31 gennaio 2014 - Il dono di una fede sempre più salda
«Non temere, soltanto abbi fede!»
(Mc 5,36)
[…] In
questo racconto sono presenti due livelli di lettura; quello puramente fisico:
Gesù si china sulla sofferenza umana e guarisce il corpo; e quello spirituale:
Gesù è venuto a guarire il cuore dell’uomo, a donare la salvezza e chiede la fede
in Lui. Infatti, alla notizia che la figlioletta di Giàiro è morta, Gesù dice
al capo della Sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!» (v. 36), lo prende
con sé dove stava la bambina ed esclama: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!» (v.
41). Ed essa si alzò e si mise a camminare. San Girolamo commenta queste
parole, sottolineando la potenza salvifica di Gesù: «Fanciulla, alzati per me:
non per merito tuo, ma per la mia grazia. Alzati dunque per me: il fatto di
essere guarita non è dipeso dalle tue virtù» (Omelie sul Vangelo di Marco,
3). […]
Questo racconto di guarigione è per noi un invito a superare una visione
puramente orizzontale e materialista della vita. A Dio noi chiediamo tante
guarigioni da problemi, da necessità concrete, ed è giusto, ma quello che
dobbiamo chiedere con insistenza è una fede sempre più salda, perché il Signore
rinnovi la nostra vita, e una ferma fiducia nel suo amore, nella sua
provvidenza che non ci abbandona.
Gesù che si fa attento alla sofferenza umana ci fa pensare anche a tutti
coloro che aiutano gli ammalati a portare la loro croce, in particolare i
medici, gli operatori sanitari e quanti assicurano l’assistenza religiosa nelle
case di cura. Essi sono «riserve di amore», che recano serenità e speranza ai
sofferenti. Nell’Enciclica Deus caritas est
osservavo che, in questo prezioso servizio, occorre innanzitutto la competenza
professionale - essa è una prima fondamentale necessità - ma da sola non basta.
Si tratta, infatti, di esseri umani, che hanno bisogno di umanità e
dell'attenzione del cuore. «Perciò, oltre alla preparazione professionale, a
tali operatori è necessaria anche, e soprattutto, la “formazione del cuore”:
occorre condurli a quell'incontro con Dio in Cristo che susciti in loro l'amore
e apra il loro animo all'altro» (n. 31).
Chiediamo
alla Vergine Maria di accompagnare il nostro cammino di fede e il nostro
impegno di amore concreto specialmente verso chi è nel bisogno, mentre
invochiamo la sua materna intercessione per i nostri fratelli che vivono una
sofferenza nel corpo e nello spirito.
(Benedetto XVI, passim dall’Angelus
proposto in Piazza San Pietro il 1 luglio 2012)
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