4 maggio 2014 - Ecco l'Agnello di Dio

«Ecco l’agnello di Dio, 
colui che toglie il peccato del mondo!».
(Gv 1,29)


Nel brano che oggi la liturgia ci regala, Giovanni non ci viene presentato alle presa con i consueti strumenti del suo lavoro profetico-penitenziale, ma nei panni del testimone. Il quarto evangelista, che non racconta la scena del battesimo di Gesù, mette sulle labbra del Battista la rivelazione della sua identità: il Messia atteso viene presentato come l'"agnello di Dio che toglie il peccato del mondo".

Questa definizione contiene una novità strabiliante che subito il Battista vuole mettere davanti ai nostri occhi. A differenza della tradizione ebraica, dove è l'uomo che si deve offrire a Dio attraverso varie forme di sacrifici, qui ci viene presentato un Dio che rovescia le parti! E' Lui che si offre per noi, che si dona e si consegna. Dio non sta seduto dietro al banco delle imposte per timbrare le ricevute delle nostre buone azioni e dei nostri sacrifici quotidiani. Questo capovolgimento è una vera rivoluzione perché sposta le priorità del discepolo: non c'è nulla da conquistare, ma tutto da accogliere come un dono che cambia la vita. Questa rivelazione è un antibiotico potentissimo contro il terribile virus dell'ansia da prestazione!

Vorrei sottolineare anche la seconda parte dell'affermazione del Battista: "... che toglie il peccato del mondo". L'Evangelista usa il vocabolo al singolare per rivelare un aspetto preciso della missione di Gesù che da subito viene messo in luce. In quanto "agnello di Dio" si delinea una missione di espiazione e di liberazione, ma nel mirino di Gesù non sono solo i peccati degli uomini - cioè le singole mancanze o inosservanze - bensì il peccato in quanto tale, cioè quella radice di male che ognuno di noi si porta dentro. Il progetto di salvezza di Gesù non è un rattoppo d'emergenza, ma è una ricostruzione radicale del cuore.

Facciamo ancora un passo. Dobbiamo stare molto attenti a non leggere questa liberazione dal peccato come un evento magico o come un'azione divina e inarrestabile che sorpassa la libertà dell'uomo! Nel cammino della fede e della conversione del cuore non ci sono bacchette magiche, né anestesie mistiche. L'azione di Dio in me richiede la mia collaborazione e l'investimento della mia libertà. Devo scegliere di stare con Lui e scegliere di lasciarmi salvare. Come dice il saggio Albus Silente "sono le scelte che facciamo che dimostrano quel che siamo veramente".


Siamo messi in guardia: non basta stare a braccia conserte sulla poltrona scrutando l'orizzonte in attesa della salvezza. Dobbiamo scegliere Gesù, l'Agnello di Dio che si dona a noi. Scegliere di farci raggiungere nel cuore e mettere tutto nelle sue mani. Questa è l'unica scelta che non delude. Mai.
Roberto Seregni

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