di noi stessi che proviene
dalla paura o dall'arroganza, Gesù ci guarisce e ci ridona dignità e libertà.
Non così i concittadini dell'ex-indemoniato, molto più preoccupati dalla perdita
dei maiali che dalla miracolosa guarigione del loro amico!
(Paolo
Curtaz)
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