15 agosto 2014 - Siamo germogli di luce nel mondo
“L'anima mia magnifica il Signore”
(Lc 1,46)
L'Assunzione di Maria al cielo in anima e corpo è l'icona del nostro
futuro, anticipazione di un comune destino: annuncia che l'anima è santa, ma
che il Creatore non spreca le sue meraviglie: anche il corpo è santo e avrà,
trasfigurato, lo stesso destino dell'anima. Perché l'uomo è uno.
I dogmi che riguardano Maria, ben più che un privilegio esclusivo, sono
indicazioni esistenziali valide per ogni uomo e ogni donna. Lo indica benissimo
la lettura dell'Apocalisse: vidi una donna vestita di sole, che stava per
partorire, e un drago.
Il segno della donna nel cielo evoca santa Maria, ma anche l'intera
umanità, la Chiesa di Dio, ciascuno di noi, anche me, piccolo cuore ancora
vestito d'ombre, ma affamato di sole. Contiene la nostra comune vocazione:
assorbire luce, farsene custodi (vestita di sole), essere nella vita datori di
vita (stava per partorire): vestiti di sole, portatori di vita, capaci di
lottare contro il male (il drago rosso). Indossare la luce, trasmettere vita,
non cedere al grande male.
La festa dell'Assunta ci chiama ad aver fede nell'esito buono, positivo
della storia: la terra è incinta di vita e non finirà fra le spire della
violenza; il futuro è minacciato, ma la bellezza e la vitalità della Donna sono
più forti della violenza di qualsiasi drago.
Il Vangelo presenta l'unica pagina in cui sono protagoniste due donne,
senza nessun'altra presenza, che non sia quella del mistero di Dio pulsante nel
grembo. Nel Vangelo profetizzano per prime le madri.
«Benedetta tu fra le donne e
benedetto il frutto del tuo grembo». Prima parola di Elisabetta,
che mantiene e prolunga il giuramento irrevocabile di Dio: Dio li benedisse
(Genesi 1,28), e lo estende da Maria a ogni donna, a ogni creatura. La prima
parola, la prima germinazione di pensiero, l'inizio di ogni dialogo fecondo è
quando sai dire all'altro: che tu sia benedetto. Poterlo pensare e poi
proclamare a chi ci sta vicino, a chi condivide strada e casa, a chi porta un
mistero, a chi porta un abbraccio: «Tu sei benedetto», Dio mi benedice con la
tua presenza, possa benedirti con la mia presenza.
«L'anima mia magnifica il
Signore». Magnificare significa fare grande. Ma come può la
piccola creatura fare grande il suo Creatore? Tu fai grande Dio nella misura in
cui gli dai tempo e cuore. Tu fai piccolo Dio nella misura in cui Lui
diminuisce nella tua vita.
Santa Maria ci aiuta a camminare occupati dall'avvenire di cielo che è
in noi come un germoglio di luce. Ad abitare la terra come lei, benedicendo le
creature e facendo grande Dio.
(Ermes Ronchi)
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