3 aprile 2014 - Signore, sei Tu per me una roccia di rifugio
«Cadde la pioggia,
strariparono i fiumi,
soffiarono i venti e
si abbatterono su quella casa,
ma essa non cadde,
perché era fondata sulla roccia».
perché era fondata sulla roccia».
(Mt 7,24)
“Non chiunque mi dice:
Signore, Signore, entrerà nel Regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del
Padre mio che è nei cieli”. E' la prima sentenza. La vita cristiana - potremmo
tradurre - non si ferma alla messa, ma deve tradursi in una vita nuova e coerente.
“Fare la volontà del Padre” significa mettere in pratica il progetto di Dio e
vivere secondo i criteri evangelici. Ci esorta san Giacomo: “Siate quelli che
mettono in pratica la parola, e non ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi.
Perché se uno ascolta la Parola e non mette in pratica la parola, costui
somiglia a un uomo che guarda il proprio volto in uno specchio: appena si è
guardato, se ne va, e subito dimentica com’era” (Gc 1,22-23). E prosegue più
pesantemente: “Se uno dice di avere la fede ma non fa seguire le opere che
serve? Quella fede può forse salvarlo? La fede, se non è seguita dalle opere,
in se stessa è morta” (Gc 2,14.17).
L’altra osservazione di
Gesù è più radicale e quanto mai attuale. Non è titolo di salvezza fare
miracoli, avere visioni, vivere carismi straordinari, ma fare le opere, fare la
volontà del Padre, vivere una vita coerente. La carità, cioè l’amore a Dio e al
prossimo, è il metro di misura. Ne fa eco, con linguaggio paradossale, san
Paolo: “Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la
carità, sarei come metallo che rimbomba o come cimbali che strepitano. E se
avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la
conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi
la carità, non sarei nulla. E se distribuissi tutti i mie beni e consegnassi il
mio corpo per essere bruciato, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe”
(1Cor 13,1-3). 'Ma sopra a tutte queste cose rivestitevi della carità, che le collega
e unisce in un modo perfetto' (Col 3,14).
“Non vi ho mai
conosciuti...”, cioè voi non siete mai stati veramente miei discepoli! E’ quasi
una scomunica. Forse qui si fa riferimento anche all’autorità nella Chiesa, ai
suoi rappresentanti più titolati che sono autorizzati ad agire “nel nome di
Gesù”. Ma certamente il riferimento è a quanti dentro la Chiesa vivono con
superbia una fede soggettiva ed esaltata, non in conformità e obbedienza alla
legge concreta del vangelo. “Allontanatevi da me, voi che operate l'iniquità”
(iniquità nel testo greco è “anomìa”, ossia senza legge). Stiano in guardia
quelli che vivono la fede rincorrendo visioni, miracolismi, club di esaltazione
misticoide, o semplicemente devozionismi privati, e non fanno riferimento e obbedienza
alla parola di Dio scritta nella Bibbia e insegnata dalla Chiesa. “Non vi ho
mai conosciuti..”, avete avuto una vostra religione, non la mia, dice il
Signore!
“Chiunque invece ascolta
queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha
costruito la sua casa sulla roccia”. La roccia fa pensare alla sicurezza, alla
salvezza. La vita mira alla sua riuscita e pienezza. E’ il senso della nostra
libertà, come responsabilità. Saggio è colui che ha capito ciò che conta o non
conta nella vita, ciò cui merita appoggiarsi per avere la vita, la vita eterna,
colui che ha colto quanto sia decisivo per la propria salvezza Dio e l’avvento
del suo Regno. L’alternativa è costruire sulla sabbia, dove non c’è consistenza
e sicurezza. “Passa infatti la figura di questo mondo!' (1Cor 7,31).
“Cadde la pioggia,
strariparono i fiumi, soffiarono i venti...”. La vita già da oggi ha le sue
prove quotidiane. Chi non è radicato in convinzioni forti e vere e non è
aiutato dalla grazia di Dio, non può resistere. Ma soprattutto - questo
principalmente vuol dire l’immagine evangelica - la prova è all’esame finale,
al giudizio definitivo di Dio che saggerà la consistenza della nostra vita. Chi
reggerà alla prova finale? Chi avrà ascoltato le parole di Gesù e le avrà messe
in pratica! Per questo preghiamo col Salmo responsoriale: “Sei tu, Signore, per
me una roccia di rifugio”. […]
Romeo Maggioni

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