24 febbraio 2014 - Creati per essere serviti da Dio
«Il
Figlio dell’uomo non è venuto per farsi servire,
ma
per servire e dare la propria vita
in
riscatto per molti».
(Mc
10,45)
Giovanni, il discepolo preferito, il più spirituale, il mistico, chiede
di occupare il primo posto, lui e suo fratello. E gli altri dieci compagni
immediatamente si ribellano, unanimi nella gelosia, probabilmente perché
avrebbero voluto chiederlo loro! Ed è come se finora Gesù avesse parlato a
vuoto: «Non sapete quello che chiedete»,
quali dighe abbattete con questa fame di primeggiare, quale mondo sbagliato
generate con questa volontà di potenza! E spalanca l'alternativa cristiana, la
differenza cristiana.
I grandi della terra dominano e opprimono gli altri. Tra
voi però non è così! Credono di dirigere il mondo con la forza... voi non
sarete così! Gesù prende le radici del potere e le capovolge al sole e
all'aria.
Chi vuole diventare grande: Gesù non condanna questo desiderio, anzi
lui stesso promette una grandezza, non vuole con sé uomini umiliati o schiavi,
ma che diventino grandi, regali, nobili, fieri, liberi, prendendosi cura della
felicità dell'altro.
Sia il servitore di tutti. Servizio: il nome esigente
dell'amore, il nome nuovo della civiltà. Anzi, il nome di Dio: «Non sono venuto per farmi servire, ma per
essere servo». La più sorprendente di tutte le definizioni di Gesù. Parole
che danno una vertigine: Dio mio servitore! Vanno a pezzi le vecchie idee su
Dio e sull'uomo: Dio non è il Padrone dell'universo, il Signore dei signori, il
Re dei re, è il servo di tutti. Non tiene il mondo ai suoi piedi, è
inginocchiato lui ai piedi delle sue creature; non ha troni, cinge un
asciugamano, si inchina davanti a te, e i tuoi piedi sono fra le sue mani. Ma
io tremo, se penso alla brocca e all'asciugamano, ho paura. Eppure ve la
immaginate un'umanità dove ognuno corre ai piedi dell'altro? E si inchina non
davanti ai potenti del mondo, ma davanti all'ultimo?
Pensiamo attentamente a
che cosa significhi avere un Dio nostro servitore. Il padrone fa paura, il
servo no. Cristo ci libera dalla paura delle paure: quella di Dio. Il padrone
giudica e punisce, il servo no, sostiene, non spezza la canna incrinata ma la
fascia come fosse un cuore ferito. Gesù capovolge l'immagine tradizionale di
Dio, le dà una bellezza che stordisce: siamo stati creati per essere amati e
serviti da Dio, qui e per sempre. Non sei tu che esisti per Dio, ma è Dio che
esiste per te, in funzione di te, per amarti, per servirti, per conoscerti, per
lasciarsi stupire da te, da questi imprevedibili, liberi, splendidi, talvolta
meschini figli che noi siamo. Se Dio è nostro servitore, chi sarà nostro padrone?
Il credente non ha nessun padrone, eppure è servo di ogni uomo. E non come
riserva di viltà, ma come grandezza d'animo, come prodigio di coraggio.
Ermes Ronchi
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