13 maggio 2014 - Maria ci attira a sé
Caccivio - SS.Annuncita |
Come ogni
anno, quando si apre il mese di maggio, il nostro “spirito mariano” si risveglia,
e la nostra preghiera è abitata, con il ruolo di protagonista, da Maria.
Si
moltiplicano rosari, preghiere di affidamento a Maria, pensieri che guardano
alla Madre di Dio, e pellegrinaggi, come noi questa sera, in santuari mariani;
anche noi stiamo dentro la tradizione ed eccoci qui, riuniti come decanato,
intorno a Maria, proprio nel giorno della memoria delle apparizioni di Fatima.
E un po’ mi
chiedo: come mai? Cosa ci spinge a non rinunciare a vivere questi momenti,
anche quando ci comportano qualche sacrificio, perché spostarsi la sera, magari
dopo una giornata di lavoro, non sempre è una cosa invitante…
Eppure ogni
anno accade? E la prima risposta che mi do è che non siamo tanto noi a
radunarci intorno a Maria, ma è Lei, che con la sua dolcezza ci attira a sé; è
Lei, che nella sua semplicità ci risulta irresistibile, (forse perché non siamo
più abituati alle cose semplici, noi che complichiamo tutto); è Lei che con il
suo essere presenza discreta, ma nello stesso tempo solida, ci raduna a sé…e
noi accorriamo.
Perché,
anche chi con la fede fa un po’di fatica, che magari ha un rapporto un po’ complicato
o addirittura conflittuale con la chiesa, di fronte a Maria si toglie il
cappello e dice una preghiera.
Non noi
accorriamo, ma Lei ci attira a sé, perché nel suo essere presente ci è
diventata preziosa come un tesoro che vogliamo custodire; perché in fondo ogni
cammino di fede, ogni storia di vita, ha bisogno della tenerezza di una madre.
È forse un
po’ audace, ma davvero commuovente, l’immagine che don Tonino Bello ci regala
di Maria, descrivendola come donna dei
nostri giorni, immaginandola tra i banchi di scuola con le nostre figlie e
nipoti, nelle piazze dei nostri mercati, nei nostri cimiteri a pregare per i
suoi cari, nei nostri negozi per le sue commissioni…immaginarla come una donna
del nostro quotidiano che abita, standoci accanto, le nostre città, e non come
un’ospite da accogliere all’occorrenza, solo in certe situazioni…ogni storia,
ogni cammino di fede ha bisogno che Maria sia vicina così.
Permettetemi
un riferimento personale: tra meno di un mese sarò ordinato sacerdote, e ascoltando
la prima lettura di stasera, questa pagina dell’Apocalisse in cui è descritta
una «donna vestita di sole, con la luna
sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle…» non posso non
pensare alla cappella del seminario; chi ci è stato lo sa: proprio nell’abside
è rappresentata questa donna che in questi ultimi anni ha fatto da sfondo alla
preghiera mia e dei miei compagni; in qualche modo anche noi ogni giorno siamo
stati radunati, di fronte a questa immagine, per celebrare l’Eucaristia e dare
forma alla nostra vocazione.
E allora la
gratitudine a Maria che ha vegliato su di noi, nasce spontaneamente nel cuore.
Poi gli
esegeti, quelli che studiano le scritture, ci dicono che la donna di questa
pagina dell’Apocalisse non rappresenta in primo luogo Maria, ma il popolo di
Israele, il popolo eletto da Dio, la Chiesa che Lui ama e ha scelto come uno
sposo fa con la sposa; ma il modo di rappresentare questa donna, di descriverla
nelle parole che abbiamo ascoltato, non può che richiamare alla mente
l’immagine della madre di Gesù, della vergine Maria.
E in fondo,
questo non ci deve fare problema, il fatto che alla donna che rappresenta la
Chiesa intera, vengano date le sembianze di Maria: Maria è madre della chiesa e
in fondo non sarebbe male che la Chiesa, quale figlia, le assomigliasse un po’,
avesse i suoi tratti.
Maria ci
attrae e noi accoriamo, ma andando a Lei, a volte corriamo il rischio di andare
ad adorare un’immagine ferma, che ci attende sempre, restando immobile nelle
nicchie delle nostre chiese; e invece la scrittura ci dice che Maria è una
donna che è stata capace sì, anche di stare ferma (ma mai passiva), in attesa,
in preghiera, al momento dell’annuncio dell’angelo (non è fuggita, non si è
sottratta), e sotto la croce di Gesù (lei non se ne è andata, ha saputo stare
ferma), ma il più delle volte ci è descritta come una donna in cammino, in
movimento, una che si mette in moto per essere là dove è chiamata ad essere…in
cammino verso la casa di Elisabetta, in cammino verso l’Egitto, in cammino
verso Gerusalemme, per cercare Gesù che non si trovava nella carovana; Maria è
descritta spesso come una donna in cammino, ma non in un cammino fine a se
stesso, incapace di fermarsi a prendere i suoi tempi; il cammino di Maria è un
cammino dietro a Gesù, verso Gesù, con Gesù.
E allora,
lasciandoci attirare da Lei, questa sera, in questo mese di maggio, e tutte le
volte che sentiremo il desiderio di affidarci al suo cuore di Madre, dobbiamo
accettare che lei ci porti; lasciarci attirare da Lei vuol dire accettare di
seguirla, dietro a suo Figlio.
Il Vangelo
che abbiamo ascoltato ci mostra Gesù che lascia Nazaret, la sua casa, la casa
di sua madre…e lei l’avrà visto andare via, per abitare altrove e soprattutto
per iniziare la sua missione pubblica: «Convertitevi,
perché il regno dei cieli è vicino»; e la immagino un po’ così, con lo
sguardo carico di apprensione, ma anche di soddisfazione perché suo figlio è
grande, può andare per la sua strada; lo segue con lo sguardo, perché così
continuerà a prendersi cura di lui, perché così potrà sapere quando Gesù avrà
ancora bisogno della sua mamma…e sappiamo che ci sarà, che lo seguirà, non solo
con lo sguardo, ma fisicamente, con i suoi passi, mossa non solo dall’amore di
madre, ma anche dalla fiducia di una figlia, di una discepola che guarda al suo
maestro.
Maria ci
attrae, perché in lei prendono corpo le ultime parole di Gesù: Ecco tua Madre,
ecco tuo figlio…ecco i tuoi figli…
Maria ci
attrae, perché grazie a lei anche Gesù ci diventa famigliare, un fratello, uno
che condivide i nostri stessi affetti, uno che, anche attraverso lei, mantiene un
legame stretto con noi.
Allora, lasciamoci
attrarre ancora da Maria, affidandole noi stessi e i nostri cari, perché
seguendo il suo cammino, possa condurci ad incontrare suo Figlio Gesù e, con il
suo esempio, anche noi sappiamo dire il nostro sì al Signore.
don Riccardo
Bottan (candidato al presbiterato 2014)
in occasione del Pellegrinaggio Mariano
del Decanato di Appiano Gentile
a Caccivio – SS. Annunciata, lunedì 12 maggio
2014
Ap 12,15.7-10b; Sal [Gdt
13,18-20]; Ts 5,16--23;
Mt 4,12b-17
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